Caricamento...
I rossoneri camminano da soli al centro di Milano
E intanto il Milan è lì. Va bene, l’Inter deve recuperare ancora una partita. Ma perdere la vetta della Serie A non lascia indenni. E in maniera inattesa, non nell’esito, ma nelle modalità, consegna ai rossoneri la leadership nella sesta giornata di ritorno di campionato. Nessun ritmo elevato, poche occasioni da registrare a San Siro contro la Sampdoria, ma bastano 8 minuti ai ragazzi di Stefano Pioli per risolvere la pratica (1-0) e trovarsi là dove stava, l’ultima volta, al sedicesimo turno.

Tutto fila liscio, c’era solo bisogno di una possibilità, come canta Shiva in ‘Pensando a lei‘: “Speravo mi dessi una chance Tu che camminavi da sola nel centro (Milano) Stai diventando il mio centro (Milano) Il mio mondo sta prendendo senso (Uoh-oh-oh-oh-oh-oh)”. Se è vero che i blucerchiati non hanno impensierito troppo Maignan, l’urlo liberatorio dei tifosi di casa sugli spalti al triplice fischio, la dice lunga su quanto sia stata prolissala sofferenza. Per i liguri, dopo la bella vittoria sul Sassuolo, di nuovo un k.o. ed è il quinto nelle ultime sei gare.
Fiori rosa di Achille Lauro per Napoli, Inter, Juve e Atalanta
Paura e carattere frenano e lanciano, come in una ruota panoramica, Napoli e Inter. Il gol di Insigne su rigore in avvio illude i partenopei di aver acquisito fiducia, ma poi il timore non consente loro di decollare e si fa raggiungere dai nerazzurri di Inzaghi (che contano sul recupero con il Bologna). Certo, la formazione milanese ha volontà da vendere, pur dopo lo svantaggio e il palo di Zielinski, così Dzeko riesce a fissare l’1-1. Quando il Napoli e il Milan si affronteranno vis à vis all’inizio del prossimo mese ci sarà davvero da divertirsi. Ma l’Inter si deve ritrovare altrimenti ha ragione Achille Lauro in ‘Fiori rosa‘ nel momento in cui canta “Ed io poi non ti conosco più“.

Undici. Undici come i risultati utili consecutivi della Juventus, che pareggia 1-1 sul campo dell’Atalanta e resta quarta. Danilo, nel recupero, risponde a Malinovskyi, mentre Vlahovic resta a secco, sbattendo sette volte contro il muro Demiral. E pensare che Hateboer colpisce la traversa poco prima della rete del pari, ma si vede che per Allegri il destino è proprio quello di continuare la sua corsa Champions nel migliore dei modi. Certo è pure che, come al solito, qualche strascico polemico sull’arbitraggio rimane. Achille Lauro ce l’ha anche con i bergamaschi e con la loro voglia di lamentarsi quando canta “E fa del male anche sapendo poi di farlo a sé”.
Quello di Szczesny è un fallo da rosso e il fallo di mano di de Ligt è calcio di rigore
Umberto Marino (direttore generale Atalanta)
Un ultimo mambo a Milano per Roma e Torino
Il passo indietro di Roma e Torino resta evidente, ma mancano troppo alcuni big: Zaniolo (squalificato) ai primi, Belotti (che comunque rientra dopo il lungo stop) ai secondi. Come Mox che in ‘Ultimo mambo a Milano‘ canta “Portami in paradiso, ma come stai? Non è Miami Vice Bella Cenerentola annoiata con le Nike Già prendi e te ne vai, ma dove vai senza me?”. Pareggiano i giallorossi di Mourinho col Sassuolo, dopo essere andati avanti con Abraham su rigore, aver subito il ribaltone a causa dell’autorete di Smalling e il sigillo di Traore, per riuscire con i neroverdi in 10, pareggiare con Cristante (rete convalidata dalla goal-line), per il 2-2 definitivo. Sicuramente c’è da rivedere il ragionamento sugli impegni doppi, visto che gli emiliani hanno affrontato la Juventus giovedì in Coppa Italia (i laziali invece sono stati impegnati martedì).

