òa notte stellata vincent van gogh

Vincent Van Gogh e la sua anima profondamente turbata

Una personalità difficile e instabile che ha influenzato la sua arte

di Daniela Castiglia

Era la mattina del 24 dicembre del 1888 quando Paul Gauguin entra nella casa gialla di Vincent Van Gogh e trova sangue ovunque, sulle pareti e sul pavimento. Si reca al piano di sopra e trova Vincent in una pozza di sangue, con un orecchio mozzato. Questo è solo uno dei tanti episodi che hanno caratterizzato la vita travagliata di Vincent.

Foto di Vincent Van Gogh nel 1873
Vincent Van Gogh nel 1873

Una vita accompagnata dalla malattia, dal dolore e dalla sofferenza, finché un giorno lo stesso artista ha deciso di porre fine alle sue sofferenze. La precaria salute mentale di Vincent Van Gogh, le sue stravaganze e le sue inquietudini emergono chiaramente nelle sue opere, dove si nota il continuo cambiamento nell’uso del colore. Cambiamenti che riflettono il modificarsi delle sue esperienze emotive. Nei suoi dipinti la luce non è mai equilibrata, a volte è accecante e viva altre tenebrosa e spenta, proprio come i suoi stati d’animo altalenanti.

Sono destinato a soffrire molto, a causa di tutto ciò che non posso cambiare di me: il mio aspetto, il modo in cui parlo e i miei vestiti. Mi muoverò sempre in una sfera diversa.

Van Gogh
Teschio con sigaretta in bocca Vincent Van Gogh
Teschio con sigaretta accesa, Van Gogh Museum, Amsterdam

La vita travagliata di Vincent Van Gogh

Vincent era un solitario, introverso, complicato e incline alla depressione. Nasce il 30 marzo 1853 in un villaggio Groot Zundert in Olanda. Il padre era un pastore protestante di una piccola parrocchia e la madre una donna molto devota e cordiale. Cresce in un ambiente molto austero e formale. Era un solitario fin dalla tenera età, e preferiva passare il tempo in mezzo alla natura, tra gli insetti e gli animali. Sono questi ricordi di infanzia che gli danno conforto nei momenti peggiori.

van gogh japonaseire
Japonaiserie: Oiran, Van Gogh Museum, Amsterdam

La passione per l’arte di Vincent Van Gogh

Grazie all’aiuto di amici di famiglia diventa apprendista presso la galleria d’arte di Goupil all’Aja. Vincent Van Gogh era dotato di grande forza emotiva e si dedicava completamente alle cause che sposava. Aveva un talento innato per l’arte e divenne un esperto di belle arti.

Si mise a studiare con impegno per diventare un mercante d’arte. Ma non si fermò solo a quello. Non voleva solo vendere opere, ma voleva anche coinvolgere le persone e parlare d’arte con loro. Si immerge completamente nel mondo dell’arte, che descrive come uno splendido lavoro che offre sempre nuove prospettive.

Porta sempre con sé il suo album degli schizzi e ritrae tutto ciò che vede. Dopo quattro anni trascorsi all’Aja, ottiene una promozione nel maggio del 1873 e si trasferisce alla galleria Goupil di Londra. Trova alloggio in una pensione nella periferia di Londra e si innamora della figlia della proprietaria. Vincent non sa che è promessa sposa, e quando dopo mesi si dichiara a lei e viene respinto, cade in una profonda depressione.

La fase religiosa di Vincent Van Gogh

Per uscire dalla depressione che lo attanaglia, Vincent cerca qualcosa che dia un senso alla sua vita, e comincia a studiare la Bibbia con grande fervore. Sente che la religione è la sua vera vocazione e vuole predicare in chiesa. A 23 anni lascia il suo lavoro di mercante d’arte e diventa un predicatore.

autoritratto di Vincent Van Goh
Autoritratto di Vincent Van Gogh

Mi sento attratto dalla religione e desidero consolare gli umili. Penso che il mestiere di pittore e di artista sia bello, ma credo che il mestiere di mio padre sia più sacro.

Van Gogh

Si reca ad Amsterdam per prepararsi a superare l’esame di ingresso alla scuola di teologia. Lavora tanto e dorme poco e questo incide negativamente sulla sua capacità di concentrazione.

Se la prende con sé stesso e si autoinfligge del male con una bacchetta di legno. Come se non gli bastasse, dorme all’aperto anche quando fa freddo per punirsi. Alla fine non si sente pronto per affrontare l’esame e cambia idea. Per Vincent Van Gogh era molto difficile conformarsi a dei programmi prestabiliti. Era uno spirito libero, molto intelligente. Un accanito lettore che parlava diverse lingue.

buon uso di queste grandi passioni. Per esempio, ho una violenta passione per l’arte che mi da la gioia più grande. Ho spesso nostalgia del mondo della pittura.

