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Fabri Fibra

La propaganda di Fabri Fibra, Colapesce, Dimartino

E' sempre la stessa storia

La propaganda nel caos di Fabri Fibra

Quante volte ci è capitato di ascoltare le promesse dei politici che, soprattutto durante la campagna elettorale, dipingendo il nostro Paese ideale dove tutto funziona e le tasse spariscono; poi una volta al governo sembrano dimenticarsi delle parole dette. È proprio questa la dinamica che Fabri Fibra vuole criticare con la partecipazione di Colapesce e Dimartino in Propaganda, pubblicata il 18 marzo 2022.

Come possiamo vedere nel video il rapper milanese interpreta un impiegato stanco della situazione monotona e repressa in cui è costretto ad andare in ufficio, pur costatando di avere innumerevoli problemi si concentra su pochi slogan che bombardano la sua mente: “Gli immigrati rubano il lavoro”. Il suo dilemma diventa concreto quando deve trovare parcheggio.

Quando si relaziona col proprio datore di lavoro è insofferente, si rende conto che il suo interlocutore non sa neanche il suo nome e viene licenziato sentendosi dire le classiche scuse: per tenerti devo pagare troppe tasse, addio.

L’episodio assume le sembianze di una miccia che fa esplodere tutta la rabbia e la frustrazione accumulata nel corso degli anni, soprusi. Deve quindi trovare un’alternativa, un modo per cambiare lo stato delle cose e risollevi l’andamento sempre più allo sbando; così da ritrovare una vita serena e priva di stress, almeno questa è la sua speranza.

Fabri Fibra
Fabri Fibra “Caos”

Nel pre ritornello fanno la loro comparsa vocale Colapesce e Dimartino, ecco che arriva sulla scena un nuovo attore politico che vorrebbe subito insediarsi nelle stanze del potere, ben rappresentate dalle “chiavi della città”. Così lanciano un monito per i votanti: le elezioni sono quel magico momento in cui tutti diventano campioni di promesse per tenersi buoni chi deve inserire nelle urne la scheda elettorale; sperando ovviamente che la matita tracci un segno sul logo del proprio partito.

Concetto che fanno esplodere durante il corso del ritornello in cui lasciano intendere, senza mezzi termini, che nel periodo della propaganda antecedente alle votazioni, ogni nostra domanda trova una risposta, ogni nostra esigenza viene soddisfatta o meglio verrà soddisfatta. Come sappiamo bene i programmi dei vari partiti italiani sono farciti di promesse che, se realizzate, renderebbero il paese del tricolore efficiente, impeccabile e veloce; magari dove corruzione e altri reati che, purtroppo, siamo abituati a leggere sui giornali, siano completamente assenti.

Questo nuovo aspirante governante si presenta al popolo come un suo pari, in quanto non usa un linguaggio particolarmente complesso, condivide i classici valori cristiani, quali l’importanza della famiglia e per ciò non dimostra la consueta distanza e indisponenza. Indossa sempre la divisa per sostenere legalità e ordine pubblico ma, nonostante ciò continua a non riuscire a convincere l’intera popolazione. Comunque in qualche maniera riesce a persuadere una buona fetta di elettorato arrivando a vincere le elezioni.

Infine Fabri Fribra effettua un salto temporale di altri cinque ma non è cambiato nulla: il lavoro continua ad essere una chimera e l’autostima è sotto i piedi. Avrà un attimo di rinvigorimento quando, davanti alla televisione un nuovo politico propone nuove promesse; il passato non ha insegnato niente e decide di votarlo.

Fabri Fibra
Fabri Fibra Colapesce DiMartino

L’ultimo ritornello subisce una modifica, il nostro prototipo di elettore cede ancora alle lusinghe pur sapendo che dietro la bella immagine in realtà si nasconda il “lupo” che ha come obiettivo la maggioranza parlamentare. L’ultimo riferimento offerto è alle felpe di Matteo Salvini che in quel frangente cavalcava l’onda dell’entusiasmo.

Questo testo non è altro che la descrizione del modus operandi che quasi tutti i candidati delle elezioni politiche, e non solo, hanno adottato in questi anni e che sembra ancora in uso; Fabri Fribra ci vuole mettere in guardia dal non dimenticare che ogni nuovo simbolo di partito nasconderà le stesse insidie di quelli che l’hanno preceduto.

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