Si è concluso da poco il 2021, un anno che ricorderemo. La pandemia ha infatti fatto sì che anche l’anno scorso, come il precedente, restasse impresso nella mente a causa di limitazioni e restrizioni. Non c’è però soltanto questo aspetto, bensì anche dei motivi più lieti perché i 12 mesi che si sono appena chiusi ci restino in mente. Molti di questi motivi sono note liete, perché per quanto riguarda la musica, possiamo dire che è stato veramente un anno da ricordare.

Che cosa è successo?
Partiamo per un viaggio all’indietro nel 2021, che affronti le più significative tappe musicali dell’anno. Le notizie da riportare relative al mondo della musica non sono infatti poche. Partiamo dagli artisti che ci hanno lasciato, nel corso del 2021, lasciandoci in testamento la loro arte e la loro musica.
La morte di Franco Battiato
Partiamo dal grande Franco Battiato, il maestro siciliano che se n’è andato il 18 maggio 2021 dopo averci regalato brani pop e orecchiabili ma dallo spessore elevatissimo, intrisi di concetti filosofici, spirituali e religiosi. La sua scrittura era lontanissima dai canoni del genere in cui rientrava eppure le sue canzoni entravano di prepotenza nel cuore dell’ascoltatore, forse perché gli portavano molto di più rispetto a quanto tradizionalmente si trova nelle composizioni pop.
Battiato lascia in eredità all’Italia e al mondo canzoni appartenenti alla memoria collettiva e amate, in egual modo, da tutte le generazioni, in maniera trasversale. La grandezza del maestro sta proprio in questo, nella sua capacità di farsi ascoltare da qualunque interlocutore, anche il più lontano dalla musica della generazione di quei cantanti nati negli anni ’40.
Addio a Raffaella Carrà
Ci ricorderemo il 2021 anche per la scomparsa di una delle più amate cantanti – seppure ridurla a una sola professione sia davvero riduttivo – italiane del secondo dopoguerra, quella grande star che è stata Raffaella Carrà. Se n’è andata il 5 luglio, a Roma, all’età di 78 anni. Popolarissime sono state le sue canzoni ma ancor di più la sua immagine: il caschetto biondo, i top corti che lasciavano scoperto l’ombelico e la sensualità spinta ma non volgare del celebre Tuca Tuca con Enzo Paolo Turchi… Raffaella Carrà è stata un’icona assoluta.
Accanto a questi due monumenti, nel corso del 2021 la scena italiana ha dovuto salutare anche Milva, Gianni Nazzaro e Raoul Casadei, il padre di Romagna Mia. Non si tratta certo degli unici cinque artisti che se ne sono andati l’anno scorso ma, guardandoci indietro, possiamo affermare che questi siano i principali, per quanto riguarda il nostro Paese.
2021, saluto a un capitolo di storia della musica
Uscendo dai confini italiani, ricordiamo anche un lutto internazionale, legato al 2021: l’addio al monumento del rock Charlie Watts, il batterista dei Rolling Stones. Il percussionista se n’è andato il 24 agosto, scomparendo a Londra, la città dove aveva appena affrontato un delicato intervento al cuore. Aveva 80 anni.
Watts non ha mai goduto della popolarità dei due chitarristi della sua band, Mick Jagger e Keith Richards, i quali sono anche le voci principali – soprattutto Jagger – degli Stones ma si tratta comunque di uno dei primi membri, in quanto entrò nel gruppo nel 1963, un anno dopo la fondazione, e per quasi 60 anni è stato parte integrante della storia del rock e della musica in generale.
L’affermazione dei Måneskin
Non è però certo stato soltanto un anno di scomparse e lutti, questo 2021. Ci sono infatti anche buone notizie, per quanto riguarda la musica e, nella fattispecie, quella italiana. Pensiamo ad esempio all’enorme successo avuto dalla giovane band romana dei Måneskin e a che cosa abbia significato per loro il 2021.