È stato quasi come giocare un tempo supplementare fra Torino e Venezia, con una sfida terminata al 104′, ma a spuntarla a sorpresa sono i veneti (1-2) che tornano a vincere dopo due mesi e mezzo (dal 21 novembre, 1-0 al Bologna). Vantaggio dei granata con Brekalo, risposta di Haps e Crnigoj. E gli uomini di Juric non riescono a sfruttare neanche quel recupero infinito. E il gol di Belotti, che rientra dopo 75 giorni di stop, al 90′ viene annullato dal Var per fuorigioco attivo di Pobega. Ed è proprio il Var a modificare la decisione dell’arbitro: non il giallo a Linetty, ma il rosso per Okereke.
É verosimile che Arisa aiuti le squadre di bassa classifica?
Manca dal 12 dicembre, ovvero un paio di mesi, il successo allo stupefacente Empoli, costretto questa volta ad accontentarsi del pari (1-1) dal Cagliari. Quattro p: prima Pinamonti, poi Pavoletti. Per i sardi il punto vale per rimanere incollati almeno al Venezia, seppur li lasci al terzultimo posto, con dietro soltanto Genoa e Salernitana. Toscani risucchiati da un avvolgente centro classifica, soprattutto dai soli 4 punti ottenuti nelle ultime sei gare (i cagliaritani, in quello stesso segmento, ne hanno totalizzati 11). Come canta in ‘Verosimile‘ la sensuale Arisa “Ora è una questione di distanza”.

Un pareggio, quello proprio tra Genoa e Salernitana, che non fa felice nessuna delle due compagini (ma semmai le altre concorrenti alla salvezza). Le squadre palesano le loro difficoltà – quelle che le stanno scaraventando in Serie B – e rimangono, rispettivamente, penultima e ultima (Colantuono deve senza colpa lasciare la panchina a Nicola), e con una giornata in meno da disputare. Prima Destro ad illudere i liguri, poi Bonazzoli risolve l’1-1 prima dell’intervallo. E ancora in ‘Verosimile’, Arisa continua con “Le nostre ombre scorrono sui muri Che cadono, crollano”.
Mancava invece da dicembre la vittoria esterna alla Fiorentina che va sul campo dello Spezia a prendersi il successo nel posticipo del lunedì. L’1-2 del Picco, condito dalla situazione legata al ‘tradimento‘ di Italiano, viene fissato da Piatek e Ambrabat, con in mezzo il momentaneo pareggio di Agudelo. Piatek che prima sbaglia il rigore (spedisce il pallone sul palo), Ambrabat che dà il ‘la’ alla rete dello Spezia con un errore a centrocampo. Viola che volano alto, mentre gli spezzini mantengono il vantaggio sulle terzultime, ma interrompono la striscia positiva. Così Italiano se la gode e pensa ai due anni di miracoli sulla panchina spezzina (promozione in A e salvezza la scorsa stagione) anche perché come Arisa in ‘Verosimile’ può cantare “Siamo legati insieme con le catene”.
Verona e Lazio segnano a raffica, ma ad Elisa cosa manca?
Valanghe di gol. Che segnano Verona e Lazio, che subiscono Udinese e Bologna. E pensare che i friulani non demeritano per un po’ (“il risultato è bugiardo”, commenta giustamente mister Cioffi), soprattutto non mostrano grandi doti da cecchini. Un 4-0 pesante al Bentegodi, con i veneti a far centro con Depaoli, Barak, Caprari e Tameze. Eh sì, all’appello manca Simeone, insomma, come canta Elisa in ‘Quello che manca‘, “Quello che manca, tu sei quello che manca tu sei quello che manca, dentro di me”.

Non solo la fase offensiva, ma la Lazio festeggia il quarto match di fila senza subire gol. Nel 3-0 il rigore di Immobile (ora leader solitario tra i cannonieri), poi nella ripresa il bis di Zaccagni. A Sarri ci voleva, anche per dimenticare la batosta in coppa col Milan, seppur in campionato stia andando davvero forte. 10 punti nelle ultime 4 gare, ancora una volta con un 3-0 come quello di Firenze. Il team di Mihajlovic, invece, ha bisogno di cure: quarta sconfitta nelle ultime cinque giornate.
Caricamento...