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Leonardo Da Vinci era pittore, architetto, ingeniere militare, inventore e disegnatore dell’epoca rinascimentale. Un uomo dotato di mente curiosa e di un intelletto brillante. Un uomo assetato di sapere che ha influenzato artisti e ingenieri delle generazioni future, grazie ai suoi disegni e alle sue opere.

La vita di Leonardo Da Vinci
Leonardo Da Vinci nasce il 15 aprile 1452 ad Anchiano a 3 km da Vinci, dove si trova la sua casa natale, un casolare immerso in un paesaggio collinare. Aveva molta dimestichezza nel ricreare i paesaggi, proprio perché visse nelle campagne e nei paesaggi più belli della toscana. Si dedicò a uno studio attento e dettagliato della natura e disegnò paesaggi con una visione differente dai pittori della sua epoca.
Per Leonardo Da Vinci il pittore non crea la bellezza della natura con pennellate di colore, ma è capace di catturare l’attimo e renderlo eterno.
«Or non vedi tu quanti e quali atti sieno fatti dagli uomini? Non vedi tu quanti diversi animali, e così alberi ed erbe e fiori e varietà di siti montuosi e piani, fonti, fiumi, città, edifizi pubblici e privati, strumenti opportuni all’uso umano, vari abiti ed ornamenti ed arti? Tutte queste cose appartengono di essere di pari operazione e bontà usate da quello che tu vuoi chiamare bono pittore»

Leonardo Da Vinci era attratto dai paesaggi, dalle correnti d’acqua, dai loro flussi e dai loro vortici. Dipinse i paesaggi con una ricchezza di dettagli, e creò un nuovo metodo per dipingere la natura, come se guardasse il paesaggio dall’alto.
Inventò la prospettiva aerea, attraverso la quale riuscì a tener conto anche delle molteplici variazioni di colore e di forma delle cose causate dalla presenza dell’atmosfera (con l’aumentare della distanza tra ciò che si vede e i nostri occhi, infatti, cresce anche la concentrazione dell’aria e del pulviscolo che vi è in sospensione, tanto che le cose appaiono sempre più indistinte, sfocate e tendenti all’azzurro).
“La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca, e l’una e l’altra va imitando la natura quanto è possibile alle loro potenzie…il pittore ti supera, perché la tua penna fia consumata inanzi che tu descriva apieno quel che immediate il pittore ti rappresenta con la sua scienzia. E la tua lingua sarà impedita dalla sete, et il corpo dal sonno e fame, prima che tu con parole dimostri quello che in un istante il pittore ti dimostra.”
Leonardo Da Vinci era nato da una relazione clandestina del padre Piero, un importante notaio di Firenze, con Caterina, una ragazza anch’essa venticinquenne.
Al suo battesimo i genitori non erano presenti. Il padre si stava per risposare con un’altra donna e la madre venne data in sposa a un altro uomo e diede al mondo altri cinque figli. Passò l’infanzia con il nonno, e alla sua morte il padre lo portò con sé a Firenze.
Piero desiderava diventasse un notaio come lui e lo iscrisse a lezioni di matematica. Ma capì subito che il figlio era uno studente particolare, era un creativo, uno spirito libero che creava dei disegni stupendi. Si mise così in contatto con un suo amico che aveva una bottega di artisti, una bottega famosa, la bottega del Verrocchio. Leonardo Da Vinci all’epoca aveva 13 anni circa e ebbe modo di apprendere le tecniche della pittura e della scrittura.
Dalla bottega del Verrocchio usciranno tanti artisti famosi come Botticelli, Perugino il Ghirlandaio. Il Perugino divenne poi maestro di Raffaello e il Ghirlandaio aprì una bottega dove poi arriverà Michelangelo.
La Firenze in cui arrivò Leonardo Da Vinci era una Firenze vivace e ricca. La vita politica ed economica era dominata dalla famiglia dei Medici. Grazie a Piero dei Medici e soprattutto a suo figlio Lorenzo il Magnifico, Firenze divenne un centro di cultura e di vita importante, non solo per la Toscana, ma per tutto il continente.
Nascono e si diffondono le botteghe d’arte come quella del Verrocchio. I banchieri fiorentini viaggiano in tutta Europa e finanziano le dinastie regnanti che commissionavano opere d’arte per mostrare il proprio prestigio.
La genialità e la curiosità di Leonardo Da Vinci
Le doti artistiche di Leonardo Da Vinci sono subito evidenti. Il Verrocchio lo incarica di portare a termine una tavola a cui stava lavorando, Il Battesimo di Cristo. Leonardo dipinse un angelo inginocchiato e lasciò tutti a bocca aperta. Secondo la leggenda, il maestro smise di dipingere quando vide che l’allievo lo aveva superato, anche se in realtà non andò proprio così.

Verso i trent’anni Leonardo Da Vinci lascia Firenze e si traferisce presso la corte di Ludovico il Moro a Vigevano. Leonardo si propose volontariamente, mandò una sorta di curriculum attraverso una lettera conservata presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano.

“Avendo, signor mio Illustrissimo, visto et considerato ormai ad sufficienzia le prove di tutti quelli che si reputano maestri et compositori de instrumenti bellici, et che le invenzione e operazione di dicti instumenti non sono niente alieni dal comune uso, mi exforzerò, non derogando a nessuno altro, farmi intender da V. Excellentia, aprendo a quella li secreti miei, et appresso offrendoli ad omni suo piacimento in tempi opportuni, operare cum effecto circa tutte quelle cose che sub brevità in parte saranno qui sotto notate (et anchora in molte più secondo le occurrentie de’ diversi casi etcetera)…”
Sapendo che Ludovico era interessato agli strumenti bellici, si presentò come un esperto in macchinari militari, per colpire la sua attenzione. La pittura non era infatti il suo principale interesse e si dedicò anche allo studio di diverse discipline e alla scultura. Era invece molto interessato a Vigevano perché voleva studiare i flussi d’acqua del Ticino.

