album multisala 2021

Menzioni disonorevoli per il 2021 dai pessimi risvolti

Mah...non saprei nemmeno cosa dire. Lascio al contenuto il resto delle mie parole

di Melpot Cosmos

Finite le vacanze, tiriamo le somme

Il 2021 non è stato il migliore anno possibile per la musica.
Non c’è neanche andato vicino.
Complessivamente è stato un anno piuttosto noioso, con poche uscite che mi hanno realmente colpito.
Quindi si potrebbe dire che in questi progetti non ci sia nulla che io possa criticare, giusto?
Ovviamente sbagliato.
Partiamo.

Doppio Guè

guè 2021
Copertina di Fast Life 4 di Guè

Fast Life 4 si può mettere tra i dieci progetti che più mi hanno convinto di quest’anno.
L’unico vero e distinto neo che ci trovo è solo uno, minuscolo: Salmo dentro ‘Alex’.
Incredibile, davanti a due strofe e un ritornello di tutto rispetto il nostro Maurizio non si impegna minimamente, riutilizzando il solito flow per l’ennesima volta, e riciclando i suoi soliti concetti.

Ma i peccati di Guè non finiscono qui per l’anno 2021: ‘piango nella lambo’ prende la corona come il peggior brano di ‘GVESVS’ e forse come la peggiore canzone dell’anno. Un forte senso di svogliatezza, dalla scrittura alla struttura del brano. Il concetto della traccia penso sia chiaro dal titolo, quest’ultimo racchiude praticamente le uniche parole nel ritornello, e ci manca poco lo siano anche nelle strofe di Pequeno.

Un Marracash laureato

“Se servisse la scuola piuttosto che droga avrei venduto enciclopedie”

-Marracash in ‘XDVRMX’

Come dimenticare questa frase di Marra in ‘XDVRMX’ dopo la tristezza infinita di ‘Laurea ad Honorem’.
Un brano degno del già citato ‘piango nella lambo’ come qualità, e con cui condivide l’idea di un ospite adibito al ritornello: per Guè Rose Villain, per Fabio invece un Calcutta in pessima forma, degno dei suoi peggiori hook nei suoi lavori. Marracash poco impegnato con i suoi flow ricchi di autotune, che utilizza per colmare la voglia di scrivere qualcosa di interessante per questo brano.
Il disco “Noi, Loro, Gli Altri” non mi è sembrato il capolavoro di cui tutti parlano, ma solo per questi minuti di patimento perde la possibilità di essere un album solido, degno di essere ascoltato dall’inizio alla fine.

Ma come fai a tornare sempre da lui?

chiello 2021
Copertina di ‘Oceano Paradiso’ di Chiello

Chiello nel 2021 mi ha convinto.
‘Oceano Paradiso’ è un buon progetto, ‘Abisso di Xanax’ un mood perenne, ‘Damerino’ un ottimo banger e ‘Quanto ti vorrei’ uno dei peggiori singoli usciti in anteprima a un album.
Continuo a non capire se questo ascolto profuso da parte di tutti sia frutto del meme o di un delirio collettivo.
Un brano che fa sembrare i vecchi lavori targati FSK frutto di sperimentazioni precise e mirate al millimetro.
Credo ci voglia più tempo a scrivere la strofa dello stesso Chiello in ‘canottiera white’ che in ‘quanto ti vorrei’.
Non sarei stupito se infatti il tempo di realizzazione di questo brano sia uguale alla sua durata.

Via da qui, e velocemente

‘DJUNGLE’ di DjTY ha una buona tracklist, non eccelsa ma comunque buona. Ho ascoltato alcuni dei brani presenti centinaia di volte, altre una manciata e una non posso più sentirla:
‘Via di qui’ di Ernia e Tiromancino.
Un brano non vintage ma direttamente vecchio, con un Ernia che decide di tirare fuori uno dei suoi peggiori flow melensi e mettere in fila la lista più lunga di atroci banalità siano concepibili.
Giuro che se qualsiasi altro rapper dovesse di nuovo citare la solfa del “ho chiesto a Dio una bici poi ho capito come funziona e l’ho rubata per dopo chiedere perdono” potrei smettere di ascoltare musica per sempre, per una buona volta.

Dulcis in fundo…

‘Multisala’.
Ecco.
Multisala non ha brutti brani.
Ma non è neanche un ottimo progetto.
Multisala è la prova che la svolta di un’artista può separarti da quest’ultimo.
Non posso criticare la decisione di Franco126 di darsi a un linguaggio universale esterno dal suo vecchio vissuto, ma non posso più sentirmi vicino a lui.
Non è la decadenza romana che cerco, ma ‘polaroid’ e ‘stanza singola’ con tutti i loro drammi inerpicati per vie intricate mi hanno sempre fatto sentire meno solo.
‘Multisala’ invece non mi ricorda il terribile odore delle serate perse al bar tra mille pensieri, ma una bellissima pubblicità Sammontana su un cuore spezzato d’estate.

Multisala è la trasposizione holliwoodiana di un libro, che rilega il grezzo e il vero delle parole su carta di un sottilissimo film di plastica lucida: le fa apparire bellissime, ma finte, lontane, distanti.

E questo in breve è stato il 2021.
Un anno in cui, nel poco che è uscito, è sempre mancato qualcosa di tangibile, di realmente interessante e profondo: basti pensare come il quarto capitolo di un mixtape come Fast Life, nonostante sia tutto tranne che una novità, abbia colpito tutto il pubblico italiano.
Quasi come se fosse un passo in avanti far uscire un album su un audiocassetta.

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