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Vanessa Incontrada: un body shaming al quale noi diciamo NO

Una polemica che va avanti da giorni e che ci insegna che abbiamo ancora molto da imparare

Vanessa Incontrada: ho perso tempo a cercare di essere giusta dimenticando di essere felice

Sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai, perché…al mondo non c’è mai qualcosa che gli va, e pietre prenderai senza pietà.

Era il lontano 1967 quando Antoine intonava questi versi. Sono passati esattamente 55 anni, ma queste parole, oggi, risuonano di un’attualità incredibile. Le pietre di oggi sono le parole.

Vanessa Incontrada e il body shaming

Vanessa Incontrada è stata spesso in questi ultimi anni al centro di sterile discussioni riguardanti il suo aspetto fisico. Troppo “curvy” per i canoni che lo spettacolo imponeva. E proprio il fatto di essere un personaggio pubblico, sembrava essere il suo tallone d’Achille: visto che appari in TV devi mostrarti al meglio, ma…al meglio su che basi? Il monologo che fece nel 2019 non ha bisogno di essere parafrasato. Vanessa con tutta la sincerità e il coraggio del caso, ammette di essersi sentita ferita per le critiche a lei mosse, e magistralmente fa una lezione di analisi sui canoni estetici, perché non c’è niente di più vero: l’essere umano è portato a facile catalogazione, ma ogni catalogazione prende vita in base all’epoca nella quale ci troviamo.

Vanessa Incontrada sei bella come sei

Quel monologo però sembra non aver sortito l’effetto desiderato e, a distanza di tre anni, ci troviamo ancora una volta a discutere su quest’argomento. Ma stavolta siamo all’assurdo! Vanessa è stata infatti criticata per aver pubblicato una foto che la ritraeva mentre fa jogging. La teoria sarebbe la seguente: visto che ormai sarebbe diventata una figura iconica che va contro ai canoni stabiliti, allenarsi equivarrebbe a omologarsi alla massa. Ecco quindi che aveva ragione Antoine (vedi sopra).

Vanessa Incontrada corre

Il Web dà facile spazio al body shaming?

La storia di Vanessa apre a un dibattito di più ampio campo. Ovvero sul fatto che il web darebbe facile accesso a commenti spiacevoli fino ad arrivare a un vero e proprio body shaming, perché infondo nessuno ci mette la faccia, ma è davvero così? Non è forse il Web lo specchio della società? Dovremmo interrogarci probabilmente su dove stia andando la società, ripristinare valori “antichi” di rispetto e iniziare a praticare l’empatia. E state pur certi che anche il Web seguirebbe quest’andamento.

Quella alla quale stiamo assistendo è, ahinoi, una facile e scontata conseguenza di un problema che inizia davvero in età precoce e che tutti noi conosciamo come bullismo. Stiamo assistendo alla vittoria della “logica del gruppo” che, al suo interno, cela una tristissima forma di individualismo; si, perché si è un gruppo solo quando ogni singolo individuo prende davvero coscienza di quello che sta facendo e utilizza la collettività come controprova delle sue azioni. Quasi una giustificazione. E tutto questo è così tremendamente bestiale, se ci pensassimo attentamente.

Se il tuo amico si butta giù da un ponte cosa fai? Lo segui?

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