Una delle ”terre promesse”nella foto paesaggistica
Quella volta in cui ci siamo tolti lo sfizio di prendere un aereo e volare fino alla remota Islanda è stata una di quelle esperienze da fotografi che porterò per sempre con me (e credo sarà cosí per tutta la famiglia).
Stiamo parlando di un’isola sulla quale puoi trovare qualunque tipo di paesaggio: dalla maestosità del mare che la circonda fino ai paesaggi vulcanici (con tante eruzioni frequenti che li rendono ancora più suggestivi). In alcuni punti poi, se non fosse per le temperature decisamente invernali) sembra quasi di essere all’interno di paradisi tropicali (vedi foto in copertina).
In ogni caso, quella che si è poi rivelata un’esperienza unica ed emozionante, non era iniziata con i migliori auspici.
Giorno 1: Odissea del DJI e partenza
Partenza ritmata dalla nuova fiction “alla ricerca del drone”, visto che DJI decise di spedirmi un pezzo danneggiato. È stato un viaggio slalom fino all’aeroporto con fermate varie in centri di elettronica alla ricerca del pezzo mancante! Poteva essere evitato ma, davvero, è stata l’unica piccola macchia di tutta l’esperienza. Una volta decollati i pensieri sono rimasti in Italia. All’arrivo già la macchina a noleggio faceva intuire che sarebbe stata un’esperienza top: ci capita una nuova fiammante Kuga 4×4 con cambio automatico.
Arrivati al B&B Guesthouse a Keflavik, lasciamo velocemente i bagagli per andare a cercare una bettola in cui cenare. La scelta ricade su di una specie di McDonalds, peggio, si sì, peggio. Marika ed io ceniamo con un’ insalata geneticamente modificata, i bimbi vi lascio solo immaginare. Dopo cena ci dirigiamo verso Reykjavik, nella speranza di trovare uno squarcio di cielo senza nubi, visto che sopra le nostre teste si stava manifestando un Kp4, ma senza gloria, ce ne torniamo a letto.
Giorno 2: iniziano le emozioni
Si parte da Keflavik alla volta di Vik i Myrdal. E subito l’Islanda ci regala la prima perla. La Blue Lagoon è qualcosa di incredibile! I colori dell’azzurro dell’acqua si contrappongono ai verdi dei licheni ed al nero delle rocce, creando scorci davvero incredibili!
Dopo aver ricevuto in dono da tre ragazzi inglesi il biglietto del parcheggio, ci avviciniamo alla cascata, dove tra una gita “back waterfall” e qualche miracolo in stile Carolina Kostner sul fondo ghiacciato, ci scattiamo un po’ di selfie, facciamo quattro scatti alla potente cascata ed ai Fulmari frequentanti la zona. Ripartiamo ed arriviamo al Cottage (North Star Cottage a Seljavellir), molliamo i bagagli e via verso Skogafoss.
Il mare si è mostrato prepotentemente, abbattendosi sui faraglioni di Reynisdragar, regalandoci momenti unici! Skessudrangur, Langhamar e Landdrangur sono i nomi di questi tre faraglioni che difficilmente dimenticheremo. Torniamo a casa senza un tramonto top, ma determinati ad andare alla ricerca di un regalo dal cielo. Ceniamo, prepariamo i nanetti alla serata e via, partiamo in direzione Ovest, dove il meteo sembra migliore.
Il secondo giorno mi ha fatto addormentare con una vera e propria commozione negli occhi e nel cuore.



La fusione con l’uomo dai risultati sorprendenti
Una cosa che mi ha davvero particolarmente colpito sono alcuni paesaggi che abbiamo avuto la possibilità di cogliere e catturare. L’aeroplano abbattuto nella desolazione del paesaggio nudo d’Islanda è stato un vero onore. All’interno di questo scatto ho voluto donare la maestosità che questo gigante del cielo continua a mantenere, nonostante l’inesorabile passare del tempo. Mi piace pensare che non abbia, realmente, smesso di librarsi libero…ha soltanto cambiato l’elemento nel quale continua a volare. I colori del cielo contrapposti al nero della terra vulcanica hanno fatto il resto del lavoro.
Un’altra delle emozioni più grandi me l’ha donata la foto alla piccola chiesa nell’interland islandese. Una vera e propria esplosione di colori e di contrasti. La semplicità della struttura di questo piccolo luogo di culto è straordinaria: in essa è espresso, a mio avviso, il forte sentimento di fede che alberga negli abitanti di quest’isola. È un rapporto intimo ed umile con Dio, da un popolo laborioso e devoto. Veramente un qualcosa di unico ed incredibilmente emozionante. Almeno per me.
I vulcani e tutto il calore dell’Islanda
L’Islanda è un’isola di origine vulcanica, geologicamente giovane (circa 20 milioni di anni) e ancora in corso di formazione. La geologia di quest’isola è molto particolare, infatti l’Islanda è la più ampia parte emergente della lunga dorsale medio-atlantica ed è l’espressione terrestre e visibile di ciò che troveremo, al di sotto della superficie marina, nella dorsale medio oceanica.
L’isola ha quindi un’origine esclusivamente vulcanica e l’intensa attività vulcanica è ben visibile tutt’oggi con moltissimi vulcani sparsi per le sue terre. Si contano oltre 130 vulcani, fra attivi e inattivi. Sotto l’isola si trovano all’incirca 30 sistemi vulcanici attivi (considerati tali dalla geologia se hanno eruttato negli ultimi 10.000 anni), in tutte le zone del Paese tranne la Vestfirðir. Alcuni, come Hekla e Krafla, hanno eruzioni circa ogni 10 anni. Sono tutti compresi negli Altopiani d’Islanda.




Quello in Islanda è stato un viaggio per tanti aspetti simile, per altri meno, a quello sulla Norvegia, raccontato nel mio primo articolo; è stata un’ avventura di parecchi giorni ed esaurirla in un articolo renderebbe quest’ultimo noioso. Vi lascio quindi il LINK al diario dell’esperienza sul mio sito web e, finalmente, vi rimando alla scheda tecnica del nostro viaggio nella splendida Islanda.
Scheda tecnica
- Drone DJI MAVIC 2 pro