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Come sbiadiscono le memorie: il caso degli sport dimenticati
In ogni ambiente, in ogni tempo le memorie si affievoliscono fino a scomparire, ma il bisogno insito nell’animo umano di non restare senza memoria contribuisce a far sì che le immagini sbiadite dal passare del tempo non cadano definitivamente nel vuoto arido e sordo della fuga costante in avanti del tempo (tempus fugit, Virgilius docet) ma finiscano (a volte) per essere recuperate e riabilitate. Fra tutte le memorie che si perdono nei meandri del tempo quelle dello sport sono sicuramente le più dimenticate dato che l’argomento deportivo non è considerato così importante da risultare fra i primi in coda per poter essere recuperati dalla pratica della riesumazione delle memorie.
Tuttavia, riportare alla memoria gli sport dimenticati, oltre a essere necessario per la sopravvivenza del nostro animo, può avere anche una connotazione diversa, più articolata e profonda poiché, ricordandosi come i nostri antenati si intrattenevano (sportivamente parlando), noi possiamo acquisire una visione più ampia delle attitudini contemporanee verso la moralità, lo humor e tutto ciò che concerne le sfide di ogni giorno. Purtroppo, essendo lo sport una categoria di memorie che si dimentica facilmente, per rintracciare delle discipline praticate nel passato e poi scomparse ho dovuto faticare più di Ercole nella pulizia delle stalle di Augia.
Il pattinaggio d’ossa
Andando in ordine temporale, il primo tra gli sport dimenticati che ripeschiamo alla superficie della memoria è il pattinaggio d’ossa che si praticava con ossa di animali legate alle scarpe. William fitz Stephen, cronista londinese (morto c. 1190), descrisse così questo sport:
“Quando [la] grande brughiera…è congelata, grandi compagnie di giovani vanno a fare sport sul ghiaccio, e legano alle loro scarpe ossa…e tengono pali nelle loro mani…e…vanno avanti con velocità…. A volte due uomini si mettono a distanza, e corrono l’uno contro l’altro…con questi pali con cui una o entrambe le parti sono gettate giù, non senza qualche ferita ai loro corpi…i giovani, essendo avidi d’onore e desiderosi di vittoria, si esercitano così in battaglie contraffatte per poter sopportare il peso più forte quando vi giungono con fervore”.
Lo ‘sbatti il gatto fuori dal barile’
Il cosiddetto ‘sbatti il gatto fuori dal barile‘ è il secondo degli sport dimenticati esaminato in ordine di tempo. Questo sport medievale veniva praticato in Danimarca e consisteva nell’infilare un gatto nero in un barile, appenderlo a un albero e batterlo con dei bastoni fino a quando il legno non si frantumava e il gatto cadeva fuori, solo per essere inseguito e bastonato a morte. La persona che fosse riuscita a rompere la base del barile e a far cadere il gatto veniva incoronata kattedronning (Regina dei gatti), mentre il titolo di kattekonge (Re dei gatti) andava a chi distruggeva l’ultimo pezzo del barile.
Lo sport successivamente dimenticato nacque come un rituale per eliminare i cattivi presagi ed è uno dei tanti esempi di cosa i gatti subissero a causa della loro associazione involontaria alla stregoneria e alla sfortuna. Noi invece amiamo profondamente i gatti; QUI tanti articoli che ne parlano.
Il duello senza sangue
Il terzo sport ora dimenticato veniva praticato agli inizi del XX secolo: il duello senza sangue, in cui due avversari si sparavano con pistole calibro 44 caricate con proiettili di cera e grasso. Era il passatempo preferito da chi voleva l’emozione del duello senza il rischio di uccidere, e diventò famoso in Europa e in America.

Un duello senza sangue combattuto con proiettili di cera in quel di New York il 27 ottobre 1909
(Bain Collection)
Per inciso, parlando di duelli, i francesi erano maestri nello sfidarsi in modi e contesti strani. Nel 1808, M. de Grandpré e M. de Pique duellarono in mongolfiera a 2.000 piedi su Parigi, De Pique fallì il colpo mentre Grandpré colpì il pallone di de Piqué che cadde sui tetti, uccidendo lui e il suo aiutante. Nel 1830, lo scrittore Sainte-Beuve sfidò Paul-François Dubois, uno dei proprietari di ‘Le Globe’, il duello si svolse sotto la pioggia e Sainte-Beuve tenne l’ombrello aperto, dicendo che poteva morire ma non bagnarsi. Nel 1843 due francesi si sfidarono a duello lanciandosi contro delle palle da biliardo.
Concludendo… forse non vale la pena?
Questi tre esempi sono significativi spiegando quanto gli sport dimenticati siano spesso ridicoli più che comici ma inevitabilmente originali; forse le nebbie del tempo li hanno avvolti proprio a causa di queste loro caratteristiche che li rendevano attraenti per il burrone dell’oblio: ‘buttiamoli nel secchio, tanto sono inutili’. Per non parlare per di più del baseball con il cannone, la boxe a cavallo e il golf fosforescente (tra gli altri) che magari tratteremo nel prossimo articolo.
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