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Traguardo a 270 minuti, le milanesi lottano
Milan, Inter un solo obiettivo. Il traguardo è lì, a 270 minuti. Lo scudetto è tutto lì e ne parla anche Anna con Lazza, dopo la 16ª giornata di ritorno di Serie A. Le differenze non cambiano: Milan a +2 sull’Inter, che ha avuto la possibilità di scavalcarlo, ma ha fallito a Bologna (sconfitto 2-1 nel recupero infrasettimanale). E se è stato Radu, in Emilia, a tradire i nerazzurri con un errore in costruzione, tocca al portiere Terracciano della Fiorentina (che la passa all’avversario) consentire alla capolista di volare, quando mancano solo 8 minuti al 90′ e cominciano già a configurarsi gli spettri dei rimpianti delle tante occasioni sprecate coi viola.

È Leao a mettere la firma (è il suo decimo gol, primo dei suoi in doppia cifra) sulla vittoria (1-0) di San Siro. E l’attaccante, sempre con il suo sorriso, può cantare insieme ad Anna e Lazza in ‘3 di cuori‘, “Io da solo faccio una squadra, uh Qua solo chi ha torto m’accusa, uh Un vincente trova una strada, uh Un perdente trova una scusa, ah”.
La nostra è una catena di montaggio perfetta, che parte dall’alto e quindi dal club. La società ci ha sempre dato fiducia, i dirigenti credono nel mio lavoro, io credo nel mio lavoro e nei giocatori, e tutti insieme siamo positivi. Esatto, si tratta di tutto l’insieme
Stefano Pioli, allenatore Milan
L’Inter? Ha ripreso a correre e batte l’Udinese in trasferta per 2-1, grazie ai gol di Perisic e Lautaro (nel primo tempo) a cui risponde soltanto Pussetto. Lautaro sale sul podio dei bomber a quota 17, scavalcando Simeone. Stavolta sono i nerazzurri a giocare dopo e con il peso di un -5 (oltreché del k.o. in Emilia) sulle spalle.
Ci sono ancora 9 punti in palio e tutto è ancora possibile. In mezzo anche la finale di Coppa Italia con la Juventus, mentre nel prossimo turno sarà l’Inter a giocare per primo e a mettere pressione al Milan. E Simone Inzaghi, con lucidità, può cantare con Anna e Lazza in ‘3 di cuori’, “La tranquillità di prima forse la ritrovo Dicono di me, lo so, non c’è niente di nuovo”.
Spalletti, Soncin e Nicola in un fiume di lacrime con Ganzo
Ventuno minuti e il Napoli è già 4-0. Finisce poi 6-1 contro il Sassuolo e in gol vanno Koulibaly, Osimhen, Lozano, due volte Mertens, Rrahmani e Lopez, ma il pubblico di casa, al ‘Maradona’, non è sufficientemente grato ad un gruppo che ha mostrato grandi e importanti prestazioni. Spalletti, anche se potrebbe non proseguire l’avventura in quel club, ha plasmato e inventato. È normale dunque che il tecnico canti con Ganzo in ‘Fiumi di lacrime‘, “Lo ammetto, uso ancora il dolcificante Per togliere il sapore di amaro che ho in bocca”.
È la doppietta di un difensore di 35 anni a garantire alla Juventus la vittoria per 2-1 sul Venezia, allenato da Soncin, dopo l’esonero di Zanetti. Non è bastato questo cambio ad impedire la nona sconfitta di fila per i veneti.

E se Allegri è felice per il bis di Bonucci (inframmezzato da Aramu) e fa debuttare il 2003 Miretti (che quasi segna), è Szczesny a compiere i miracoli per salvare il risultato, ancora una volta conservato con rabbia e grandi limiti. Il quarto posto è comunque suo, ci sono 10 punti dalle quinte romane. Ed è proprio Soncin a cantare con tristezza come Ganzo in ‘Fiumi di lacrime’, “Non lo capisci ma mi cade il mondo addosso”.
Salernitana in stato di grazia che sfiora pure la vittoria in casa dell’Atalanta, nel recupero dell’ultimo giorno. L’1-1 viene deciso da Ederson e da Pasalic che salva i nerazzurri dall’ennesima figuraccia casalinga a due minuti dal 90′. Campani rinati dall’arrivo di Nicola e ora 2 punti dal Cagliari (zona salvezza), con una partita in meno e salvarsi non è più soltanto un sogno irraggiungibile. I bergamaschi possono invece puntare ancora al settimo posto. E l’allenatore dei salernitani canta deciso con Ganzo in ‘Fiumi di lacrime’, “O faccio così oppure finisce la corsa”.
Agostini, Mourinho e Juric a un passo da… Fudasca
Situazione complicata per il Cagliari mentre il Verona, che vince 2-1 in Sardegna, sale a quota 52, subito dopo le grandi. È nono il team di Tudor, resta a 28 quello di Mazzarri a cui non basta la splendida punizione di Joao Pedro nel secondo tempo, visto che nel primo sono già andati a segno Barak e Caprari.
E dopo la settima sconfitta nelle ultime otto gare, arriva l’esonero di Mazzarri: le ultime tre partite in panchina andrà Alessandro Agostini, già dal prossimo turno a Salerno. Compito improbo per Agostini, che deve farsi forza e cantare come Fudasca in ‘A un passo da te’, “Dimmi se non credo in me, in me chi crederà”.

