Innanzitutto: chi è The Game?
Se siete amanti del genere hip hop una domanda del genere è quasi inaccettabile. Uno dei rapper più discussi dei primi anni ‘00, tra i più veri e i più riconosciuti.
Uno stile unico cementato nel suo primo album ufficiale, “The Documentary” che diventa subito culto, venendo spesso messo a paragone con “Get Rich Or Die Trying” disco di 50 cent dello stesso periodo.
La cultura club
Un disco da club, con i testi inneggianti a una vita reale, vissuta nel lusso del momento, a godersi tutti i vizi del mondo. Una ricchezza dovuta alla malavita, a morti, uccisioni rapine e spaccio. L’immaginario che viene creato dai dischi di 50 e The Game è quello di un enorme privé occupato dai peggiori gangster della zona.
Questo, in poche parole, è The Game.
Una sintesi sbrigativa
Ovviamente un’artista qualsiasi non può essere riassunto in così poche righe, tantomeno un’icona di stile come The Game. Non è un solo album a fare un’artista, il culto del rapper va oltre anche alle semplici copie vendute, diventando un simbolo della stessa Compton dopo gli NWA.
Una necessità di “realness” che si esprime in modo continuo, anche durante le interviste, dove l’artista californiano non le manda a dire.
Recentemente infatti si è espresso su di un suo celebre collega:
Sono un rapper migliore di Eminem.
The Game in un’intervista
The Game è quindi più forte di Eminem?
La risposta ha talmente tante sfumature che liquidarla con un semplice “no” sarebbe mancare di rispetto a quanto scritto sopra.
Inutile dire che per gli amanti dei numeri dal sapore insipido Marshall Mathers sia avanti anni luce.
Ma come lo è rispetto a quasi qualsiasi artista del genere. Eminem rimane tra i più grandi successi commerciali degli anni ‘00, difficile spodestarlo.
E chi è il più influente?
Elencare i rapper influenzati da Em potrebbe risultare una lista infinita (soprattutto per gli artisti nostrani). Perché l’influenza di Slim Shady è estremamente forte all’estero, più che su territorio nazionale. Ovviamente come dimenticare Hopsin, MGK e altri, ma solo in Italia possiamo annoverare da Fibra fino a Madman, passando per Clementino.
The Game invece risulta l’opposto, con un incredibile impatto negli USA ma meno forte oltreoceano.
Ma l’influenza di Eminem rimane più grande
E ciò è indubbio.
Jayceon Terrell Taylor può essere un ottimo rapper, ma purtroppo storicamente non può competere con un mostro del mainstream simile.
Anche se sicuramente la sua intraprendenza si fa più sentire rispetto a quella di Marshall.
Le collaborazioni di Game non si fermano, le sue sperimentazioni vanno da Kendrick a 21 Savage passando per Drake.
Per quanto sia un artista colossale la sua ricerca è continua, mettendosi continuamente in gioco anche nei confronti della nuova scuola.

Ma Eminem rimane nel suo passato
Cosa che Mathers non si sogna di fare.
Un totale rifiuto di certa nuova scuola lo rende immobile: rimane un gigantesco simbolo, ma di quel che era. Difatti è questo che ad ora rende Game un’artista più interessante, perché continuerà a cercare altro, a sorprendere il suo pubblico.
Con questo, riuscirebbe a battere Eminem in una “Battle”?
Probabilmente no.
Tolto quanto sopra, credo sinceramente che The Game non abbia le doti di Eminem nell’ambito Freestyle, in cui Marshall si potrebbe dire secondo a nessuno, specialmente nell’ambito delle battle fra due MC.
Credo quindi che quanto detto da Taylor sia vero: ma che se scegliesse, come gli è stato proposto, di sfidarlo in un versus, non ne uscirebbe a testa alta.
Spero quindi che se dovesse risostenere questa tesi, giochi tutte le sue carte a favore e che non ragioni solamente con l’istinto. Potrebbe portare il pubblico ad un giudizio viziato da un evento che non rappresenta tutta la carriera di un’artista.