Anche i cavalli suscitarono in lui un profondo interesse. Non si limitò solo a studiarli e dipingerli ma cercò anche di farli riviverli attraverso la scultura. Ludovico gli commissionò una scultura equestre. Un progetto ambizioso, una scultura alta più di sette metri, di bronzo da fondere in un’unica colata.

Il progetto non si realizzò. I 653 quintali di bronzo furono poi utilizzati per produrre dei cannoni da utilizzare come strumenti di difesa contro i francesi di Luigi XVI. Pochi anni dopo gli si presentò un’altra occasione. Il condottiero Gian Giacomo Trivulzio gli chiese di realizzare la propria tomba monumentale con una statua equestre. Ma anche questo progetto rimase irrealizzato.

Proprio a Vigevano nel castello antico, si trova un museo dedicato a Leonardo Da Vinci. Un gioiello del nostro patrimonio artistico e culturale, dove puoi fare un viaggio nel mondo di Leonardo alla scoperta delle sue opere. Sono tutte riproduzioni realizzate con tecniche particolari che li rendono molto simili agli originali. All’interno dei museo c’è una sala dedicata ai manoscritti, con alcuni dei suoi disegni e dei suoi schizzi.
Leonardo Da Vinci era un uomo assetato di sapere e partecipava anche alle autopsie per poter studiare il corpo umano e capire il suo funzionamento.

Era molto interessato anche all’urbanistica e voleva progettare una città ideale, a misura d’uomo, molto differente dalle città medioevali, poco funzionali e accessibili. Ludovico il Moro era impegnato in quegli anni nella realizzazione di un progetto molto ambizioso di una città ideale, e Leonardo lo aiutò nella realizzazione del progetto.

Le opere artistiche di Leonardo Da Vinci
Leonardo Da Vinci non si limitò solo a dipingere i soggetti che aveva davanti a sé, ma riuscì a far uscire la loro personalità, la loro anima. Le donne che dipinse sono tutte enigmatiche e sensuali. Riusciva a rappresentare la dimensione interiore delle donne e catturava l’immagine come in uno scatto fotografico. Inventò un nuovo metodo di rappresentazione, la postura del contrapposto, che consiste nella rotazione in direzioni opposte delle gambe, del busto e della testa.

Parigi, Louvre
Il sorriso della Gioconda è enigmatico. Si fa fatica a capire lo stato d’animo che prova. Molti sostengono che in realtà la Gioconda non esprime nessuno stato d’animo, ma che siamo noi a proiettare ciò che abbiamo dentro nel momento in cui guardiamo il dipinto.

Parigi, Louvre
La Gioconda è il risultato di una tecnica inventata da Leonardo, lo sfumato. Questa tecnica prevede il passaggio graduale e impercettibile dall’ombra alla luce, ottenuto grazie alla perdita graduale della precisione dei contorni, che non sono più netti e continui, ma delineati da infinite linee spezzate. In parole povere quando realizzava la bocca, dopo che il dipinto si era asciugato, gli passava sopra uno strato di vernice con dei pigmenti, e poi un altro strato dopo che si era asciugato e poi un altro strato ancora. Grazie a questa tecnica riusciva a dare ai suoi dipinti un effetto sfumato.
“Ecci un’altra prospettiva è definita la quale chiamo aerea…de’ perdimenti…il più lontano fallo meno profilato e più azzurro…quello che tu vuoi che sia cinque volte più lontano, fallo cinque volte più azzurro…tanto più grossa quanto è più bassa, e tanto più sottile quanto è più alta…i termini inferiori delle cose remote saranno meno sensibili che i loro termini superiori.”

Windsor, Royal Library
I codici e i disegni leonardeschi
Nei suoi taccuini si trovano delle cose molto curiose. Ad esempio delle caricature che gli servivano per “smontare” i volti delle persone e riprodurli. Stabilì 21 nasi, 21 orecchie e bocche. Quando doveva dipingere una persona, la inquadrava e gli dava dei numeri, per poi poterla disegnare senza averla davanti a sè.

Annotava tutto ciò che lo incuriosiva. Sono arrivati a noi 5000 fogli di codici e disegni, raccolti e conservati dal suo allievo Francesco Melzi fino alla sua morte.
Leonardo Da Vinci si interessò molto anche al volo che considerava come la massima aspirazione dell’uomo. Dedicò molti studi a riguardo ed elaborò il Codice sul volo degli uccelli, composto originariamente da 18 carte. Oggi ne sono rimaste 17. In queste pagine piene di disegni, note e intuizioni varie, ci sono i primordi dei principi dell’aerodinamica.
“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare.”

Nonostante la sua fervida immaginazione, queste intuizioni rimasero solo dei progetti, ma vennero poi realizzati dalle generazioni future. A Vinci si trova un museo con all’interno delle macchine di legno da lui progettate e poi ricreate sottoforma di modelli sulla base dei suoi disegni.

Il Cenacolo, noto anche come L’ultima cena, è il capolavoro di Leonardo Da Vinci, del Rinascimento italiano e patrimonio dell’umanità. L’opera gli era stata commissionata da Ludovico il Moro e si trova nel refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. La più celebre rappresentazione dell’Ultima cena di Gesù con i suoi apostoli, prima della sua morte.

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