Se fosse un piatto
ARTICOLO
Rocco SIffredi

Rocco Siffredi: una salsiccia per quando la fame si fa dura

Una ricetta dove non mancano i doppi sensi

Signore e Signori arriva Rocco

Rocco Siffredi
Rocco Siffredi

Finiti i festeggiamenti per il giubileo di platino della Regina Elisabetta II, possiamo tornare a un registro meno aristocratico e decisamente più nazional-popolare, in modo da poterci dedicare a una nuova ricetta a tema.

Dal momento in cui attingere ai compleanni sta diventando una piacevole abitudine, come abbiamo già visto, oltre che per la suddetta sovrana, anche per il sottoscritto, perché non rimanere su questa scia andando a spulciare il calendario dei nati oggi un po’ come le vecchie guide dei programmi televisivi?

Fruga e rifruga ecco allora ergersi (e qui iniziamo con un lungo gioco di doppi sensi) tra la massa uno degli attori più duri e puri, ma soprattutto duri, del panorama recitativo italiano: Rocco Siffredi, personaggio in grado di vantare una lunga carriera alle spalle… ma anche sul davanti (sì, lo so, è umorismo da scuole medie, tuttavia anche queste freddure scontatissime hanno il loro gruppo di estimatori).

Si accendano le luci (rosse)!

Un giovane mito
Un giovane mito

Ogni leggenda che si rispetti, ovviamente, ha un inizio, e quella di Rocco Antonio Tano non è di certo da meno. Per raggiungere quindi gli albori di quella che sarebbe stata un’intensa attività lavorativa dobbiamo tornare indietro nel tempo fino al 1982, quando un giovane Rocco appena diciottenne, dal nativo Abruzzo, si trasferisce al di là delle Alpi, a Parigi, città delle luci e delle mille possibilità.

Del resto, come disse Enrico IV di Borbone sul finire del XVI secolo, Parigi val bene una messa (in questo caso, una messa in c***). Ma torniamo al nostro Rocco, che dopo aver aiutato per un paio d’anni il fratello con il suo ristorante sfondò finalmente nel mondo del porno dopo aver incontrato uno dei principali produttori del settore di quell’epoca, Gabriel Pontello, grazie a cui gira la sua prima pellicola, Belle d’amour.

L’amore però si sa, può essere uno strano imprevisto, tant’è che anche il cuore di Rocco, rapito da una ragazza inglese, lo porta a Londra, allontanandolo dal set ma facendogli sperimentare il lavoro di modello, parentesi terminata si vede riaccendere il fuoco sacro dell’hard.

“L’hard era quello che volevo fare fin da ragazzino. Ho iniziato nell’85 a Parigi, quando la videocassetta non era ancora “protagonista”; all’epoca i film hard venivano proiettati solo nelle sale cinematografiche ed era quindi molto difficile conoscere i produttori dei film così come era “vietato” approcciare a questo mondo.”

Rocco Siffredi

Per far carriera servono le spinte giuste

Sul set
Sul set

Dopo essere quindi tornato con furore nel mondo del porno, Rocco si dedica, nel corso degli anni, a un film dietro l’altro, collaborando con star del settore come l’indimenticata Moana Pozzi. Diventa famoso in tutto il mondo arrivando anche a vincere numerosi premi (no, non parliamo del fantomatico premio Verga), come gli svariati AVN Awards assegnati ora per il sesso di coppia, ora per quello di gruppo e per molte altre categorie ancora.

Sebbene nei primi anni del 2000 Rocco, raggiunti i 40 anni, dichiari di aver scelto di abbandonare le scene, per concentrarsi più che altro sulla regia, non passa molto tempo prima che torni a farsi ( a fare) il mazzo oltre che dietro anche davanti alla telecamera, dimostrandosi ancora un grande del settore.

L’essere diventato col tempo un vero e proprio pezzo cult, è ovvio come la fama di Rocco travalicasse i confini delle luci rosse, portandolo anche sulla TV tradizionale ora come opinionista ora come concorrente dell’Isola dei Famosi; apparendo spesso e volentieri, oltre che in vari telesalotti, anche in alcuni spot, come quello delle celebri patatine.

Se Rocco Siffredi fosse un piatto

A proposito di wurstel e doppi sensi... Sausage Party
A proposito di wurstel e doppi sensi… Sausage Party

Eccoci quindi arrivare al momento clou, quello in cui in base alla carriera e ai tratti caratteriali andiamo a stabilire la ricetta di turno.

È ormai di dominio pubblico il rapporto di Rocco con il sesso, così come lo è lo stile delle sue prestazioni, che a detta delle sue colleghe non le lascia mai insoddisfatte, con nessuno in grado di reggere il paragone. Ne risulta quindi anche un carattere tutt’altro che timido, con allusioni nemmeno troppo velate al suo mestiere e ai piaceri che ne derivano.

Ritrovatici dunque su questa scia (non vogliamo però sapere di cosa), la scelta è stata quella di essere triviali fino in fondo, per cui andremo ad accoppiare Rocco Siffredi con un classico cibo da fiera made in USA, il corn dog, dei wurstel pastellati e fritti che andremo ad accompagnare con un corposissima maionese all’aglio, altrimenti nota aioli, una salsa di origine provenzale (si consiglia come ulteriore accompagnamento una bella confezione di mentine neutralizza-alitosi).

