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Ma chi è Danti?
Danti, al secolo Daniele Lazzarin, ha appena rilasciato il suo nuovo progetto: ‘L’ultimo Disco’ è uscito lo scorso venerdì 21 ottobre.
E già posso sentire molti sopraccigli alzarsi.
Tranne gli amanti del genere e i conoscitori abbastanza esperti, potrebbe essere un nome che non fa suonare nessuna campanella.
Ma la sua carriera non è limitata a solo due dischi usciti e un una manciata di singoli: voce del duo TwoFingerz, conta enormi collaborazioni e produzioni con grandi artisti prima del loro scioglimento nel 2017.
Insomma: Fedez, J-Ax, Dargen D’Amico, Vacca e molti altri del periodo fertile degli anni ’10 italiani hanno lavorato con il duo e con Danti, rendendolo una figura di spicco nel panorama e anche uno dei primi a unire al rap la Edm.
“L’ho appena scoperto ed è all’ultimo disco?”
Quindi, dopo un mea culpa generale, la sorpresa rimane: un personaggio simile ritorna con un grande progetto e abbandona la scena?
Beh, forse lo scherzo sta esattamente nel nome completo del progetto, che recita un piccolo ‘Parte uno‘ dopo il titolo.
Insomma, non abbiamo certezza che dopo la seconda parte ci possa essere qualcosa, ma è abbastanza assicurato che dopo queste undici tracce ci aspetti ancora qualcosa da Danti.

Un buon canto del cigno
Un disco interessante, in fin dei conti.
Le produzioni interessanti, i giochi di parole di Danti continuano a stupire, ma ciò che più mi ha colpito è la poliedricità del progetto: featuring che nessuno si aspetterebbe con una figura del genere, fra cui molti giovani.
Dani Faiv, Axos, Nello Taver, Warez, Boss Doms ma anche meno giovani come Inoki, Fritz da Cat e Ghemon.
Artisti probabilmente mai visti in unico progetto, per cui il disco, ancora prima di essere ascoltato si propone una sfida quasi impossibile: essere un progetto coeso con nomi simili, con poche somiglianze l’uno con l’altro.
“E ci riesce?”
In modo quasi impeccabile, e non solo: gli artisti non si limitano a una mera strofa da compito, ma si rendono in stato di grazia; menzione speciale infatti alle strofe di Dani e Nello.
Per il resto, l’unica sincera pecca che riscontro è quanto suoni pop alle volte, come in Anna, ma senza scadere nel pessimo prodotto di plastica.
Un disco che vale sicuramente l’ascolto, anche solo per curiosità, e nel caso, per incominciare ad approfondire la carriera di uno degl’artisti più dentro le quinte della scena musicale italiana.

Non l’unico ultimo disco
Stranamente, con una coincidenza quasi surreale, anche un altro artista annunciava un “ultimo disco” o almeno, un ultimo progetto prima di una lunga pausa forzata.
Difatti, come penso molti abbiano visto ai svariati telegiornali, Niko Pandetta è stato incarcerato in questi ultimi giorni, ma in vista del suo possibile detenimento ha deciso di far uscire un ultimo progetto sempre venerdì 21 ottobre, chiamato ‘Ricorso inammissibile’.
Un disco che al contrario di quello di Danti non presenta feat né grossi cambiamenti, ribadendo (se fosse ancora possibile) il legame tra Niko, i ritmi latini e il neomelodico.
Un album ovviamente figlio della fretta di uscire, per sfruttare la pubblicità evidente che avrebbe scatenato la sua incarcerazione.
Un’ottima mossa di marketing per un album un po’ ripetitivo, ma che spero dia la speranza a Niko Pandetta di uscire dal carcere un giorno e non rientrarci mai più cambiando totalmente vita.
“E invece l’hanno preso”
-Niko Pandetta in ‘Non mi prenderete mai’
poco rap, molto pop, molto zarri
I due album in fin dei conti, non hanno molto di che da spartire l’uno con l’altro a livello musicale, ma li lega una coincidenza magnifica.
Da un lato abbiamo un progetto millimetrico segnato da un grande ritorno, ma che non ha evocato un grande polverone intorno a sé come ci si poteva aspettare.
Dall’altro invece, abbiamo un progetto ideato all’ultimo spinto addirittura da ogni telegiornale nazionale a loro insaputa.
Inoltre, tutto condito da una forte componente zarra presente in entrambi progetti.
E che dire, da ascoltare entrambi, alla fine sono due ultimi dischi, vale la pena fare un tentativo per entrambi.
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