Vogliono mettermi il bavaglio ma non ci riusciranno
È il 2 giugno (Festa della Repubblica Italiana) 1981 quando Rino Gaetano muore in seguito allo schianto tra la sua Volvo 343 targata ‘Roma Z40932’ ed un camion Fiat 650 guidato da un commerciante di nome Torres. L’incidente avviene sulla Nomentana a Roma, all’altezza di via XXI Aprile.
Subito arriva l’ambulanza che cerca di trasportare il cantante in ospedale ma ben cinque ospedali ne rifiutano il ricovero. Quando Rino arriva la Gemelli di Roma, è ormai è troppo tardi e muore. Aveva appena 31 anni.
Fino a qui questa vicenda può sembrare una delle tante brutte storie che normalmente avvengono da sempre e ovunque. Si potrebbe parlare di malasanità: in fondo non è certo consueto che cinque ospedali rifiutino inspiegabilmente il ricovero di un giovane con un gravissimo trauma cranico.
Ma più che un tragico incidente quella di Rino Gaetano è stata una morte annunciata. Da chi? Da lui stesso che l’ha descritta in una sua canzone, intitolata ‘La ballata di Renzo‘. Più che un tragico incidente quello di Rino Gaetano è stato un omicidio travestito da incidente. Chi lo dice? Lui stesso affermando che qualcuno voleva mettergli il bavaglio.

A buon intenditore, poche parole
Un orecchio attento e pronto ad ascoltare lo potrebbe anche dedurre dalle sue canzoni: canzoni che sono all’apparenza al limite del demenziale ma che, in realtà, sono veri e propri messaggi in bottiglia rivolti a buoni intenditori pronti a coglierne il senso. Non sappiamo se le ipotesi sulla sua morte siano frutto di complottisti e visionari o se veramente si sia trattato di un insieme di tragiche fatalità. Ciò che certo è che la morte di Rino Gaetano è avvolta dal mistero. Chi lo sostiene sono persone che, pezzo dopo pezzo, hanno tentato di ricostruire un puzzle che regala un’immagine d’insieme tremenda. Persone che hanno orecchie per intendere e che sono pronte e propense a capire.
Escluso il cane
Rino Gaetano – Escluso il cane
non rimane che gente assurda
con le loro facili soluzioni
nei loro occhi c’è un cannone
e un elisir di riflessione.
Denunciare con la chitarra in mano
Ora mi addentro in un argomento spinoso, scomodo e difficile. Caratteristiche (spinoso, scomodo e difficile) che si rivelano adatte anche a descrivere Rino Gaetano. La chiave della sua morte è probabilmente da ricercare nelle canzoni che altro non sono che il modo del cantante di ribellarsi ad un sistema. Non potendo farlo in modo chiaro ed eclatante, il cantautore crotonese lo fa quindi usando simboli, usando delle vere e proprie tracce che le generazioni successive (noi) avrebbero potuto cogliere e decifrare. Rino nei suoi testi ci parla della Rosa Rossa, descrivendone, appunto, il sistema e violando di fatto uno dei presupposti di questa e di tutte le altre istituzioni massoniche: il segreto.
La Rosa Rossa e la massoneria
Qua viene la parte scomoda: parlare di Massoneria. La Massoneria ha diverse sfaccettature. Conta migliaia e migliaia di logge e decine di istituzioni massoniche o paramassoniche (organizzate cioè come la Massoneria, senza potersi chiamare ufficialmente con questo nome). Gli Opus Dei ne sono un esempio (forse a qualcuno di voi ha letto il famoso Codice da Vinci) Una di queste istituzioni, (assieme appunto agli Opus Dei ed a migliaia di altre), è quella dei Rosa Croce.
I messaggi o significati legati ai Rosa Croce sono celati in tantissime forme d’arte. Se ne trovano nelle opere di Botticelli, di Giorgione, nelle pitture di Leonardo, nella musica come ad esempio ‘Il flauto magico‘, di Mozart. Nella letteratura l’opera simbolo dei Rosa Croce è La Divina Commedia che, come afferma Eliphas Levi, rappresente un’immensa allegoria rosacrociana, dove compare per la prima volta, in modo tra l’altro del tutto esplicito, il simbolo dei Rosa Croce: la candida Rosa.
Chi parla muore
Tutte le istituzioni massoniche sono caratterizzate dal segreto: un segreto che riguarda tutto ciò che concerne il loro funzionamento interno. Chi viola il segreto muore secondo la legge del contrappasso, un principio che si basa sul punire i reati attraverso il contrario della loro colpa o per analogia ad essa. La legge del contrappasso è tra l’altro presente in tantissimi contesti storici e letterari d’influenza religiosa, come, ad esempio, la Divina Commedia.
La colpa di Rino Gaetano è appunto il suo tentativo di violare il segreto attraverso le sue canzoni.
In particolare raccontava attraverso i suoi testi, in modo del tutto simbolico, il modus operandi dell’organizzazione chiamata ‘Rosa Rossa’, nata nel 1887 nell’ambito della Golden Dawn (Alba d’Oro). E per questo è stato ucciso. Perché vi parlo di tutto ciò? Perché si tratta di informazioni fondamentali per spiegarvi il seguito.