Van Gogh
Lettera di Vincent al fratello theo
Lettera inviata al fratello Theo

Non ha comunque cambiato idea e vuole ancora servire Dio. Vuole vivere come secondo lui viveva Gesù. Nel dicembre del 1878 arriva in Belgio a predicare il vangelo ai minatori del Borinage. Voleva vivere come loro, in povertà. Dormiva in una baracca, su una stuoia di paglia. Non mangiava in modo regolare e cominciò a trascurarsi. Rifiutava anche il sapone perché lo considerava come un bene di lusso.

La Scuola Evangelica decide di tagliargli lo stipendio a causa del suo modo estremo e anticonvenzionale di vivere. Vincent Van Gogh perde la fiducia nella religione, ma non la fede in Dio.

Per me, quel Dio degli uomini di chiesa e` morto e sepolto. Ma sono forse ateo per questo? Gli uomini di chiesa mi considerano tale – ma io amo, e come potrei provare amore se non vivessi e se altri non vivessero? E nella vita c’è qualcosa di misterioso. Che venga chiamato Dio, o natura umana, o altro, e` cosa che non riesco a definire chiaramente, anche se mi rendo conto che e` viva e reale, e che e` Dio o un suo equivalente.

Van Gogh

Il ritorno all’arte di Vincent Van Gogh

Questo fallimento lo porta nuovamente in depressione e torna a dipingere. Decide di prendersi un periodo di riflessione e quando torna a casa a Parigi comunica ai genitori che vuole dedicarsi all’arte. Parigi gli diede la possibilità di conoscere artisti come Monet, Renoir, Degas, Pisarro e Gauguin con il quale instaura un’amicizia travagliata.

Si impegnò nello studio della tecnica e dei libri di pittura. Allestisce il primo studio all’Aja grazie ai soldi inviati dal fratello Theo. Iniziò a dipingere i contadini. Attraverso i suoi dipinti voleva mostrare alle persone quanto era difficile la vita in campagna, in contrasto con la ricerca del bello tipico di quell’epoca.

I mangiatori di patate Vincent Van Gogh
I mangiatori di patate, Van Gogh Museum, Amsterdam.

Quando può passa la notte al bordello dove conosce Clasina Maria Hoornik detta Sien, una prostituta. Vincent Van Gogh rimane fortemente attratto da questa figura femminile tanto che decide di prendersi cura di lei, della sua bambina Maria e del figlio che la donna porta in grembo. Vincent ospita Sien e sua figlia presso la sua casa e Sien diventa la modella del pittore, ritratta in una cinquantina di dipinti, oltre a diversi schizzi. Tra questi il più celebre e importante è certamente “Dolore” del 1882.

Dolore di Vincent Van Gogh
Dolore by Vincent van Gogh. Part of the Garman Ryan Collection

Dopo più di un anno decide di lasciarla e si trasferisce in campagna. Qui comincia a dipingere la natura, i contadini e le aree rurali olandesi.

L’arte doveva essere realistica, doveva trovare figure e forme di straordinaria rilevanza. Ritorna a Parigi nella capitale dell’arte e si trasferisce a casa del fratello Theo che fa il mercante d’arte e lavora presso la galleria Goupil.

Il nuovo stile artistico di Vincent Van Gogh

Arrivato a Parigi ha la possibilità di vedere l’ottava e l’ultima esposizione degli impressionisti. Nella mostra ci sono anche le opere di Gauguin. Vincent scopre una nuova generazione di impressionisti, i neo impressionisti, interessati a ottenere un effetto più luminoso attraverso piccoli punti di colore puro non mescolato. La mostra gli apre nuove prospettive e Vincent Van Gogh si pone una nuova sfida: diventare il miglior colorista di quegli artisti all’avanguardia. Abbandona i colori scuri e sperimenta la luminosa tavolozza degli impressionisti.

Manifesto dell'ottava ed ultima esposizione degli impressionisti a Parigi
Manisfesto dell’ottava ed ultima esposizione degli impressionisti a Parigi

Nel 1887 incontra finalmente Gauguin e ha modo di vedere i suoi nuovi dipinti che lo lasciano incantano. Erano entrambi ribelli ed eccentrici. Non si capivano fino in fondo, ma insieme formarono una coppia indissolubile anche se incostante.

Campo di grano con volo di corvi Vincent Van Gogh
Campo di grano con volo di corvi, Van Gogh Museum, Amsterdam

L’anno sta per finire e Vincent si sente oppresso dalla vita di città. Non gode di buona salute e beve molto. Viveva sempre al limite e litiga con tutti, fratello compreso. A 34 anni decide di lasciare Parigi e andare a vivere in campagna a sud della Francia per creare uno studio di artisti come lui.

Qui si sistema in una casa gialla con quattro stanze e si concentra sulla campagna intorno a lui. Finalmente trova ciò che stava cercando, pace e ispirazione. Dipinge con grande intensità, con colori brillanti anche se troppo rozzi per il gusto popolare francese. Voleva creare un’arte basata sul colore e ispirata alla natura.

