Da dove partire?
Questo è ciò che più volte mi sono chiesto quando mi hanno comunicato della possibilità di intervistare Moreno: 15 anni di carriera, dischi d’oro e di Platino, Amici, tecniche perfette, e milioni di altri spunti sono balenati nella mia testa.
Ma ciò che più mi rendeva curioso era una singola cosa: che fine avesse fatto uno dei rapper più discussi di sempre. Scopriamolo insieme.

Un piacere e un onore averti fra questi schermi Moreno, innanzitutto come stai?
Bene bene assolutamente, ma ti dirò, non essendo una persona molto mattiniera non mi troverete nella mia forma migliore. Credo tu sia la prima persona della giornata con cui parlo.
Oltretutto ieri abbiamo finito di lavorare a notte inoltrata, quindi mi sono svegliato ancor a più tardi del solito.
Come passi questo periodo? Sei operativo? Stai lavorando a nuovi progetti?
Sì assolutamente, non si smette mai di progettare.
Stiamo lavorando a delle mie apparizioni in alcuni programmi per l’imminente edizione di Sanremo, ma non ci facciamo mancare anche lavori a nuovi pezzi o comunque delle ore in studio.
(NdA: l’intervista è stata fatta una settimana prima dell’inizio del festival)
Quindi sei anche tu sul treno di Sanremo? cosa ti aspetti da questa edizione? Hai qualcuno vorresti vincesse? Aspetti un’esibizione in particolare?
Tolto l’hype, riuscire ora a fare un pronostico è troppo difficile: ci sono troppe dinamiche da valutare che vedremo solo ed esclusivamente a festival iniziato: l’efficacia del live degli artisti, la “radiofonicità” delle canzoni in gara e quant’altro.
Tolto questo rimane un amore e odio per Sanremo: una felicità totale verso la ripartenza del settore; mi chiedo, ciononostante, come mai tutti questi privilegi verso questo spettacolo e non per gli altri. Si pensi solo alla capienza lasciata al 100% dell’Ariston.
Difatti c’è un certo rammarico verso questa situazione, soprattutto per quella in cui versa il settore dei live, per il quale tu ti sei speso sempre alla ricerca di aiuti concreti.
Assolutamente sì, ho cercato di lamentarmi poco ma di fare molto, cercando di aiutare il più possibile un mondo gravemente compromesso. Nonostante il giusto rammarico ho sempre cercato di spingere verso una ripartenza, in nome di persone vivono di questo settore.
Assolutamente, una nobilissima causa.
Ma, prima di perderci in discorsi d’attualità, cambiamo completamente topic, anche per evitare di prenderci male.
Quando mi hanno proposto di intervistarti sono un po’ andato in crisi: non sapevo sinceramente da che parte incominciare. Quindi, perché non partire dall’inizio? Dal principio, prima di Amici e prima dei Tecniche Perfette.
Tu eri componente di un giovanissimo crew genovese, gli Ultimi AED, giusto?

Il gruppo nasce con due ottimi scrittori e un beatmaker: Nader, Lion e Asso.
Nonostante la loro bravura nei giochi di parole o nella creazione di concetti molto ricercati, non avevano un rapper da battaglia, da mandare in rappresentanza ai vari eventi.
A questo punto mi sono avvicinato alla crew, e dopo svariato tempo, si è unito l’ultimo componente: Dala.
Con loro ho fatto tantissima gavetta partecipando e vincendo tante competizioni, gavetta che molti artisti odierni non si sognano nemmeno.
Una curiosità mi sorge spontanea, tra due “battle mc” così forti, è mai successo vi ritrovaste contro in finale?
Sì una volta, in cui arrivati alla finale regionale della liguria abbiamo deciso di far passare Dala, intanto io avrei partecipato anche alla selezione in toscana, che infatti ho vinto.
Ai tempi era piuttosto difficile battermi in freestyle (ride).
Però nessuno dei due ha vinto il tecniche perfette quell’anno, sono stato battuto in finale.
Parlando invece di quel periodo, ti senti un’artista completamente diverso o una naturale evoluzione del Moreno di quegli anni?
Sicuramente un’evoluzione.
Quelle strofe, quelle rime, erano un prodotto di me ai tempi, che non rinnegherò mai.
Continuo a sapere tutto a memoria di quanto scritto in quel periodo, e ti dirò, per i ragazzi della zona di Genova brani come ‘Zona Calda’ o ‘Plagio’ rimangono ancora culto.
A me piace ancora ascoltare a volte quello che facevamo, ma c’è stata un’ovvia evoluzione.
Beh alla fine il cambiamento è necessario, altrimenti si rischia di stuccare…
Ti dirò, non per forza.
Lo stesso Guè, rimanendo monotematico, è riuscito sempre ad innovarsi e a creare qualcosa di nuovo, con una continua lezione di stile.
Alla fine dipende tutto da come lo fai.
Ovviamente, per quanto mi riguarda, credo sia più facile che un brano pop rimanga nel tempo, piuttosto che uno rap, non contando ovviamente i mostri sacri del genere.
Lo stesso Fedez lo ha ammesso nella sua intervista con Dikele. Vorrei quindi lasciare un segno con una canzone che possa andare bene per tutti, se poi tutti si ricorderanno di ‘Zona calda’ andrà bene lo stesso, anche se ha un possibile pubblico molto più ristretto.
Già che lo abbiamo citato, prendo la palla al balzo per chiederti: cosa ne pensi delle critiche -più o meno velate- di Dikele nei confronti di Fedez e del suo avere un team di scrittura?
Penso siano pensieri tremendamente retrogradi.
Sono stato accusato milioni di volte di essere un semplice fantoccio a cui Fibra scrivesse i testi, e persino ai tempi (10 anni fa quasi) queste critiche erano semplicemente infondate.
Se delle persone lavorano ad un progetto, è ovvio che più menti siano meglio di una, soprattutto a livello musicale.
Questo non toglie che una persona possa scriversi le canzoni da solo, ma sicuramente ci saranno risultati migliori con più mani dietro a un testo, con influenze diverse che possono anche rinfrescare il lavoro dell’artista.
Per intenderci, come si può criticare Federico per aver scelto un mostro sacro come Dargen per stargli affianco? Credo sia ovvio che solo un consiglio da parte sua possa ampliare la propria visione.
Già che abbiamo citato il grande Fabrizio Tarducci, com’è stato lavorare con un colosso come lui?

