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“C’è una cosa che mi rattristerà sempre, ed è di essere diventato grande.”
Il Piccolo Principe è la storia di Antoine che nasce a Lione da una famiglia aristocratica francese, cattolica e impoverita. A soli quattro anni, perde il padre, il visconte Jean de Saint-Exupéry. La madre, Marie Boyer de Fonscolombe, conduce i cinque figli a vivere nel castello di Saint Maurice de Rémens. Un’infanzia tutt’altro che triste, vissuta senza acqua corrente ma circondato da una folla di parenti, un’adeguata servitù e un parco immenso.
Studia con i precettori, prende lezioni di piano e violino e presto si distingue dai fratelli per l’estro, la fantasia e i capricci. Questo mondo felice crolla quando deve frequentare il collegio gesuita di Notre Dame de Saint Croix, dove vige una disciplina di tipo militare, alla quale il bambino è impreparato e reagisce chiudendosi in se stesso, diventando incostante e mediocre negli studi. Le uniche consolazioni di questo periodo sono le vacanze estive nel castello della madre e la scoperta dell’aeroporto vicino casa, che raggiunge quotidianamente in bicicletta per ammirare gli aerei in volo.

Le grandi passioni di Antoine.
Antoine è versatile, terminata la scuola superiore si interessa di meccanica ma anche di filosofia, ama la poesia e disegna modellini di aerei. Chiede di essere arruolato in aviazione e mostra un’incredibile tenacia nel raggiungere l’obbiettivo che gli sta a cuore. Muove mari e monti, segue privatamente un corso di pilota e chiede il trasferimento in Marocco dove è più facile volare. S’innamora di Louise de Vilmorin, bella, ricca e brillante. La ragazza tra tanti ammiratori sceglie proprio il pilota povero, andando contro le aspettative della sua famiglia. Antoine per lei rinuncia a volare e accetta un lavoro d’ufficio.
Scelta che risulterà inutile perché il fidanzamento non va a buon fine, lasciandolo smarrito e senza uno scopo nella vita. Due anni dopo ritrova l’entusiasmo dopo essere stato assunto dalla compagnia aeropostale e comincia la sua carriera di scrittore. Il primo libro, Corriere del sud, narra la storia di un amore mancato tra un pilota di linea in cerca della propria identità e una giovane donna che non riesce a condividere la sua vita di missione, ripiegata sul proprio mondo interiore. Il libro ha molto successo e viene pubblicato nel 1929.
Il lavoro lo porta in America Latina dove sposa con Consuelo Suncin, ma il loro non sarà un matrimonio felice. Allo scoppio della guerra si arruola come pilota e riesce a farsi affidare missioni pericolose. Dopo l’armistizio con la Germania Hitleriana si trasferisce negli Stati Uniti ma attraversa un periodo buio di depressione, finché nel 1944 si arruola nuovamente ma il suo aereo viene abbattuto al largo della costa dell’Esterel da due caccia tedeschi.
Il Piccolo Principe
Il Piccolo Principe viene pubblicato nel marzo del 1943, quando l’autore è da poco arruolato e si prepara a partire per il Nord Africa. Rappresenta un messaggio di tolleranza ma soprattutto vuole essere una riscoperta del valore dei legami affettivi. Il racconto è costituito come una dialogo tra un pilota (bloccato nel deserto a causa di un guasto al suo aereo) e un bambino straordinario in viaggio. Durante questo incontro il Piccolo Principe narra le avventure che lo hanno condotto dall’asteroide B612 fino alla Terra.
In ogni capitolo viene raccontato l’incontro tra il bambino e diversi bizzarri personaggi, enfatizzando il bisogno della presenza dell’altro nella vita di ciascuno: il geografo non può svolgere il suo lavoro senza gli esploratori così come il re senza i suoi sudditi. L’importanza delle relazioni è il filo che lega tutto il libro.
La vita del Piccolo Principe sul suo pianeta viene definta “piccola vita malinconica”. La sua unica distrazione è stata per molto tempo quella di contemplare i tramonti che, come egli dice si amano quando si è tristi. In questo libro si parla spesso di amore, amicizia, comprensione, ma si parla molto anche di solitudine e di abbandono. Visto che il Piccolo Principe sta compiendo un viaggio è costretto a lasciare continuamente le persone e gli esseri che incontra. Alcuni di questi distacchi lo lasciano del tutto indifferente, altri invece sono molto dolorosi.

