Tante ipotesi e tanti risultati (diversi tra loro)
Sogno e realtà sono due elementi connessi o separati? Diciamoci la verità: del mondo sogni non ci ha ancora capito bene nessuno. Non ci può essere una verità assoluta. Le teorie che si sono susseguite nei secoli sono tante e diverse, oggi ci appoggiamo per lo più alla piscoanalisi junghana o freudiana ma le ipotesi sulla provenienza e sul senso del sogno sono davvero molteplici e spesso si discostano l’una dall’altra anche in maniera netta.
Dalla pausa rigenerante, all’espressione dei desideri, psicologi, filosofi, neurologi, studiosi, tutti hanno dato un proprio parere a riguardo, frutto di complessi studi e lunghe ricerche. Eppure tutti sono giunti a risultati diversi. Forse perché non esiste un risultato unico, forse perché il mondo onirico è talmente sfaccettato che vale tutto ed il contrario di tutto. Vediamo allora alcune delle tantissime, infinite teorie riguardandi la relazione tra sogni e realtà.
Il sogno è un break dalla vita reale

Quando ci svegliamo da un sogno, la sensazione è quasi sempre quella di essere stati da qualche altra parte, di essere stati trasportati dal sogno in qualche altro mondo. Questa sensazione è ben espressa dal fisiologo Burdach che cita spesso questa frase
“Nei sogni la vita di tutti i giorni, con le sue fatiche ed i suoi piaceri, con le sue gioie ed i suoi dolori, non si ripete mai; al contrario, i sogni hanno lo scopo di liberarcene. Anche quando tutta la nostra mente è presa da qualcosa, quando siamo abbattuti da qualche profondo dispiacere, o quando tutto il nostro potenziale intellettivo è assorbito da qualche problema, il sogno non farà altro che entrare nella tonalità del nostro umore e rappresentare la realtà in simboli”.
La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.
Arthur Schopenhauer
Il filosofo tedesco I. H. Fichte, nello stesso senso, parla effettivamente di ‘sogni d’integrazione‘ descrivendoli come uno dei segreti benefici della natura dello spirito che si guarisce da sé.
Anche il neurologo tedesco Adolph Strümpellè è della stessa convinzione e nel suo studio sulla natura ed origine del sogno scrive “Un uomo che sogna viene rimosso dal mondo della coscienza sveglia” ed ancora “Nei sogni va quasi completamente perduto il nostro ricordo dei contenuti ordinati della coscienza sveglia e del suo normale comportamento”.
Secondo Strümpell , inoltre durante l’attività onirica la mente viene isolata, quasi senza memoria, dal contenuto ordinario e dagli eventi della vita da svegli. Secondo queste teorie il sogno rappresenterebbe quindi un break che ci è necessario per liberarci dalle pene, grandi o piccole che siano, quotidiane. Una scissione dalla realtà che ci è utile per rigenerarci, per resettarci, per ‘staccare la spina’.
Oppure i sogni sono un ripasso della giornata?
Di opinione contraria moltissimi altri autorevoli studiosi dei sogni secondo i quali, se compiamo un’attenta riflessione, troviamo quasi sempre un filo conduttore che collega il sogno con l’esperienza del giorno o dei giorni prima.
Una delle opinioni diametralmente opposte al ‘sogno come fuga dalla realtà‘ è il neurologo tedesco Weygandt, secondo il quale, nella maggior parte delle trame oniriche, si è ricondotti alla vita di tutti i giorni. Non si tratta quindi di una liberazione ma di una rielaborazione di quello che abbiamo vissuto durante il giorno. Anche Haffner è convinto che i sogni siano la prosecuzione della vita da svegli: si riattaccano a quello che abbiamo vissuto, visto o desiderato.
