Che cosa ha spinto Adolf Hitler a compiere un genocidio? Molti ricercatori hanno cercato di rispondere a questa domanda studiando la sua storia personale e le sue cartelle cliniche. Nessuna spiegazione però, sembra comprendere appieno la mente malata del Führer.
Il profilo psicologico di Adolf Hitler
Le cartelle cliniche del Führer, redatte dal dott. Theodor Morell suo medico di fiducia, sono state messe all’asta sul sito web dell’Alexander Historical Auctions di Stamfor, in Connecticut. 47 pagine che gettano luce sulla vita privata di Hitler e sulle sue malattie.

Adolf odiava suo padre perché lo picchiava ripetutamente e anche per tutte le umiliazioni che infliggeva alla madre, a cui era morbosamente legato. La morte della madre lo porta a chiudersi in sé stesso. A scuola non otteneva buoni risultati e faticava a mantenere la concentrazione per lunghi periodi. Quando si trasferisce a Vienna tenta più volte di entrare nell’Accademia d’Arte, senza successo. Per cinque anni vive nella miseria e frequenta ambienti omosessuali. Si pensa infatti che Hitler appartenesse a quel giro, anche se non ci sono prove a riguardo.
Quando si arruola nell’esercito durante la Prima Guerra Mondiale, cambia il suo aspetto e anche la sua condotta, diventando sempre più ossessivo nei confronti dell’ordine e della pulizia. Non provava empatia verso il prossimo, soprattutto nei confronti delle donne, che vedeva come oggetti sessuali. Viveva in un mondo di fantasie tutto suo, lontano dalla realtà, dove poteva nutrire il suo smisurato e insaziabile ego. Dentro di lui si agitava il desiderio di rivalsa nei confronti della società che non comprendeva la sua immensità e il suo bisogno di onnipotenza.

Fisicamente soffriva di diversi problemi: debolezza, disturbi al sistema nervoso, alle coronarie, all’intestino e all’arterie. Aveva una deformazione all’apparato genitale, forse aveva un solo testicolo. Morell ha inoltre annotato che Hitler si faceva iniettare estratti di testicoli di toro giovane per alleviare la sua libido. Faceva uso di cocaina (e anche anfetamine) per alleviare il mal di testa da sinusite, e prendeva molti medicinali per curare la sua flatulenza. Per combattere i suoi problemi intestinali invece, veniva curato con la stricnina, un veleno usato per uccidere i topi e altri piccoli animali.
Il genocidio compiuto da Adolf Hitler
Perché si possa parlare di genocidio, devono essere presenti tre fattori: la percezione dell’altro come minaccia, la creazione di un oggetto di odio (in questo caso ebrei, minoranze etniche, disabili e omosessuali), un leader carismatico capace di provocare la stessa follia omicida anche nei suoi seguaci.
Secondo lo psicologo Henry Murray e il psicoanalista Walter Langer, Hitler era schizofrenico paranoico, l’ascesa al potere e la guerra, gli permisero di dar sfogo alla sua malattia, alla sua fascinazione nei confronti della morte, che ricerca in modo ossessivo durante la Seconda Guerra Mondiale. Adolf Hitler si sentiva il messia scelto dalla Provvidenza per guidare la Germania verso un futuro di grandezza e potenza.
L’inizio delle sue psicosi paranoidi coincidono con la sconfitta della Germania. La psicosi è preceduta da un lungo periodo di depressione e da un episodio isterico di cecità e mutismo diagnosticato quando viene ricoverato all’Ospedale Militare di Pasewolk. Secondo i medici la cecità non aveva riscontri effettivi della malattia, ma era causata da un disagio psicologico, oggi identificato come disturbo dissociativo o di conversione.
Attraverso questo meccanismo la mente somatizza la pressione psicologica nel tentativo di proteggere l’individuo dallo stress. Molte volte questo disturbo è sintomo di un disturbo antisociale della personalità. Adolf Hitler si suicida in un bunker della cancelleria a Berlino, nel 1945.
Fonti:
- Inside the mind of Adolf Hitler, documentario realizzato dalla BBC, basato sugli studi del professore di psicologia ed esperto nello studio di menti dittatoriali, Jerrold Post
- Adolf Hitler, Assassino Seriale di Massa Atipico, De Luca, 2005
- Wikipedia (immagini)