Nelle Langhe degli anni Sessanta del secolo scorso, operavano delle figure molto particolari, i bacialè. Il loro compito era quello di combinare matrimoni. Crearono anche un ordine composto da quasi 350 membri, organizzavano fiere, si riunivano a convegno, e avevano delle regole da seguire ben precise. L’ultimo convegno si è svolto a Guarene, in provincia di Cuneo, nel 1968.
Come lavoravano i bacialè?
Inizialmente i bacialè operavano solo localmente, con il passare degli anni, a causa dello spopolamento delle campagne dovuto al boom economico della grande industria torinese, iniziarono a combinare i matrimoni misti, cioè un matrimonio tra un uomo del nord e una donna del sud, in genere donne calabresi, che in Piemonte venivano chiamate “calabrotte”. In dieci anni riuscirono a combinare 428 matrimoni.
Erano dei mediatori che si rivolgevano in genere ai contadini che vivevano in casali sperduti nelle campagne delle Langhe, per aiutarli ad accasare i figli che non avevano molte occasioni per conoscere persone.
Il bacialè non lavorava dietro compenso, gli bastava ricevere in cambio un cappello, un cappotto o un foulard. Dopo aver trovato il giusto match, il bacialè ne parlava con i rispettivi genitori. Se i genitori si trovavano in accordo, controllavano il cosiddetto “esse” cioè il benessere economico dell’altra famiglia, accompagnati dal bacialè. La decisione non si basava su aspetti sentimentali, ma su altri fattori, come il numero di bestiame o altri beni. In una società contadina e patriarcale si badava di più all’aspetto economico che a quello puramente estetico come oggi.
Se le famiglie approvavano si procedeva con il matrimonio, anche se gli sposi non erano molto d’accordo. Spesso infatti gli accordi tra famiglie, venivano stipulati quando i figli erano molto giovani.
I bacialè non aiutavano solo le famiglie, ma anche uomini e donne single, magari rimasti vedovi, o che per svariati motivi non riuscivano a trovare una persona con cui maritarsi. Per concludere vi lasciamo con una canzone di Simona Colonna, Bacialè, dedicata ai sensali piemontesi.