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Vlad l’Impalatore, meglio conosciuto come Dracula o Țepeș che significa “impalatore” in romeno, è passato alla storia per la sua abitudine di giustiziare i nemici utilizzando un palo. Durante gli anni in cui governò la Valacchia e combatté i turchi, escogitò diversi metodi di tortura, con lo scopo di terrorizzare gli ottomani, i Boiardi, i nobili della Valacchia e i mercanti.
Vlad e il codice di esecuzione
Vlad passò quasi tutta la sua vita in guerra contro i Turchi, e si rivelò non solo un governante astuto, ma anche un capo militare di talento. Probabilmente senza il suo contributo, l’Impero Ottomano sarebbe riuscito a conquistare molti più territori in Europa.

Fece ampio uso della tortura nel corso degli anni in cui era Voivoda di Valacchia. Non era di certo un caso isolato. La tortura e le esecuzioni, erano una costante a quei tempi, sia da parte dei cristiani che da parte dei musulmani. Anche l’Impero Ottomano faceva largo uso dell’impalamento.
La pratica dell’impalamento poteva avvenire in due diversi modi: con un palo acuminato conficcato nell’addome, e con un palo di legno oliato infilato nel retto del condannato. Il secondo metodo era di gran lunga il più terribile. La morte avveniva lentamente e nei giorni a seguire. Per effetto del peso del corpo, pian piano il palo entrava all’interno del corpo.
Entrambi i metodi prevedevano che la vittima venisse issata a diversi metri di altezza, in modo che tutti potessero vederla e sentirla.
Vlad III aveva elaborato un severo codice di esecuzione, in cui specificò i punti per diversificare le forme di impalamento in funzione del lignaggio del condannato. I ricchi potevano avere un palo dipinto color oro. Le adultere venivano impalate davanti alla loro porta di casa. Ai mercanti spettava un palo con incise delle tacche, che rallentavano ancora di più la morte.
A Sibiu fece impalare 10.000 persone contemporaneamente, dopo essere state interamente cosparse con il miele, per attrarre ogni genere di insetto.
Vlad assisteva a ogni fase dell’agonia dei suoi condannati. Era anche solito mangiare con alcuni membri della corte, davanti ai condannati agonizzanti sui pali.

Altri metodi di tortura di Vlad l’Impalatore
L’impalamento non fu l’unica forma di tortura che partorì la sua mente. Secondo la leggenda, il 24 agosto 1459, Vlad invitò a pranzo alcuni mercanti nella città di Brașov, e gli diede da mangiare il miglior cibo. Finito di pranzare, fece sventrare un mercante, e a un altro venne ordinato di mangiare le pietanze direttamente dalle budella del primo. Il secondo mercante venne poi ammazzato allo stesso modo, e al terzo mercante tocco la stessa sorte del secondo, costretto a mangiare dalle budella. E così via fino all’ultimo mercante, bollito vivo e dato in pasto ai cani.
Ci sono molte leggende sulla personalità di Vlad l’Impalatore, ed è difficile discernere tra realtà e leggenda, visto la crudeltà con cui operava.
Un mercante sassone denunciò a Vlad il furto di 160 ducati in oro. Vlad minacciò la popolazione che, se non avesse consegnato il ladro, li avrebbe fatti impalare tutti. In breve tempo venne consegnato il criminale che finì impalato. Al mercante sassone vennero consegnati 161 ducati in oro. Il giorno seguente, l’uomo riportò a Vlad III il ducato in più, e questi gli disse che, se non lo avesse riportato, lo avrebbe fatto impalare insieme al ladro.
Vlad l’Impalatore fece mettere una coppa in oro massiccio nella piazza della città di Târgoviște. La coppa restò lì per oltre un mese, perché i ladri erano terrorizzati di essere condannati all’impalamento. Come ogni altro principe in quel periodo storico, visse la sua vita in guerra e finì i suoi giorni in battaglia. Solo dopo la sua morte conobbe la fama che ancora oggi lo accompagna, rendendolo il più famoso vampiro della letteratura mondiale.
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