Cosa centra essemagazine? E chi è Fumez the Engineer?
Per i meno informati su i nuovi andamenti del rap britannico e nostrano, Fumez the Engineer è il possessore di un format tanto semplice quanto efficace: ‘Plugged in’, il rapper registra due o tre strofe inedite che l’ingegnere acustico Fumez si occupa di missare e masterizzare.
Il video, più semplice he mai, è un breve filmato del rapper che fa la sua “take” per le varie strofe e delle varie reazioni a queste dell’Engineer.
Una sorta di Real Talk di oltremanica, molto ridotto, e con molta meno enfasi sulla componente ‘live’ dell’esecuzione.
La cresta dell’onda del rap italiano
Ovviamente, per una barriera linguistica, questo format è rimasto per molto tempo esclusiva di rapper britannici e della nuova ondata di grime/drill che ha completamente conquistato il Regno Unito.
Quasi scontato chi abbia avvicinato l’ingegnere al Bel Paese: Rondodasosa.
Prevedibile, com’è stata prevedibile l’escalation d’interesse degli altri rapper italiani a questo format per la corsa (per me già ovviamente vinta) alla conquista dell’Europa.
Lazza, Enzo Dong e ultimo Guè, un’ottima mossa di marketing per il suo ultimo album ‘Madreperla’.

Essemagazine
Non solo gli artisti si sono avvicinati a Fumez, ma anche la più grande testata a tema Rap d’Italia ha incominciato a stringere rapporti con lui: Essemagazine.
Difatti, è stata una notizia degli ultimi mesi la neonata collaborazione tra i due: i partecipanti beatmaker avrebbero dovuto mandare le proprie creazioni a una mail, che sarebbero state giudicate dalla redazione di Esse e dallo stesso Fumez, per così vincere delle collaborazioni e apparizioni.
Live, e una figuraccia
La live, che sanciva l’inizio della collaborazione e del progetto, finisce col botto: il giornalista di Esse dimentica di chiudere la live dopo l’uscita di Fumez e si lascia sfuggire una concitata opinione sui beat ascoltati.
Gli occhi sgranati e l’espressione di puro terrore nel volto dello speaker prima del buio della chiusura dello stream sono state, ammetto, particolarmente comiche.
Insomma, possiamo dirlo: una delle più grandi testate nazionali musicali è riuscita in una delle nostre classiche gaffe internazionali.
Non sono i meriti a nascondere l’errore
Ovviamente sono arrivate subito le scuse e le distanze di Fumez da quanto detto dal giornalista, ma c’è stata una piccola aggiunta a queste che non mi ha fatto passare oltre a questa notizia di poco conto, nonostante le settimane passate.

Non è per me un problema una gaffe simile. Difatti, come già scritto, quest’Antitesi avrebbe trattato altro non fosse stato presente nessun commento.
Ma rispondere alla critiche con il vantarsi, da un giornale che si affaccia al mondo e non solo al nostro paese, è per me tra i comportamenti più gravi possibilmente immaginabili.
Non credo sia qualsivoglia successo o lavoro compiuto a riempire una figuraccia che poteva costare un’intera collab.
Soprattutto, perché siamo sempre a scagliarci contro numeri e contronumeri ma pronti a tirarli fuori alla minima minaccia di critica.
Comportamento che posso accettare da parte di un artista, ma da una redazione è semplicemente umiliante per tutta una categoria.
ESSEre migliori
Credo di essere l’ultimo a poter fare appello all’umiltà, ma alle volte c’è bisogno di guardare in faccia a una spietata realtà.
Vero che solo chi fa può sbagliare, ma è difficile completamente esimersi dal compiere qualsiasi cosa: Essemagazine non ha fatto nulla di più del proprio lavoro, un lavoro serio e concreto che ha portato a tanto, c’è bisogno di barricarsi così tanto dopo una critica fondata dopo aver sbagliato qualcosa per cui si è remunerati?
Credo che tutto il settore della stampa musicale (e soprattutto della stampa improntata sul rap) possa ancora migliorare tanto, ma come, se all’errore si risponde vantandosi, dimostrando solo un’enorme insicurezza?