Roma raggiunta dalla Lazio in quinta posizione, ma soprattutto Juventus che così si garantisce il quarto posto e la qualificazione in Champions league con tre giornate ancora da giocare. All’Olimpico i protagonisti sono i due portieri di Bologna e Roma, ovvero Skorupski e Rui Patricio (e finisce 0-0).
In vista del ritorno col Leicester, mister Mourinho ne lascia tanti a riposo in partenza (Pellegrini, Zalewski e Abraham, giusto per fare qualche nome) e protesta per qualche episodio in area molto dubbio, ma soprattutto neanche valutato in sala Var. E così proprio il portoghese può cantare come Fudasca in ‘A un passo da te’, “Voglio stare a un passo da te, ma non mi muovo”.
Entra al 71′ e mette la sua firma in tre gol, quelli che servono al Torino per ribaltare, in meno di venti minuti, la gara di Empoli e vincere in Toscana per 3-1. Due rigori e un gol nel recupero per rispondere al vantaggio, ad inizio ripresa di Zurkowski.
Il tutto favorito sicuramente dall’inferiorità numerica della formazione di Andreazzoli, privata prima di Verre (rosso diretto dopo il Var) e Stojanovic (dopo il secondo rigore, per doppio giallo). E Juric, dopo i vari infortuni che hanno condizionato Belotti in questa stagione, canta al suo pupillo come Fudasca in ‘A un passo da te’, “Credimi, puoi tornare, tornare, io giuro che aspetterò”.
Var, Samp e Psicologi mettono di cattivo umore Spezia e Genoa
Tre volte avanti, altrettante ripresi e poi superati quelli dello Spezia, con la Lazio a fissare il 3-4 del Picco grazie ad Acerbi, il difensore iper contestato dai propri tifosi. Comunque dunque prima Amian, poi Immobile su rigore, Agudelo, l’autorete di Provedel, Hristov e poi Milinkov-Savic, prima del gol allo scadere.
Su super Ciro Immobile va detto qualcosa in più: è il suo 27° gol stagionale e ora, dopo aver superato Amadei è 13° di sempre con 182 gol e punta a quota 183, dove c’è Batistuta, nei migliori marcatori di sempre della Serie A; inoltre ha realizzato il suo 150° gol nella stessa squadra. Ma sul match incombe lo spettro del Var. è irregolare il gol di Acerbi, così arbitro (Pairetto) e uomo Var (Nasca) vengono puniti dall’Aia con uno stop fino a fine stagione. Insomma, se non c’è certezze neanche dal Var e sulla regola del fuorigioco, allora si può tutti cantare con gli Psicologi con Ariete in ‘Umore‘, “Ci ritroviamo a litigare come gatti e cani”.

Sbagliare un rigore, da capitano, e far sprofondare il Genoa nel baratro. È la Sampdoria a far suo il derby grazie al gol di Sabiri dopo 25 minuti (1-0). Ma i rossoblù hanno avuto la possibilità di pareggiare la gara. Criscito si ritrova tra i piedi il rigore dell’1-1, ma il Var ‘assegna’ un rigore per fallo di mano di Ferrari e il capitano si fa ipnotizzare da Audero.
È lo stesso portiere, a fine gara, a rincuorare proprio Criscito, in lacrime verso gli spogliatoi. Genoa sempre penultimo, dietro ha solo il Venezia, che deve però recuperare la gara con la Salernitana e potrebbe agganciarlo. Non ci possono credere i tifosi rossoblù che cantano sommessamente con gli Psicologi in ‘Umore’, “Chissà se tutto ha un senso o è solo una finzione”.
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