Chi sono i p38?
Innanzitutto va spiegato al grande pubblico gli artisti davanti ai quali ci troviamo: la p38 è un gruppo trap con tematiche “leggermente diverse” (per usare un eufemismo) rispetto ai loro colleghi.
Insomma, la voglia di denaro (non sia mai) e di devastazione personale sono argomenti che rimangono in comune con gli altri esponenti del genere menzionato (non ci si fa mancar nulla).
Ma la p38 non si ferma a questo.
La violenza efferata dei testi non rimane fine a sé stessa, viene condita da una certa ideologia e immaginario legato a quella che negli anni ’70 era l’estrema sinistra italiana.

Un triste accostamento alle “Nuove BR”
Ai lettori più giovani forse anche questo nome risulterà nuovo: le BR, o Brigate Rosse, erano un gruppo terroristico di estrema sinistra durante gli “anni di piombo”.
Un decennio, praticamente gli interi anni ‘70, durante il quale la cellula terroristica si è macchiata di vari ed efferati crimini contro lo Stato: il più celebre, sicuramente, è quello del rapimento e successivo omicidio dell’allora Presidente del Consiglio Aldo Moro.
Un delitto che ha scosso l’Italia intera, diventando simbolo di uno dei decenni più bui della nostra storia.
Dissacrazione e critica sociale
Atti gravi, da condannare senza se e senza ma.
I sostenitori del gruppo stesso, invece, difendono i testi dicendo che tutto questo fa parte di una più ampia critica sociale, atta a sensibilizzare sulla vita degli ultimi, degli emarginati.
Che alla fine non è così distante da quanto venga compiuto dalle altre star della trap.
Nell’immaginario di questo genere musicale rimangono salde le parole chiave di “riscatto ad ogni costo” violenza, malaffare.

Come si è arrivati al processo?
Lo scorso primo maggio il gruppo si è esibito in uno dei circoli Arci più grandi del nord Italia, il Tunnel di Reggio Emilia.
In seguito al live, l’attenzione mediatica si è concentrata sui quattro ragazzi in passamontagna: lo sdegno mediatico è stato immenso, seguito subito da un’inchiesta che potrebbe portare i ragazzi della p38 a pesanti sanzioni economiche, se non il carcere.
C’è chi dice: “non è un po’ esagerato?”
I testi della p38 sono forti e, molto spesso, totalmente fuori luogo, infatti al primo ascolto del loro album, si è inondati da una violenza e efferatezza difficili da trovare altrove.
Ma assolutamente non impossibile da reperire, anche da artisti del mainstream.
Per i vari fan di Noyz Narcos e Fabri Fibra (per dirne due a caso), i testi della gang non sono assolutamente niente di nuovo. Anzi, rispetto a immaginari presenti in vecchi lavori di FF e NN, quanto scritto in ‘Nuove Br’ sembra una passeggiata nel parco.
Se andassi in televisione sarei il tipo che accoltella
Fabri Fibra in “Momenti no” (Mr.Simpatia)
Un taglio in pancia lacerando il corpo di Giucas Casella
Io sputo sulla tomba di Pacciani morto in cella
E strozzerò ogni tuo ragazzo: o sarai mia o sarai zitella
Idiota, sì che c’ho paura
Noyz’ Butterfly knife’ in non dormire
Quindici ore dentro una questura
Dentro quattro mura con un sadico che mi tortura
Vorrei pisciare sulla bara di tua madre, merda
Il giorno che hai deciso di fare la guardia
Se invece vogliamo mantenerci sul contemporaneo basta vedere la nuovissima scena milanese: Simba La Rue ha una penna efferata, ricca di scene criminali e violente, nulla da invidiare a quanto scriva la gang.
Siamo ad un bivio
Le posizioni dei componenti della p38 si aggravano attraverso le accuse dei figli delle persone vittime del terrorismo rosso, e mi viene naturale pensare che siamo ad un bivio:
dobbiamo considerare la p38 un gruppo schiacciato dalla censura o semplicemente degli esaltati giustamente puniti dalla legge? Ai prossimi mesi, ed al Tribunale, l’ardua sentenza.