La casa gialla di Vincent Van Gogh
La casa gialla, Van Gogh Museum, Amsterdam

Quando Gauguin arriva alla casa gialla di Vincent Van Gogh per creare insieme a lui una casa di artisti, rimane sconvolto dal tanto disordine e dal suo modo di vivere, ma rimase incantato dalle sue opere. Gauguin voleva che diventasse un simbolista, meno attento alla realtà e più attento all’immaginazione. Vincent però non si cura molto dei suoi insegnamenti e voleva soltanto essere preso in considerazione.

Spesso lavoravano fianco a fianco e dipingevano lo stesso soggetto da punti di vista differenti. Non vanno molto d’accordo e Vincent Van Gogh è preoccupato dal fatto che Gauguin se ne vada. La notte del 23 dicembre del 1888, Gauguin racconta che esce a fare una passeggiata quando viene raggiunto da Vincent profondamente preoccupato. Gauguin gli dice che vuole andarsene e turbato dalla reazione di Vincent decide di dormire in albergo quella sera. Secondo il racconto di Gauguin, Vincent lo avrebbe minacciato con un rasoio.

Quando torna alla casa gialla la mattina seguente, trova i pavimenti e i muri sporchi di sangue, al piano di sopra Vincent Van Gogh in fin di vita, si era mozzato un orecchio con un rasoio. L’orecchio è stato poi avvolto da Vincent in un foglio di giornale e portato a Rachele, una prostituta del bordello di cui entrambi erano affascinati.

Autoritratto con orecchio bendato Vincent Van Gogh
Autoritratto con orecchio bendato, Courtauld Institute Galleries, Londra

Gauguin lo porta in ospedale e li Vincent resta per due settimane. Quando si riprende si ritrae due volte con l’orecchio ferito. I vicini di casa lo consideravano pericoloso e chiesero aiuto alle forze dell’ordine. La polizia lo porta in ospedale per farlo ricoverare.

Dopo un periodo di tranquillità, sprofonda in una nuova crisi e decide di farsi ricoverare presso il manicomio di Saint-Paul-de-Mausole. Nonostante tutto, non perde la voglia di dipingere. Era un’artista turbato e malato ma padrone del suo lavoro. Spesso il suo lavoro è stato interpretato come l’opera di un genio pazzo a causa della sua malattia.

Il cortile dell'ospedale di Arles di Vincent Van Gogh
Il cortile dell’ospedale di Arles, Collezione Oskar Reinhart Am Römerholz, Winterthur, Svizzera

Secondo alcuni studiosi la predilezione di Vincent Van Gogh per il colore giallo era dovuta, molto probabilmente, all’abuso che faceva dell’assenzio. Questo liquore agiva sul suo sistema nervoso, provocando delle allucinazioni e la xantopia, ovvero la visione gialla degli oggetti. Nel giugno del 1889 decide di provare a seguire gli insegnamenti di Gauguin e nella sua stanza del manicomio dipinge la “Notte stellata”. Una delle sue opere più famose e significative.

Notte stellata di Vincent Van Gogh
Notte Stellata, Museum of Modern Art, New York

Le allucinazioni, il panico e le paranoie si alternano a momenti di tranquillità. Durante ogni crisi tenta il suicidio ma viene fermato dai medici del manicomio. Vincent si sentiva oppresso lì dentro e voleva uscire.

I dintorni qui stanno iniziando a farmi appesantire più di quanto possa dire…Ho bisogno di un po’ d’aria, mi sento sopraffatto dalla noia e dal dolore.

Van Gogh

Mentre pensa di lasciare il manicomio arriva la prima recensione positiva. Albert Aurier fu il primo a riconoscere pubblicamente il talento di Vincent Van Gogh.

prima recensione positiva su Vincent Van Gogh
Recensione su Vincent Van Gogh di Albert Aurier

Lascia il manicomio dopo un anno, nel 1890, e si trasferisce in un tranquillo villaggio vicino a Parigi dove continua a dipingere tutto il giorno. In quasi dieci anni di carriera artistica produce oltre 900 opere. A luglio torna a Parigi dal fratello che nel frattempo si era sposato e avuto un figlio. Vincent però si sente un peso perché sa che il fratello già in difficoltà, deve ora mantenere anche lui e decide così di sistemarsi in una locanda.

Un giorno si incammina per i campi con i suoi attrezzi e una pistola. La rivolge contro di sé e preme il grilletto. Il proiettile penetra il torace, Vincent torna in camera e viene poi trovato in una pozza di sangue dal locandiere. Viene chiamato un dottore che però non riesce ad estrarre il proiettile. Vincent entra in coma e poi muore tra le braccia del fratello a 37 anni.

trafiletto che annuncia la morte di Vincent Van Gogh
Trafiletto che annuncia la morte di Vincent Van Gogh

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