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Regina Elisabetta: la quintessenza della forza
Questo che state per leggere non vuole essere un semplice contenuto commemorativo o il frutto di un coccodrillo già confezionato. Non ripercorreremo la storiografia di un personaggio, ma cercheremo di coglierne l’essenza della sua persona.
Alla fine quel giorno è arrivato. E’ arrivato sul finire di un’estate quasi a simboleggiare il tramonto di un’epoca. E’ l’8 di Settembre.
Se dovessi pensare alla prima parola che mi viene in mente per descrivere Queen Elizabeth, quella parola sarebbe sicuramente forza.
“Quando la vita sembra difficile, i coraggiosi non mollano e non accettano la sconfitta, sono invece tanto più determinati a lottare per un futuro migliore”.
E’ l’incarnazione della resilienza, di uno spirito temprato alle sfide più ardue, vinte proprio in quel momento nel quale non possiamo e non dobbiamo mollare la presa. Le tempeste vanno attraversate, ed è solo dopo averlo fatto che vedremo la luce e ne sapremo cogliere l’estrema bellezza. E’ questo l’insegnamento che ci lascia una delle figure più importanti della storia contemporanea.
Sacrificio, dedizione, rigore. Risuonano come parole lontane da noi, in una società sempre più portata a chiedere piuttosto che a dare. Ma è esattamente su questo che si costruiscono le storie più leggendarie, che siano personali o di un popolo. Per lei lo sono state entrambe.
La Regina Elisabetta è stata alla guida di un Paese che incarna tutto questo. Il suo è il popolo del fare, è il popolo che quando cade non perde troppo tempo a compiangere le proprie ferite ma semplicemente pensa a rialzarsi. Il dictat elisabettiano al suo amato popolo.
Ma essere forti non significa non avere paura o sentirsi intoccabili. Avere forza significa affrontare le proprie paure ma non mostrarle a tutti. Chissà quante volte nel corso della storia Elisabetta II ha avuto paura, a partire dalla chiamata a servizio della Corona quando giovanissima non si è sottratta al suo dovere. Un dovere che ha abbracciato con tutta la dedizione che un essere umano possa avere, adempiendo in maniera impeccabile a tutte le sfide che la storia le ha riservato.
Un amore viscerale il suo, che ha portato a termine fino al giorno della sua morte.
Donna, moglie, madre. Ma prima, Regina
Quando Elisabetta sale al trono ha solo 26 anni. E’ una giovane moglie e madre di due bambini, Carlo e Anna. Ma soprattutto, è una donna. Una giovanissima donna che tutto il mondo sta a guardare.
La straordinarietà di questa persona risiede anche nella sua essenza di donna. Una donna al comando, che con autorevolezza, ma senza mai mostrarsi autoritaria, diviene la forza trascinante di intere generazioni. Dietro a nessun uomo, ma a fianco all’uomo che ha amato per tutta la vita.
Una forza d’animo che con ragionevolezza si è messa a servizio del suo Paese. Mai scomposta e mai rassegnata, ha saputo tenere per sé i momenti dolorosi che hanno segnato la sua vita, con tutta la dignità che può contraddistinguere una persona, una Regina.
E’ stata lo specchio della società inglese, che si fonda sul non abbattersi, sull’andare controcorrente anche quando le condizioni non lo richiederebbero.
Alla Regina Elisabetta voglio esprimere un grazie personale per essere stata alla guida di un Paese che mi ha insegnato esattamente quella che era l’essenza della sua persona: guardare avanti la strada ricorrendo a tutta la forza e la determinazione che si possano avere e cercare di trovarle sempre, anche quando pensiamo di averle perse.

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