Nei sogni siamo la nostra parte peggiore?

Nella realtà ci comportiamo seguendo un’etica, una moralità. Sappiamo distinguere il bene dal male e ci viene naturale adottare determinati atteggiamenti. A chi verrebbe in mente, essendo in coda alle poste, di sparare a quello davanti al noi? Chi penserebbe mai di entrare la notte in casa di qualcuno ed aprire il suo frigorifero? Chi di noi bacerebbe sulla bocca il responsabile delle paghe durante una riunione di lavoro? Chi tirerebbe i capelli alla cassiera del supermercato? Chi farebbe mai la pipì in pubblico?
Tutte queste cose sono regolate da un’etica, da un codice comportamentale intrinseco, da un senso morale innato. A ciò si aggiunga la legge che, sicuramente, rappresenta un deterrente per moltissime cose che comunque difficilmente faremmo. Ma come siamo nei sogni? Siamo come Michael Douglas, nel famosissimo ‘Un giorno di ordinaria follia‘ o abbiamo lo stesso senso morale che ci guida nella realtà? Fino a che punto le disposizioni e le sensazioni morali si estendono dalla vita al sogno? Citando Vasco, nei sogni siamo buoni o cattivi?
Ho superato il punto di non ritorno. Sai qual è? È il punto in cui, in un viaggio, è più conveniente proseguire che tornare indietro.
Un giorno di ordinaria follia
Come per quasi tutte le questioni che riguardano i sogni e l’inconscio, anche con questo quesito troviamo opinioni contraddittorie. C’è chi sostiene che i dettami della moralità non trovano posto nei sogni, e chi sostiene invece che il carattere morale dell’uomo permane nella sua vita onirica. Tutto ed il contrario di tutto insomma.
Nei sogni non ci sono regole

Secondo lo psicologo tedesco Peter Willers Jessen, durante il sonno non diventiamo migliori, né più virtuosi, al contrario la coscienza sembra muta, poiché non proviamo compassione e possiamo compiere i peggiori crimini come furti, violenze, omicidi, il tutto nella più totale indifferenza e senza alcun rimorso.
Della stessa opinione è Radestock secondo il quale nei sogni l’indifferenza etica regna sovrana in quanto le associazioni si manifestano e le rappresentazioni si uniscono senza il minimo riguardo per la riflessione, per il buon senso, per il gusto estetico o per il giudizio etico che è estremamente debole.
Volkelt sostiene che nei sogni, la condotta è particolarmente sfrenata, in particolare per ciò che concerne gli argomenti sessuali. Il sognatore è estremamente spudorato e privo di ogni sentimento o giudizio morale. Le associazioni oniriche che fa sono impensabili nello stato di veglia. A questo punto mi chiedo: sono l’unica che si fa paranoie anche durante i sogni?
La moralità non dorme mai
Arthur Schopenhauer è di idea diametralmente opposta, così come lo sono altri autorevoli studiosi che citerò di seguito. Secondo lui anche nei sogni si agisce e si parla in completo accordo con il proprio carattere. K. P. Fischer, sostiene che i sentimenti soggettivi e i desideri, o gli affetti e le passioni, si rivelano nella libertà della vita del sogno, e che le caratteristiche morali delle persone si riflettono nei loro sogni.
Della stessa idea anche Haffner secondo il quale tranne rare eccezioni, un uomo virtuoso resta tale anche nei suoi sogni. Si terrà quindi lontano dall’odio, dall’invidia, dall’ira e dagli altri vizi, e resisterà alle tentazioni anche mentre dorme.
I sogni contengono la verità, ci insegnano a conoscere noi stessi nonostante tutte le maschere, nobili o vili, che mostriamo al mondo, quindi la persona onesta non può commettere un delitto neppure in sogno o, se lo fa, ne resta inorridito come di qualcosa di estraneo alla sua natura.
Dimmi cosa sogni e ti dirò chi sei