Le coincidenze non esistono
Che le coincidenze non esistono ne sono fermamente convinta: si chiamano così ma in realtà sono fatti che accadono per fare capire che ci sono eventi collegati con qualcos’altro. E nella morte di Rino Gaetano si tratta di collegamenti con la Rosa Croce e che portano a sospettare fortemente che Rino sia stato ucciso. La morte di Rino Gaetano è costellata di coincidenze.
Rino come Renzo
La prima coincidenza sta nelle analogie tra le circostanze tra la sua morte e quelle raccontate nella sua canzone ‘La ballata di Renzo’. Ne ‘La ballata di Renzo’, il protagonista muore rifiutato dagli ospedali San Camillo e San Giovanni, gli stessi che effettivamente hanno rifiutato il ricovero del cantante.
Il protagonista della ballata di Renzo muore all’alba, e verrà sepolto al Verano, come Rino.
L’alba e la Rosa: simboli che tornano sempre
La Seconda coincidenza è che il cantante crotonese muore sulla Nomentana, una strada che deve il suo nome alla città di Nomentum, una colonia di Alba Longa.
Rino si schianta contro un camion in prossimità di un platano. Il Platano nella mitologia greca è associato a Venere, ed pianeta Venere è associato a Lucifero, ed era anche conosciuto come ‘stella del mattino’, in quanto sorge all’alba. Tutti questi riferimenti riportano il collegamento alla Golden Dawn, o Alba d’Oro.
I funerali di Rino si svolgono nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù. E la rosa rossa rappresenta proprio il cuore di Gesù. Altra coincidenza: Rino abitava in un edificio che si è traformato in un albergo ristorante: La casa di Rosa.

Dipinto come una brutta persona
Si può considerare una coincidenza anche il fatto che la Rai abbia prodotto una fiction su Rino Gaetano che prende il nome da una sua canzone ‘ Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu‘ stravolgendone la vita e tramutando l’artista in un quella che potremmo definire ‘una brutta persona’. Un drogato con un rapporto conflittuale con il padre, un traditore incallito, solo e senza amici. Rino pochi giorni dopo l’incidente si sarebbe dovuto sposare con la ragazza che amava. Rino non era così.
Le canzoni in stile ‘non sense’ di Rino Gaetano
Le canzoni di Rino Gaetano sono strane, questo è indiscutibile, soprattutto lo sono alcune. Lui le ha scritte con l’intento di farci sapere qualcosa. Noi facciamo il contrario: tentiamo di decifrarle partendo dalle informazioni che qualcuno ha fatto emergere prima di noi.
Anche perché, sinceramente, sarebbe stato impossibile per chi è ignaro dei meccanismi massonici, fare collegamenti. Ma una volta che comprenderemo il perché le ha scritte e cosa voleva dirci con i suoi testi, capiremo che di strano non c’è proprio nulla, tutt’altro.
In particolare c’è un album di Gaetano, ‘Mio fratello è figlio unico’ che sembra essere dedicato proprio alla Rosa Rossa. Vi si trovano ben tre canzoni: ‘Rosita‘, ‘Cogli la mia Rosa d’amore‘, e ‘Al compleanno della zia Rosina.’
Al compleanno di zia Rosina
Si tratta di una canzone criptica che descriverebbe un cerimoniale. La Rita che nella canzone si sposa, probabilmente in una funzione occulta, sarebbe Santa Rita da Cascia protettrice delle rose, legata a San Giovanni Battista, patrono della massoneria, ai Rosa Croce. In questa canzone la voce di Rino Gaetano, scandita dalla chitarra di Luciano Ciccaglioni e dal basso di Piero Ricci, si inerpica sulla scala stretta e tortuosa dei simboli che rende impossibile non sconfinare in interpretazioni oscure
C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. E che grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Apriranno gli occhi e si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta.
Rino Gaetano
Nun te regg più
In ‘Nuntereggae più‘ Rino Gaetano cita la spiaggia di Capocotta, cioè il delitto Montesi, e nella stessa canzone parla di auto blu, sangue blu, ladri di Stato e stupratori. Si tratta di chiari riferimenti ai palazzi romani del potere, al sangue blu, alla nobiltà. La sorella Anna racconta che Rino Gaetano ha inserito un riferimento al caso Montesi anche in una poesiola infantile. Oltre dieci anni ha scritto ‘Nuntereggae più’ probabilmente perchè è entrato in possesso di elementi nuovi.
Questi sono solo due esempi di un elenco lunghissimo di canzoni che, in realtà, sono cavalli di troia che celano denunce gravissime dietro l’umorismo ed uno stile non sense.
I messaggi in bottiglia vanno raccolti
Rino Gaetano lascia un’enorme eredità culturale. A 41 anni dalla sua morte, le sue canzoni sono ancora tutte attualissime e tutt’oggi rivisitate dai molti interpreti. Nemico dei giochi di potere della politica, ci fa comprendere che nonostante i 4 decenni trascorsi i suoi testi così ironici, taglienti e spiazzanti sono ancora lo specchio di una società che, in fondo, non è cambiata molto.
Oltre che la sua musica la grande eredità che ci lascia sono proprio i suoi messaggi in bottiglia che meritano di essere colti ed usati come strumenti per spezzare quella catena che tiene in piedi un sistema sbagliato da ormai troppo tempo. Glielo dobbiamo: Rino è probabilmente morto per aver lanciato nel mare quella bottiglia con le sue canzoni dentro.