Dapprima la vittoria a Sanremo con un pezzo grintoso e irriverente come Zitti e Buoni, che naturalmente può piacere o meno ma contiene al suo interno tutti gli ingredienti dell’inno rock’&’roll ed è, per questo motivo, una canzone come non ne sentivamo da un pezzo, dal momento che in questo tempo il genere musicale non sprizza esattamente salute da tutti i pori poiché vende meno e, dunque, le major discografiche sono meno propense a produrlo.
Poi arrivò la vittoria all’Eurovision Song Contest che lanciò i ragazzi nell’Olimpo della musica internazionale e aprì loro la porta a collaborazioni con artisti di livello mondiale, come Iggy Pop, e a tournée fuori dal nostro Paese, come ad esempio quella negli States che ha avuto un buon successo. Nel mese di gennaio, i Måneskin cominceranno a girare per l’Italia portando il loro tour nei palazzetti dello sport della nostra penisola.
Se i Måneskin sono on fire, infiammati come si direbbe in inglese per dire che stanno cavalcando l’onda del successo, non sono gli unici artisti tricolore ad aver vissuto un grande 2021.
Un’ottima annata
La musica italiana è stata protagonista indiscussa del 2021#theparallelvision https://t.co/77P6hVaJVl
— The Parallel Vision (@TParallelVision) January 9, 2022
Non parliamo di vino, bensì di musica, prendiamo però comunque in prestito la terminologia enologica per sottolineare la ventata di positività che il 2021 ha portato alla musica italiana, segnando un anno che potremo tranquillamente definire di rinascita. Nella Top 25 delle classifiche di vendita per l’anno appena concluso, nel nostro Paese, sono soltanto due gli album non italiani, quelli delle superstar Dua Lipa e The Weeknd.
La canzone dell’anno è stata, probabilmente, il pezzo del duo di cantautori Colapesce & Dimartino, Musica Leggerissima, ben diversa dal classico tormentone ma capace di riscuotere lo stesso successo, tanto da originare anche cover in lingue differenti. Il cantante Sangiovanni, soprattutto grazie alla sua Malibù, e il trapper alternativo Capo Plaza sono altri due artisti che si sono assolutamente imposti nel 2021.
Se numerosi altri settori lamentano la crisi economico-sanitaria, la musica sta benissimo come testimonia l’aumento degli ascolti e la ricchezza della proposta musicale.
All’ascolto del 2021

Ricerche di mercato affermano che, nel corso del 2021, il tempo trascorso ad ascoltare musica sia aumentato in maniera considerevole in tutto il mondo – Italia compresa – principalmente grazie alla comodità di utilizzo dei servizi in streaming, i quali sono ormai nettamente il veicolo di ascolto più importante, che hanno visto un aumento del 100% nell’acquisto di abbonamenti ai propri servizi premium.
Le etichette discografiche, ben consapevoli di questo fenomeno, stanno investendo in maniera sempre maggiore nel segmento, accertandosi di rendere disponibili i loro cataloghi all’ascoltatore online nella maniera più agevole possibile.
L’affermazione di questo mercato ha comportato una crescita del 34% del market discografico italiano, soltanto nei primi 6 mesi del 2021, semestre del quale abbiamo a disposizione i dati. I ricavi da abbonamenti streaming sono lievitati del 41% rispetto al dato, già molto positivo, riferito al 2020. Quelli del guadagno da video hanno fatto ancora meglio, segnando un +47,7%.
L’approccio ai generi risulta molto diversificato: l’ascoltatore medio presterebbe usualmente orecchio a circa 300 generi musicali. In Itala i più ascoltati continuano a essere pop e rock, con quote percentuali del 61 e 50%, rispettivamente, mentre il rap acquisterebbe sempre più popolarità, principalmente nella fascia tra i 16 e i 24 anni d’età.
Non se la passa male nemmeno il segmento fisico del mercato musicale, quello su supporto. Il cd chiude un’ottima annata, con una crescita del 52% nelle sue vendite rispetto ai mesi del 2020; è però il vinile che ha dominato in lungo e in largo, sugli scaffali, nel corso del 2021: la crescita delle vendite ammonta in questo caso a un incredibile +189%, un vero e proprio boom.