Paola Turani? Viva la mamma! Senza “se” e senza “ma”

Bollettino di guerra di un normale mercoledi social

di Clu

Paola Turani offesa perché umanamente sincera; e siamo ancora nel 2022

Una delle più celebri canzoni del poeta Edoardo Bennato recitava

Viva la mamma perché
se ti parlo di lei, non sei gelosa

quello che invece è successo a Paola Turani, influencer, modella e (diciamolo pure) mia coetanea è qualcosa di realmente agghiacciante che, ancora una volta, deve spingerci verso una ponderata riflessione sull’impatto dei social nella psiche delle persone (e viceversa).

Cosa è successo

Questa volta è bastata la banalità ad accendere la macchina del fango nei confronti di una nuova vittima senza colpa alcuna. L’influencer pubblica sui propri canali social delle stories per descrivere quella che, in alcuni momenti, può essere definita (giustamente) la fatica dell’essere mamma. Tantissimi utenti (followers e non) hanno sentito il bisogno di esprimere la propria contrarietà gettando addosso alla donna tonnellate di insulti gratuiti.

Sembra proprio che, per alcune persone, la mamma sia quasi un sacro crisma da venerare; uno di quei ruoli che non può in nessun modo avere, nell’oceano di felicità che solo la nascita di un figlio dà, delle “macchie”, dei momenti no. Tuo figlio piange ininterrottamente da 3 ore e non si riesce a placarlo? Devi prenderla con filosofia! Esiste ancora, nell’immaginario di molti, il concetto della mamma che, siccome intoccabile, deve assolvere al suo dovere in maniera ligia e senza dare a vedere segno di cedimento alcuno. Va detto, questo non viene richiesto ai papà.

Paola Turani Enea
Paola Turani e il figlio Enea Francesco (fonte IG Paola Turani)

Per coloro che hanno contestato la storia instagram di Paola Turani, il viaggio con un figlio dev’essere un’esperienza sempre e comunque positiva, che non porta con se i piccoli (e incorreggibili) problemi gestionali che una vacanza con bebè può avere.

Fare notare queste ovvietà (proprio come ha fatto Paola nelle sue storie, quasi a voler cercare nei propri sostenitori dell’empatico conforto) è segno di grande umanità e intelligenza da parte di una persona che non ha paura di mostrare le proprie fragilità.

O magari sbaglio io eh.

Tolta questa ovvietà, se anche volessimo analizzare i video dell’influencer, credo salti subito all’occhio l’entusiasmo e la felicità con i quali la donna descrive le criticità nel gestire un bimbo che sta iniziando ad esplorare il mondo.

Quindi il problema?

Il problema siamo noi! Come sempre. Una deriva ogni giorno più cupa, quella dei social media oramai destinati a pubblica piazza medievale nella quale si puniscono le persone basandosi su credenze e sul sentito dire. Mica male per la culla della civiltà no?

A Paola Turani vorrei dire qualcosa che rimanga scritto nero su bianco, invece.

Cara Paola,
Ho 34 anni come te e, capirai bene, non so minimamente di cosa ti occupi (ma sono un uomo, mi perdonerai noi ci arriviamo sempre dopo). Ho una compagna, in ogni caso, che ti segue anche per me; non ho figli ma ho ascoltato quello che hai detto nelle tue stories e, proprio da persona senza figli, ti voglio dire che le persone empatiche come te esistono eccome. Posso capire bene quali siano le difficoltà che si hanno nell’accudire un figlio, il peso e la responsabilità che si provano nel crescere un piccolo essere umano, i momenti no e quelli nei quali ti verrebbe da chiuderti in bagno e metterti le cuffie isolandoti dal mondo.

Non c’è assolutamente nulla di male in questo, avviene in ogni momento e contesto della nostra vita. E’ la cosa più naturale del mondo: proprio come un figlio.

Detto tutto questo posso comodamente tornare sulla mia poltrona ad osservare, quasi in maniera patologica, il triste degenerar della nostra gran bella società. Non credo occorrerà aspettare troppo per un nuovo gran spettacolo di degrado umano.

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