Erwin Rommel: fidato generale di Hitler o traditore?

"Non combattere una battaglia se non otterrai nulla dalla vittoria" Erwin Rommel

di Daniela Castiglia

Erwin Rommel e il grande interrogativo

20 luglio 1944, Rastenburg, quartier generale del Führer, gli oppositori del partito Nazionalsocialista piazzano una bomba nella sala conferenza Tana del Lupo. L’obiettivo era uccidere Adolf Hitler e instaurare un nuovo regime. La morte di Hitler avrebbe permesso al governo tedesco di negoziare la pace con gli alleati, ed evitato che la Germania venisse invasa.

la sala conferenza tana del lupo dopo l'esplosione
La sala conferenza Tana del Lupo dopo l’esplosione

L’esplosione dell’ordigno uccide tre ufficiali e uno stenografo. Hitler rimase solo lievemente ferito. Nelle settimane seguenti la Gestapo catturò quasi tutti i partecipanti al complotto, e anche chi non era direttamente collegato con la congiura. Seguendo il principio giuridico Sippenhaft, vengono arrestati anche tutti i parenti dei principali congiurati. 5.000 persone arrestate e circa 200 giustiziati. Anche Erwin Rommel, fedele generale di Hitler, viene sospettato di avere connessioni con il complotto, passato alla storia con il nome Operazione Valchiria.

Martin Ludwig Bormann, segretario personale di Hitler, era sicuro del coinvolgimento di Rommel, visto le sue conoscenze personali con i cospiratori. Il suo caso passò alla Corte Militare d’Onore, che si espresse favorevole al fatto che Rommel venisse degradato ed escluso dall’esercito. La Gestapo iniziò a tenere sotto controllo Rommel e la sua famiglia.

Il rapporto di fiducia con Hitler si era ormai incrinato. Hitler, consapevole della popolarità di Rommel, decise di non trattarlo come un traditore, e gli concede una soluzione onorevole: il suicidio. Così facendo non avrebbe dovuto affrontare il processo, che si sarebbe comunque concluso con una condanna a morte e l’arresto dei suoi familiari. Hitler inoltre, gli promise che avrebbe lasciato libera la sua famiglia.

foto di erwin rommel e adolf hitler
Erwin Rommel e Adolf Hitler

Il 14 ottobre 1944, Hitler invia a casa di Rommel due dei suoi generali, Wilhelm Burgdorf e Ernst Maisel. Erwin Rommel nega ogni tipo di coinvolgimento nel complotto e decide di suicidarsi ingerendo una capsula di cianuro di potassio. Il cianuro agisce bloccando l’azione dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue. In dosi adeguate può uccidere in brevissimo tempo, quasi all’istante.

Il suo corpo viene portato all’ospedale di campo Wagner-Schule. Un medico constata ufficialmente la morte di Rommel. Sul certificato però, la causa di morte è arresto cardiaco, complicato da un’embolia cerebrale, causata dalle fratture del cranio che si era procurato in precedenza. Dopo dieci minuti dalla sua morte i generali inviati da Hitler chiamarono la moglie di Rommel per informarla della morte del marito.

morte rommel annuncio
Annuncio della morte di Erwin Rommel

Erwin Rommel viene seppellito da eroe di guerra, dopo un funerale di stato, nel cimitero di Herrlingen. La scelta del suicidio salvò la vita della sua famiglia, che potè godere della sua pensione di guerra. Hitler non partecipò al funerale ma inviò il feldmaresciallo Von Rundstedt, che non era a conoscenza della vera causa di morte del generale Rommel.

Chi era Erwin Rommel, la Volpe del deserto?

Erwin Rommel era molto stimato dalle sue truppe. A differenza di altri generali non si limitava a dare ordini, ma era sempre in prima linea. Era considerato anche dai suoi nemici una persona leale e corretta nei confronti dei civili. Il suo corpo militare, Deutsches Africa Korps, inviato in Libia nel febbraio del 1941, non è mai stato accusato di crimini di guerra nella Seconda Guerra Mondiale. Rommel non obbedì agli ordini di fucilare i commando nemici catturati e i prigionieri ebrei, portando avanti una guerra senza odio e pregiudizi etnici. È proprio in Libia che Rommel conquista la sua fama di comandante e l’appellativo di Volpe del deserto, grazie alle battaglie vinte per la sua furbizia.

foto di erwin rommel durante la campagna in libia

“Mi devi credere, abbiamo preso parte a una guerra mondiale, ma per quanto noi potremo vivere, non ce ne sarà una seconda […] Credo che l’atmosfera si placherà e non sarà più bellicosa.” Erwin Rommel alla moglie

Non era un membro del Partito Nazista, ma instaurò un rapporto molto stretto con Adolf Hitler, basato su adorazione e stima. Anche se non partecipò alla vita politica tedesca, visse l’ascesa dal Partito Nazionalsocialista positivamente. Molti storici concordano nel sostenere che Rommel è stato uno degli ufficiali preferiti da Hitler, e che questo facilitò molto la sua carriera.

I rapporti di Rommel con Hitler iniziarono a logorarsi definitivamente verso la fine della guerra, nel 1943, quando Rommel scopre del genocidio di massa compiuto dalla Gestapo e dalle SS in Polonia e nei campi di sterminio, per volere di Hitler. Rommel si reca dal Führer per cercare di farlo ragionare, ma non ottiene nulla. Ormai Hitler stava portando la Germania verso la disfatta. Quasi un anno dopo Rommel incontra Karl Strölin. Dopo cinque ore di colloquio i due giungono alla conclusione che era necessario, per la salvezza della Germania, destituire Hitler.

Il primo tentativo prevedeva di riportare Hitler alla ragione, parlandogli a voce e inviandogli una lettera scritta, dove gli avrebbero mostrato l’impossibilità della Germania di vincere la guerra. Secondo la testimonianza di Strölin, il colloquio si concluse con le parole di Rommel: “Ritengo che sia mio dovere pensare alla salvezza della Germania.”

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