Camouflage militare, pratiche di guerra
La Prima Guerra Mondiale è stata più che altro una guerra di posizione, combattuta tra le trincee. L’osservazione delle linee nemiche aveva un ruolo fondamentale. Sul fronte occidentale a volte le trincee distavano poche decine di metri le une dalle altre. Questa vicinanza però, impediva di spiare il nemico, e bisognava ricorrere ad altri stratagemmi, all’arte del camouflage militare.
Un particolare stratagemma di camouflage militare
Uno dei sistemi più curiosi è il finto tronco d’albero, escogitato dai francesi. Un albero vuoto all’interno, dentro il quale si nascondevano uno o due uomini, che avevano il compito di spiare il nemico. I primi finti tronchi d’albero risalgono al 1915, durante la battaglia delle Somme. Il camuffamento è stato diretto dal pittore Guirand De Scévola, uno dei pionieri del camouflage militare.

Gli artisti, gli scultori e gli scenografi, svolsero un ruolo fondamentale in quest’arte del camouflage militare. Disegnavano l’albero da sostituire su un foglio di carta, cercando di rimanere il più possibile fedele all’originale, perché dovevano rilevare la posizione e la conformazione dell’albero. La dimensione, i rami, la corteccia, tutto doveva essere uguale. La corteccia era fatta di ferro verniciato applicata sul cilindro d’acciaio cavo, cioè il finto tronco dell’albero. Spesso il ferro veniva ricoperto di un tessuto ruvido, fatto di diversi materiali, per imitare la consistenza rugosa della corteccia.

Il lavoro veniva svolto di notte per non farsi vedere dal nemico. Si scavava una fossa in direzione dell’albero da abbattere, e poi veniva issato l’albero finto dietro quello vero. Una volta tirato su, l’albero vero veniva abbattuto e fatto cadere nella fossa, lasciando così subito spazio a quello camuffato. Avendo la stessa conformazione e essendo nello stesso punto, il nemico il giorno seguente non si accorgeva di nulla quando guardava il paesaggio intorno a lui.

Il finto albero era dotato anche di una rete telefonica per comunicare in tempo reale tutti gli spostamenti del nemico, e anche per dirigere il tiro dell’artiglieria durante le offensive. Il soldato si arrampicava su una scala fissata all’interno, si sedeva su un sedile, e spiava il nemico attraverso dei fori e con un telescopio. Spesso erano dotati di un’anima in acciaio, con feritoie poste a diverse altezze, camuffate dagli scultori, per non far capire al nemico che l’albero era stato sostituito da uno finto.
Questo tipo di camuffamento è stato ripreso anche da Charlie Chaplin, nel film Charlot Soldato, del 1918.
Fonte:
– Valeria Muscella, Camuffatevi! Tecniche di inganno e mascheramento degli eserciti dell’Intesa nel 1914-1918