Ricordo tantissime belle scene, tra i consigli, le sessioni intense e complimenti per i testi.
Vorrei precisare che Fabri non mi hai mai dato un testo pronto in mano; mi ha invece aiutato nel mio processo, e lascio immaginare quanto questo possa avermi fatto crescere.
Ricordo ancora le sue parole quando feci freestyle in studio: “a rappare e a scrivere molti sono forti, ma a fare freestyle come te sono in pochi”. Il giorno dopo andai a tatuarmi ‘Tempi Duri’ (il nome dell’etichetta di Fibra) sulla spalla.
Beh che dire, una reazione più che capibile, credo farei lo stesso.
E dai due album ‘Stecca’ e ‘Incredibile’ dopo Amici, cosa ti è rimasto? Cosa pensi di aver imparato da quel periodo in ‘Tempi Duri’?
Che ero giovane.
Che ero molto giovane e che in questi nove anni è cambiato nuovamente tutto.
Io, chiamato direttamente da Amici dopo una dritta di J-Ax data alla produzione del programma, dopo aver partecipato alla trasmissione come campione in carica del tecniche perfette, ero il cancro della musica.
Ora invece si è ribaltato tutto, il rap ad Amici va bene, persone senza gavetta alle spalle “se lo sono meritato”.
‘Stecca’ rimane ancora ora uno dei miei album più rappresentativi, che continuo ad essere fiero di aver fatto perché simboleggiano perfettamente quanto io abbia vissuto in quel periodo.
Il tuo terzo album ‘Slogan’, con produzioni niente di meno che di Big Fish, rimane ad ora il tuo ultimo progetto. Stai continuando a lavorare a nuova musica in questo periodo? Uscirà qualcosa a breve?

Penso sia giusto per me aspettare per un nuovo album, alla fine credo sia necessario per me poterlo portare in tour con esibizioni live, cosa che ora come ora non è assolutamente possibile. Dunque, avendo aspettato questi ultimi due anni credo sia un attimo pazientare ancora un po’ per fare una degna uscita.
Per il resto non mi sono fermato, ho fatto la sigla alla quarta serie di Lupin, delle collaborazioni con la mia compagna, continuo a giocare nella nazionale cantanti e ho lavorato ad un cortometraggio che presto diventerà anche un film, segnando la mia prima volta come attore. Insomma, non sto rimanendo con le mani in mano.
Un’ultima curiosità prima di salutarci:
Ma sei veramente tu all’interno di ‘FSK’ degli ‘FSK’?
Sì: Sapo, Taxi e Chiello si erano trasferiti per un periodo qua a Genova, e ci siamo conosciuti grazie ad amicizie in comune con cui ho avuto il piacere di collaborare.
Insomma, in una situazione un po’ alla ‘Zona calda’, io con NH Effe e Millon andavamo a trovarli e da lì è nata la mia apparizione nel loro videoclip.
In Extremis sul tempo che scorre: hai dei rapper emergenti delle nostre zone, di La Spezia, da consigliare al nostro pubblico?
Mi cogli un po’ impreparato! (ride) so che Anna Pepe è di La Spezia, lo ricordo perché ho recentemente scoperto che mi chiese una foto a un evento a Spezia prima che facesse ‘Bando’.
Aggiungo che, tra gli svariati tornei freestyle a cui ho partecipato, il ‘Fuori per il cash’ lo vinsi contro G.Bit, che se non sbaglio anche lui è spezzino.
Grazie ancora Moreno per esserti prestato a questa intervista, spero di sinceramente si possa rifare in futuro. Con questo ti saluto, un bacio da me e tutta WMH.
Grazie a voi!
Prendo anche questo ultimo piccolo spazio per ricordare l’uscita di ‘I colori del mondo’, brano scritto da Mogol con la partecipazione di tutta la nazionale cantanti, il cui ricavato andrà in beneficenza alle scuole in Congo.