Caricamento...
26 giugno 1284, nel giorno di San Giovanni e Paolo, un pifferaio vestito di abiti variopinti adesca 130 bambini. Non fecero mai più ritorno a casa. Questa è la vera storia dietro alla fiaba del Pifferaio Magico o Pifferaio di Hamelin. Una fiaba molto conosciuta, considerata innocua e frutto della fantasia umana, ma che in realtà si basa su fatti realmente accaduti.
La vera storia dietro al Pifferaio Magico
Il pifferaio arrivò nella città di Hamelin per liberarla dalla piaga dei ratti, con la promessa di una lauta ricompensa. Gli abitanti della città però, si rifiutarono di pagare il pifferaio, che portò via i bambini del paese per accompagnarli in un bel luogo, dove si sarebbero divertiti.
La versione originale della fiaba non prevedeva un lieto fine. I bambini vennero infatti portati in una caverna e chiusi lì per sempre. Solo un bambino zoppo riuscì a salvarsi dal rapimento, perché non riuscì a tenere il passo con gli altri. Nella città di Hamelin si trovano diverse testimonianze dell’accaduto.
L’iscrizione affissa nel muro di una casa della città di Hamelin, risalente al 1600 circa, recita:
Anno 1284, nel giorno di San Giovanni e Paolo, il 26 giugno un pifferaio con abiti variopinti adescò 130 bambini nati ad Hameln che furono persi al calvario del Koppen.

Sulla vetrata della Chiesa nella piazza del mercato venne rappresentata la scena del pifferaio che porta i bambini all’interno della montagna, dentro a una grotta dalla quale non fanno più ritorno.

Un altro riferimento all’episodio ancora presente in città, è il divieto assoluto di suonare musica nella via Senzatamburi, dove anche i cortei in festa quando passano di lì, devono cessare immediatamente di suonare.
Cosa è successo ai bambini di Hamelin?
Sono state vagliate diverse ipotesi per spiegare l’accaduto. Dall’epidemia di peste alla migrazione di massa. Poche ipotesi però trovano un riscontro storico logico. La grande epidemia di peste arrivò in Europa nel 1347, e il fatto è avvenuto nel 1284.
Un’altra ipotesi sostiene che i bambini sono stati portati a morire in montagna, per evitare di diffondere la malattia della Corea di Sydenham e contagiare il resto della popolazione. Si trovano dei riferimenti a favore di questa ipotesi nella Cronaca di Erfurt del 1237 e la Cronaca di Maastricht del 1278.
Forse i bambini sono stati costretti a lasciare la città per una nuova Crociata dei Fanciulli o per una campagna militare. Le campagna militare era del tutto normale a quei tempi, anche per i bambini più piccoli.
Oppure i bambini sono stati protagonisti di una migrazione di massa verso l’Est Europa. Ci sono dei riferimenti anche nella prima versione della fiaba dei Grimm, che narra di come la caverna in realtà conducesse alla Transilvania, in Romania.
Un’altra ipotesi avanzata da Gernot Hüsam, uno storico locale, è quella del sacrificio. I baroni Spiegelbergs, cattolici convinti, erano decisi a eliminare le resistenze alla conversione religiosa della zona. Assoldano un cacciatore dagli abiti sgargianti, fecero sacrificare 130 bambini della città di Hamelin sopra a un “calvario” vicino alla città.
Il calvario potrebbe essere il monte Ith, distante soltanto 15 chilometri dalla città di Hamelin, dove si trova il Teufelsküche, la Cucina del Diavolo, un luogo perfetto per i sacrifici e tradizionalmente legato a riti pagani.
La collina Oberberg sulla catena rocciosa viene descritta dalla tradizione orale della città, come teatro di riti e feste demoniache a sfondo sessuale, che venivano accompagnate dal suono di un pifferaio che suonava durante le cerimonie invitando i giovani alla danza.
Che fine abbiano fatto i bambini di Hamelin è ancora oggi un mistero. Le ipotesi sono tante e l’accaduto è raccontato e rappresentato in ogni angolo della città. L’unica cosa certa è che 130 bambini sono stati portati via dalla città, senza fare mai più ritorno.
Caricamento...