Joe Scacchi

Il bello del rap torna: Joe Scacchi con ’27’

Release in coincidenza

di Melpot Cosmos

Ma chi è Joe Scacchi?

Di nuovo, incredibilmente, una strana coincidenza: due belli del rap rilasciano lo stesso venerdì un album.
Uno glorificato, da numerosi platini, dischi venduti e featuring di altissimo livello, Ernia.
Dall’altra parte un vero simbolo di un underground derivato da soundcloud: Joe Scacchi, metà del duo WingKlan assieme Tommy Toxxic.

Ernia pubblica ‘Io non ho paura‘, un vero e proprio seguito della sua nuova carriera iniziata con ‘Gemelli’, mentre Joe Scacchi non sembra cambiare.
Fedele al suo scorso disco ‘Marketing’, i suoni rimangono simili e forti, ma senza l’arroganza del primo progetto.

‘Morirò a 27’

La maggior parte delle tracce in ’27’, a differenza dello scorso disco, sono affidate a No Label, invece che a NIKENINJA.
Questo non rende completamente diverso il suono del disco, alla fine la linea di Joe Scacchi sembra bella precisa e con dei precisi canoni, ma le strutture e i campioni di No Label risultano meno appuntiti rispetto a quelli del collega.
Non che questo sia un lato negativo. Il suono si sposa a un immaginario diverso rispetto a quello del disco precedente: più nostalgico, pesante e sentito, nonostante gli argomenti presenti nei testi siano più o meno simili.

Non è sicuramente un disco della maturazione, ma non credo fosse un intento dell’artista.
Un LP che risulta un biglietto d’addio: come in ‘Marketing’ il rapper romano non nasconde le sue passioni e ciò che ha costituito e costituisce la sua vita, ma ne parla al passato, come se il suo 27esimo anno di vita fosse l’ultimo.
Un’ovvia citazione infatti al 27 club, che continua con la copertina del disco: Joe è ritratto nella stessa posa della celebre foto di Jim Morrison celebre appartenente allo stesso “club”.

Cover del precedente disco di Joe Scacchi, 'Marketing'
Cover del precedente disco di Joe Scacchi, ‘Marketing’

Una vita da rockstar

La star dell’undergound rap non fa mistero della sua fascinazione verso il rock’n’roll e le rockstar del passato, connettendo l’immaginario della sua trap con un mondo apparentemente distante, senza però snaturarsi dalle sue solite sperimentazioni.
Non sentiremo quindi nessuna chitarra, ma solo suoni pesanti e elettronici, pronti a farci ricredere su quanto si possa essere dei rocker senza nessuna chitarra.
La mancanza di introspezione rimane evidente ma nella durezza del linguaggio del rapper si possono intravedere dei sottotesti su delle sue fragilità, come in Angel Gabriel.

La scelta dell’essere una popstar

Neanche Ernia cambia particolarmente dall’ultimo progetto, e si limita a continuare la strada iniziata con ‘Gemelli’.
Una derivazione completamente pop, con molto cantato e poche strutture riconducibili al più classico dell’hip hop.
Un disco con particolari introspezioni e molte parentesi amorose, le chitarre infatti, la fanno da padrona sulla maggior parte delle produzioni, accompagnando la voce di Ernia con note gentili.

Il rapper non è mai sembrato più distante dai suoi esordi, ma come avvenne per Rkomi, il cambiamento è stato graduale e senza nessuna vera e propria spaccatura.
Si potrebbe dire che ‘Io non ho paura’ è il ‘Taxi Driver’ di Ernia, ma al contrario di quest’ultimo quasi non presenta collaborazioni, quasi a rimarcare il proprio viaggio artistico.

ernia cover io non ho paura joe scacchi
Ernia nella copertina di ‘Io non ho paura’.

‘Tutti dovrebbero avere paura’

Le poche collaborazioni presenti nel disco non fanno altro che ribadire quale sia la direzione dello stesso: compaiono gli ormai soliti Guè, Salmo, Geolier, ma oltre a questi il rapper sceglie Rkomi, Gaia e Marco Mengoni.

Un disco che viene descritto come della maturazione, visto l’avvicinarsi ai 30 del ragazzo.
Ma risulta forzato.
Ernia non è particolarmente diverso da quello che si poteva avere in ’68’, ha semplicemente cambiato target e linguaggio.
Difatti, col rapper Scacchi non ha che 2 anni di differenza.

La voglia di diventare grandi

‘Io non ho paura’ non è un disco maturo ma vuole pretendere di esserlo, questo risulta in un disco un po’ stucchevole che sa di già sentito, l’esatto opposto di ’27’.
Certo, ogni artista e ancora prima ogni persona arriva alla “maturità” coi suoi tempi, ma quella di Ernia sembra completamente costruita.

Forse un’esigenza del personaggio, ma che risulta ancora falsata, o semplicemente dettata dai tempi.
Esigenza che manca completamente Joe Scacchi, che anzi si vede e si immagina immolato per un determinato stile di vita.
Da una parte quindi abbiamo un giovane che si vuole sentire anziano e dall’altra un giovane che lo vuole essere per sempre.

E forse sarò di parte, ma ho sempre preferito i secondi, o perlomeno chi mi dava l’impressione di comportarsi come la sua età suggeriva.

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