Usare i sogni per capire la personalità di una persona è una pratica largamente applicata. Cito l’episodio dell ’imperatore romano che ha mandato a morte un uomo ‘solo’ perché aveva sognato di assassinare l’imperatore. I pensieri che uno ha in sogno sono gli stessi che ha anche da sveglio: questa la motivazione della condanna a morte. Platone, al contrario, sosteneva che gli uomini migliori fossero quelli che sognano solo ciò che altri uomini fanno da svegli.
Ma c’è chi pensa il contrario come Hildebrandt che afferma che quanto più pura è la vita, tanto più puro è il sogno, e quanto più impura è l’una, tanto più impuro è l’altro. Ritiene che la natura morale dell’uomo permanga nei sogni dove non si perde mai di vista la distinzione tra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto, tra la virtù e il vizio.
Ciò che è fondamentale nella natura dell’uomo, il suo essere morale, è talmente radicato che è praticamente impossibile che durante il sonno si faccia da parte o che venga aggirato.
Comunque la giri qualcosa non torna
Chi ritiene che la personalità morale dell’uomo cessi di agire nei sogni dovrebbe perdere ogni interesse per i sogni immorali. Chi, invece, crede che la moralità e il senso etico si estendano ai sogni, dovrebbe accettare la responsabilità incondizionata per i sogni immorali. Ciò che è certo è che nessuno sa con sicurezza fino a che punto è buono o cattivo.
Non me lo sognerei nemmeno
Il conflitto di opinioni sulla moralità nei sogni, fa perdere di vista l’origine dei sogni immorali. Da cosa nascono? Quando consideriamo l’apparenza immorale dei sogni, è necessario tenere conto della forma drammatica nella quale sono presentati.
Quando vogliamo discolparci da qualche ingiusta accusa, soprattutto se si riferisce alle nostre intenzioni, usiamo spesso la frase: “non me lo sognerei nemmeno”. In tal modo esprimiamo, da una parte, la sensazione che la regione dei sogni sia la più remota e l’ultima in cui rispondiamo per i nostri pensieri, ma d’altra parte, ammettiamo indirettamente, che se se sognassimo quell’intenzione di cui siamo accusati ci sarebbe una ‘punta di verità’.
Secondo me la verità sta qui: qualsiasi azione di un sogno è passata, in un modo o nell’altro, come desiderio, come passione, o come impulso, attraverso la mente sveglia ed il sogno la ha semplicemente presa e sviluppata, elaborandola in forma drammatica.
I sogni sembrano esistere proprio per mostrarci la nostra natura nascosta e per rivelarci non quello che siamo, ma quello che avremmo potuto essere o che vorremmo essere. I sogni molto spesso non fanno altro che rivelarci ciò che noi non vorremmo ammettere, ed è sbagliato da parte nostra stigmatizzarli come bugiardi e ingannatori.
I sogni non mi hanno mai mostrato che cosa dovrei pensare di un uomo, ma a volte ho imparato da un sogno che cosa io effettivamente pensi di un uomo e quale è il mio atteggiamento verso di lui.
Erdmann
Immorali anche da svegli ma solo con il pensiero
Gli impulsi immorali hanno un certo grado d’influenza anche nella vita da svegli. Ma si tratta di un’influenza che non riesce a tramutarsi in azione. Nel sonno manca qualcosa che durante il giorno agisce come inibizione e ci impedisce di renderci conto dell’esistenza di questi impulsi.
Quindi i sogni rivelerebbero la vera natura dell’uomo, sebbene non tutta la sua natura, e rappresenterebbero un mezzo volto a rendere accessibile alla nostra conoscenza quello che è celato nell’interno della mente.
Su queste premesse si può attribuire ai sogni un potere ammonitore, che attira la nostra attenzione sulle tare morali della nostra mente. Io direi che, almeno mentre sogniamo, possiamo concederci di trasgredire e di non essere così ligi alle regole, con la consapevolezza che buoni o cattivi non è la fine.