Dimmi come sei e ti dirò cosa sogni
C’è chi invece compara il sogno ad una sorta di carta della nostra personalità. Il contenuto de racconto onirico, secondo lo psicologo tedesco Peter Willers Jessen, è il risultato della nostra personalità, della nostra età, del nostro sesso, della nostra condizione sociale, del nostro livello culturale, ma anche del nostro modo di vivere e delle nostre esperienze. Secondo lui durante l’attività onirica la coscienza ammutolisce, perché non proviamo sentimenti come compassione, vergogna e possiamo quindi commettere anche delitti gravissimi senza alcun senso di colpa.
Inoltre, quando esaminiamo un sogno, è quasi naturale che lo colmiamo ed integriamo con aggiunte o con censure. Lo abbelliamo a nostro piacimento, lo raddrizziamo, in modo involontario ed inconsapevole ma tendiamo a modificarlo.
Sogniamo ciò che desideriamo
Abbiamo già parlato dei sogni come espressione dei nostri desideri anche inconfessabili. Il filosofo J. G. E. Maass, vede nei sogni proprio l’espressione dei nostri desideri. Secondo la sua opinione tendiamo a sognare più frequentemente quelle cose sulle quali concentriamo le nostre passioni più ardenti.
I nostri sogni sono quindi influenzati dalle nostre passioni, dai nostri desideri. Avremo quindi l’innamorato che sogna la persona che ama, l’ambizioso che sogna il ruolo che vorrebbe rivestire, e così via. I nostri desideri sessuali e le repulsioni possono dare vita a delle trame oniriche oppure possono emergere in sogni già in atto.
Anche Platone anticipa addirittura la teoria freudiana, sostenendo che i sogni siano la manifestazione di istinti e desideri repressi dalla censura della ragione e comandati dalle regole sociali. Nel sonno la nostra parte razionale dorme e non può quindi esercitare alcun controllo sulla parte irrazionale che si abbandona ed è libera di seguire l’istinto.
I sogni come ammonizione

Nel ‘700, Hildebrandt attribuisce ai sogni un potere ammonitore. Secondo lui i sogni hanno lo scopo di attirare la nostra attenzione sulle pecche morali della nostra mente, addirittura arrivando a farci notare delle malattie fisiche inosservate. Anche secondo Kant i sogni sono volti a mostrarci la nostra natura.
Nei sogni è la verità: nei sogni impariamo a conoscere noi stessi nonostante tutte le maschere, nobili o vili, che mostriamo al mondo…L’imperatore romano, che mandò a morte un uomo che aveva sognato di assassinare l’imperatore, fu giustificato nella sua azione poiché pensò che i pensieri che uno ha in sogno, li abbia anche da sveglio.
Kant
Sui sogni non ci sono certezze
Quindi? Quale è la verità? La contraddizione tra queste concezioni, in particolare sul legame tra sogni e realtà, sembra irrisolvibile. È impossibile descrivere le caratteristiche dei sogni, se non attraverso una serie di contrasti che sfociano in vere e proprie contraddizioni. La principale è rappresentata, da una parte, dalla nettezza con la quale i sogni sono esclusi e separati dalla vita reale ed effettiva e, dall’altra, dal loro costante intreccio con la vita vera, dalla dipendenza reciproca.
Un sogno è qualcosa di completamente scisso dalla realtà? Oppure è l’espressione di quello che viviamo da svegli? O, ancora, i sogni sono una sorta di monito per i nostri errori e le nostre sviste? O sono l’espressione dei nostri desideri? Il sogno è il disegno in simboli del nostro inconscio oppure è solo un enorme trabocchetto completamente slegato da noi, che ci fa piombare in un altro mondo? Non lo so, non lo sanno bene nemmeno quelli che hanno studiato i sogni per anni ed anni.
Si può dire che il sogno è un po’ di tutto questo oppure si può dire che esistono talmente tanti tipi di sogni che ogni trama onirica può trovare una propria collocazione tra le tante teorie. Ogni sogno è prezioso indipendentemente dalla sua forma e dalla sua fonte. E da ogni sogno possiamo trarre qualcosa di importante per noi: sia che si tratti di un break dalla realtà sia che si tratti del sogno che ti cambia la vita.