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Il primo gennaio 2023 ha segnato il ventennale dalla scomparsa del Signor G. 20 anni senza Giorgio Gaber e ancora oggi non è facile descrivere il contributo trasmesso alla storia dello spettacolo e della cultura italiani da questo artista del pensiero libero. La stessa Fondazione Gaber ha deciso per l’occasione di realizzare una serie di iniziative ed eventi non solo per il buon gusto dei seguaci di vecchia data, ma anche per provare a far breccia nelle menti e nei cuori delle nuove generazioni.
Quelle che lo stesso Sandro Luporini – storico collaboratore del Signor G – ha recentemente citato in un’intervista parlando di “ragazzi che oggi non ci conoscono, a differenza della generazione che ha cinquant’anni”.
Proprio allo scoccare della mezzanotte, e per le successive 24 ore, la Fondazione aveva per esempio messo a disposizione sul proprio sito e sul canale YouTube una maratona video dedicata all’artista intellettuale per ripercorrere i passaggi più importanti del suo percorso di formazione. Da pioniere del rock and roll anni ’50 in Italia alle collaborazioni con Enzo Jannacci, Luigi Tenco, Franco Battiato e altri ancora. Da precursore del Teatro Canzone ad attento osservatore della società in cui viveva, mescolando nelle sue produzioni musico-teatrali ironia, riflessione collettiva, ideologia politica e filosofia.
Per celebrare ulteriormente i 20 senza Giorgio Gaber la Fondazione ha voluto recentemente inaugurare l’11 marzo il “Palco Gaber”, un’installazione multimediale situata all’interno del Teatro Lirico di Milano. L’esposizione – accessibile per tutto il 2023 – offre ai visitatori una fotogallery inedita, video di esibizioni, playlist di canzoni, approfondimenti biografici, interviste e contributi dei vari personaggi provenienti dal mondo dello spettacolo e della musica che hanno gravitato intorno all’universo Gaber.

L’iniziativa si accompagna al lancio del nuovo podcast dedicato al cantautore, che prende spunto da uno dei suoi album più importanti: “E pensare che c’era il pensiero”. Diciannove episodi – i primi due usciti il 10 marzo – che racconteranno di volta in volta l’artista attraverso contenuti esclusivi, sullo sfondo dei cambiamenti socioculturali avvenuti in Italia dal 1970 al 2000. A curare il format è Lorenzo Luporini (nipote di Gaber), che ha raccolto per l’occasione interviste, canzoni, monologhi e testimonianze non solo dell’intellettuale milanese ma anche quelle di colleghi ed estimatori. Il podcast è fruibile su Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Google Podcast, YouTube e Intesa San Paolo On Air.
Fra le altre iniziative volte a celebrare il genio di Gaberščik, da segnalare anche la nuova rivista monografica edita da Sprea Editori, dal titolo “Gaber racconta se stesso” e disponibile dal 9 marzo in tutte le edicole. Si tratta di uno speciale che racchiude contenuti d’epoca, articoli, recensioni, foto e interviste che celebrano il ventennale dalla scomparsa del Signor G. Il progetto è stato possibile anche qui grazie all’apporto della Fondazione Gaber.
20 anni senza Giorgio Gaber, le altre iniziative per ricordare il cantautore intellettuale
Sul fronte degli eventi a tema, abbiamo gli ultimi due appuntamenti nel mese di marzo per la rassegna “Giorgio Gaber. Si può…”. Tra riflessioni, contributi audiovisivi e dibattiti, il format realizzato dal giornalista Mauro Bernardini e gli autori Paolo Dal Bon e Camillo Fornasieri – con la collaborazione della Fondazione Gaber e del Centro Culturale di Milano – mescola racconti e opere volti a restituire al pubblico il genio e l’umanità del Signor G.
Il 16 Marzo sono stati ospiti il politico Fausto Bertinotti e il giornalista Michele Brambilla, mentre il 22 marzo chiuderanno la manifestazione Lorenzo Luporini, il cantautore Santoianni, don Claudio Burgio e Benedetto Chieffo con la serata intitolata “Il diritto di vivere il presente”.
In vista di ulteriori iniziative, si segnala dal 13 al 16 aprile presso il Teatro Carcano di Milano lo spettacolo “Il Dio Bambino”, per la regia di Giorgio Gallione e con protagonista Fabio Troiano. Si tratta di un monologo scritto dagli stessi Giorgio Gaber e Sandro Luporini, messo in scena sul palco in un locale in disfacimento, come a raccontare una festa finita male. A fare da sfondo le canzoni del grande cantautore italiano, in un racconto intenso e tragicomico volto ad analizzare la realtà sociale del nostro tempo.

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