Il pilota
Il pilota è il primo personaggio che compare nella storia. Un adulto un po’ diverso dagli altri ed ha un’intesa immediata con il Piccolo Principe perché ha conservato la fanciullezza nel cuore.
Pensa che gli altri adulti siano persone che non capiscono molto e seguito di una delusione all’età di sei anni, ha rinunciato alla grande passione per il disegno, mettendo da parte la sua dimensione creativa per rapportarsi ad un mondo adulto sterile e privo di fantasia.
Non perde però la sua speranza di trovare qualcuno simile a lui, cercando in ogni adulto il bambino che è stato, attraverso il test del disegno del boa che ha divorato un elefante, che gli adulti privi di immaginazione scambiano per un cappello. E’ un personaggio che non si scoraggia facilmente, anche se si trova nel deserto da solo, cerca un modo per uscire da una brutta situazione senza perdersi d’animo.
Il piccolo principe sottoposto al test fornisce la risposta corretta al pilota dando inizio alla loro profonda amicizia che nasce da un incontro casuale tra due persone ed è destinata a durare, in linea di principio, per tutta la vita. La separazione tra i due protagonisti è una delle pagine più commoventi del libro:
“Tu avrai delle stelle come nessuno ha. Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!…E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto.
Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così per il piacere…E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: “si le stelle mi fanno sempre ridere! E ti crederanno pazzo“

La volpe
L’amicizia è il sentimento che compare più volte all’interno del libro. L’incontro del Piccolo Principe con la volpe è fondamentale per la sua crescita. Un’amico si distingue dagli altri e la volpe spiega al bambino come questo può avvenire:
Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.
Per la volpe essere addomesticata vuol dire creare un legame di appartenenza reciproca, dedicando tempo e attenzioni all’altro, imparando a conoscerla meglio nei suoi punti di forza e nelle debolezze. Il Piccolo Principe andando a trovare la Volpe quotidianamente, guadagna la sua fiducia:
Se tu vieni , per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Con il passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, inizierò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore … ci vogliono i riti.

La rosa
Il Piccolo principe ha lasciato nel suo pianeta una Rosa con la quale aveva stabilito un sentimento profondo diverso dall’amicizia. Grazie alla volpe viene a conoscenza dell’esistenza di un roseto. Questo dovrebbe portarlo a dimenticare la sua rosa ma al contrario comincia a capirne l’importanza.
La rosa non è speciale perché unica nel suo genere ma per il sentimento che prova per lei. Nella dinamica del racconto il fiore è un personaggio fondamentale. È civettuolo, bello, vanitoso, il fiore sbocciato sul pianeta del Piccolo Principe è molto complicato e non privo di difetti, ma nonostante ciò il bambino si pente di averlo lasciato. Spesso a causa della paura e dell’insicurezza che i legami possono creare, i due entravano in contrasto ma con rammarico il bambino afferma:
“Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava, mi illuminava. Non avrei dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie, i fiori sono così contraddittori ma ero troppo giovane per saperlo amare”.
La rosa è molto esigente ed il Piccolo Principe sentiva addosso la responsabilità della sua sopravvivenza e questo pareva porre limiti alla sua libertà, vincolandolo al fiore. Questo peso lo ha portato a fuggire da lei. Solo distante è riuscito a capire di aver bisogno di qualcuno a cui pensare e che lo faccia sentire importante. La lontananza ha dato valore al loro legame. Il desiderio della rosa diventa così forte da portare il Piccolo Principe alla decisione di farsi mordere dal serpente per poterla raggiungere. Mentre cammina verso l’appuntamento con il serpente, il Piccolo Principe, tenendo per mano il pilota lo saluta con queste parole:
“sembrerò morto e non sarà vero…capisci? Non posso portare appresso il mio corpo. E’ troppo pesante, sarà come una vecchia scorza abbandonata”.
E alleggerito da tutti i pesi torna a casa dalla sua rosa.
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