“Grazie mamma, grazie papà per l’uccello che mi avete dato.”

Rocco Siffredi

Tra un’allusione e l’altra si fa la spesa

Corn dog con salse
Corn dog con salse

Stabilito così cosa infilare in bocca, siamo pronti a far tappa al supermercato in modo da acquistare il necessario per preparare 4 corn dog.

In primo luogo ci serviranno 4 wurstel, possibilmente belli lunghi e spessi, e di 50g di farina, mentre per la pastella avremo bisogno di 150g di farina di mais, 1 uovo, 1 pizzico di bicarbonato, 1 cucchiaio di zucchero, 1 pizzico di sale, 65g di farina, 200ml di latte, 1 pizzico di paprika affumicata e 1 pizzico di pepe nero.

Come ultima cosa serviranno poi degli stecchi di legno per spiedini e abbondante olio di semi per friggere.

Passando invece all’aioli, per prepararla saranno necessari 4 spicchi d’aglio, sale e pepe quanto basta, 300ml di olio EVO, 15ml di succo di limone, 1 tuorlo d’uovo sodo e infine 2 tuorli d’uovo freschi (l’ideale sarebbe utilizzare quelli pastorizzati; nel caso di usassero quelli in brik ce ne vorranno 40g).

Un intingolo pronto per l’inzuppo

Aioli
Aioli

Dal momento in cui il nostro corn dog dovrà essere servito caldo di frittura, è meglio occuparci per prima cosa della salsa aioli, in modo da aver subito qualcosa di pronto per inzupparci dentro il wurstel.

Unire in un mortaio gli spicchi d’aglio (se volete un sapore meno pungente rimuovere l’anima) e il sale e sminuzzare con il pestello.

Trasferire il pesto d’aglio nel bicchiere del minipimer e aggiungere i tuorli freschi. Frullare il tutto aggiungendo l’olio a filo fino a ottenere un composto abbastanza denso.

Unire quindi il succo di limone e il tuorlo d’uovo sodo a frullare ancora per omogeneizzare il tutto. Last but not least regolare di sale e pepe.

Nel caso in cui si dovesse preferire una maionese comune è comunque possibile preparare il tutto senza aglio, oppure è altresì possibile aromatizzare con delle erbe aromatiche come prezzemolo o coriandolo.

Grande e grosso… e fritto

Se mancasse un wurstel...
Se mancasse un wurstel…

Come secondo passo di questa ricetta dedicata a Rocco Siffredi andremo a preparare i corn dog, a partire dalla pastella, per cui dovremo unire in una ciotola la farina di mais, la farina normale, sale, pepe, paprika, bicarbonato e zucchero.

Miscelare con una frusta unendo il latte poco a poco, facendo attenzione a non formare grumi; aggiungere quindi anche l’uovo, per poi trasferire il composto così ottenuto in un bicchiere alto (da birra, oppure quello del minipimer).

Tagliare i wurstel a metà (ahia), infilzarli dal lato non tagliato, senza però trapassarli del tutto, infarinarli e immergerli nel pastella, facendo colare via quella in eccesso.

Friggere in abbondante olio bollente (l’ideale sarebbe mantenere una temperatura costante di 170 gradi) per circa 4 minuti, finché i nostri corn dog non saranno belli dorati. Scolare e adagiare su dei fogli di carta assorbente per rimuovere l’unto in eccesso.

Rocco alla regia: ciak! Si giri!

E dopo questo sottotitolo dal palese sapore di freddura dobbiamo solo più preparare la tavola, anche se, vista la tipologia di ricetta, si potrebbe tranquillamente organizzare un aperitivo informale in piedi, per cui sarà sufficiente lasciare i corn dog in un vassoio e servire l’aioli in una ciotolina o in alternativa in quattro ciotoline individuali più piccole.

Sempre in considerazione di questo che, in fin dei conti può essere definito a pieno titolo uno street food, non sarebbe male accompagnare il tutto con un con bel birrozzo, magari una bionda della Repubblica Ceca (e anche qui fin troppo facile è il doppio senso in stile Rocco Siffredi).

Ultimata così questa rassegna a luci rosse, come sempre, non ci rimane altro da fare che darci appuntamento alla prossima settimana, chissà, magari con un altro compleanno (o forse no). Stay Tuned!

E per concludere in musica rimanendo in tema: Sex Machine (by Little Big)
Riproduzione Riservata ®

Altri articoli in

Se fosse un piatto
spaghetti chitarra ragu toto cutugno

Spaghetti chitarra parmigiano e ragù per Toto Cutugno

di Chef Vittorio Beltramelli
6 mesi fa
 
Se fosse un piatto
MERLUZZO

Oro e merluzzo: una ricetta sofisticata per Giorgia

di Chef Vittorio Beltramelli
6 mesi fa
 
Se fosse un piatto
risotto celentano

Risotto senape, chinotto e spinaci per Adriano Celentano

di Chef Vittorio Beltramelli
7 mesi fa
 
Se fosse un piatto
Spaghetti vongole massimo ranieri

Spaghetti fumé alle vongole per Massimo Ranieri

di Chef Vittorio Beltramelli
7 mesi fa
 
error: Content is protected !!
Aiutaci a crescere!
Aiutaci a crescere!
Aiutaci a crescere!
Aiutaci a crescere!