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maneskin rush!

No Måneskin: 17 brani e… proprio non ci siamo

Il nuovo album dei Måneskin è un tentativo goffo senza significato

Un trampolino di lancio?

Dopo il successo internazionale accumulato con la vittoria all’Eurovision del 2021, i Måneskin se ne escono con ‘Rush!’, il primo vero disco internazionale della loro discografia: su ben 17 brani, solo 3 sono cantati in italiano e i rimanenti in inglese, per una durata complessiva di più di 50 minuti, forse eccessiva visti i magri risultati artistici raggiunti. Distribuito da Sony Music (per conto di Epic Records), il disco si avvale di una masnada di produttori, compositori e parolieri largamente provenienti dal mondo del pop (Maroon 5, Coldplay, Lady Gaga, Katy Perry, Taylor Swift, Britney Spears, Backstreet Boys e molti altri), senz’altro non degli alfieri del ‘vero rock‘, qualsiasi cosa significhi. Ma passiamo all’effettivo contenuto del disco…

maneskin rush cover

Rush! Un buco nell’acqua

Visti gli elementi succitati, il disco non può che suonare come iperprodotto: come esempi bastano ‘Timezone’ e ‘Gasoline’, brani musicalmente vuoti e gonfiati all’inverosimile, con una grandeur grottesca paragonabile solo a quella di gruppi pop scialbi come gli Imagine Dragons. Qua e là, i nostri scimmiottano gli Strokes ma in ritardo di quei vent’anni abbondanti (‘Own My Mind’ e in parte ‘Kool Kids’), idem per i Red Hot Chili Peppers e il loro funky rock (‘Supermodel’). Oltre ai quasi onnipresenti groove funky, vengono insinuate nel disco qua e là sonorità alternative rock anni ’90, riconoscibili soprattutto nei toni ispessiti della chitarra elettrica di Raggi.

Da questo pastiche di jamesoniana memoria di anni ’80, ’90 e primi ‘00 emerge a pelo d’acqua Tom Morello, chitarrista famoso per aver fondato i Rage Against the Machine e gli Audioslave, che collabora con il gruppo in ‘Gossip’ portando qualche intervento di chitarra e la sua firma stilistica, rendendo comunque il brano tra i più sopportabili del disco (ma non di certo un capolavoro).

maneskin

La grande lirica italiana

Premesso che valutare un album pop dai testi delle sue canzoni è un po’ come recensire un film porno per la trama, i testi in questo caso non possono però essere ignorati visti i livelli raggiunti. Il continuo gusto per la provocazione e lo scandalo, attraverso voci orgasmiche e testi che potrebbero sembrare volgari solo a educande (mentre risultano invece quasi parodistici, come una versione aggiornata degli Spinal Tap), mette in luce un provincialismo tutto italiano e pure una certa ignoranza di quello che il mondo rock (nel senso largo del termine) ha già fatto prima per provocare, scandalizzare e instillare orrore.

Di fronte a personaggi underground e tragici come GG Allin (i cui testi e gesta sul palco fanno davvero impallidire quelli dei nostri) fino agli odiosi black metaller scandinavi, nazisti e assassini, cosa può fare un gruppo pop per alzare il tiro? Probabilmente (e fortunatamente) niente.

maneskin white

Rock o barbarie

Fingendosi rock, i Måneskin negli ultimi anni hanno cercato di capitalizzare audience tra i fan del ‘vero rock’, spesso persone che hanno smesso di comprare vinili nel 1976 (o giù di lì) e sono rimaste ai grandi gruppi (hard) rock di inizio anni ’70: Led Zeppelin, Deep Purple, The Who, Pink Floyd (anche se non sono hard rock) e tanti altri… Insomma, gente a cui basta vedere una chitarra elettrica suonata alla vecchia maniera per agitarsi. Dopo il successo dell’operazione Greta Van Fleet, un gruppo copia dei Led Zeppelin, evidentemente sembrava sensato replicare la stessa modalità per sottogeneri rock più vicini alla contemporaneità.

maneskin

La finzione rock dei Måneskin è palese anche solo dalla loro scelta di reclutamento per le sessioni di registrazione e di composizione dei brani: non mi sembra che i dischi degli Slayer fossero prodotti da George Martin o da Quincy Jones o che necessitassero dei testi scritti da Mogol e Malgioglio. L’album sembra più una piazzata commerciale fatta per imbrogliare ascoltatori superficiali o che semplicemente pretendono poco dalla musica, ma non venite a dirci che è vera musica.

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