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ARTICOLO
police montserrat

Arrivano i Police! Patente, libretto e assicurazione!

Un gruppo fondamentale per la musica inglese tra anni '70 e '80

C’era una volta in Inghilterra

Dopo l’articolo su Sting di qualche settimana fa, mi sembrava d’obbligo scrivere due parole anche sui Police, il gruppo che rese celebre Sting. Fondati nel 1977 in piena tempesta punk in Inghilterra, i Police sono un power trio comprendente Sting (basso e voce), Stewart Copeland (percussioni) e Andy Summers (chitarra). Summers proviene dal mondo jazz e ha già grande esperienza come turnista, Copeland è un ottimo batterista proveniente dal mondo del prog, mentre Sting suonava precedentemente in un gruppo jazz fusion, i Last Exit. Malgrado la giovane età, il gruppo sceglie di non avventurarsi nel mondo punk ma di tracciare un proprio originale percorso, a cavallo tra new wave e pop rock.

police copeland summers sting
Da sinistra a destra, Summers, Sting e Copeland

Esordio e primi successi

Nel 1978, viene pubblicato l’esordio del gruppo, ‘Outlandos d’Amour’ (un’espressione macedonia di più lingue traducibile come ‘fuorilegge d’amore’), ed è subito successo per i Police, che azzeccano in brani come ‘So Lonely’, ‘Roxanne’ e ‘Can’t Stand Losing You’ le sonorità che caratterizzeranno la prima parte della loro discografia, ovvero un’originale combinazione di new wave e musica reggae. L’unico momento punk resta nella opener, ‘Next to You’, una sorta di serenata d’amore, e vagamente in ‘Truth Hits Everybody’, il pezzo più veloce dell’album. Complessivamente, la produzione è leggera ma piuttosto efficace, e i tre se la cavano egregiamente in sala di registrazione.

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Il periodo intermedio

Solo un anno dopo, i Police ci riprovano con ‘Reggatta de Blanc‘ (anche qui, espressione senza senso traducibile come ‘reggae dei bianchi’). Ciò che fanno i Police è esattamente questo: prendere il reggae, che è di fatto musica nera, e incrociarlo con stilemi di musica bianca occidentale (new wave, pop rock e simili). Questo secondo album segue a ruota il primo ma presenta pezzi leggermente più maturi come il crescendo drammatico di ‘Message in a Bottle’, la rarefatta ‘Walking on the Moon’ e i delicati arpeggi di ‘Bring on the Night’ (ripresa da Stevie Nicks per la sua ‘Edge of Seventeen’). Uscito nel 1980, ‘Zenyatta Mondatta’ sarà l’ultimo album dei Police a incorporare sonorità reggae: malgrado diversi buoni brani come ‘Don’t Stand So Close to Me’, ‘De Do Do Do, De Da Da Da’ e ‘Driven to Tears’, l’album non convince pienamente e non innova particolarmente il loro catalogo.

police sting

Sting, leader ‘de facto’ del gruppo

Sempre più sotto il controllo artistico di Sting, i Police continuano a registrare ma è innegabile la crisi all’interno del gruppo, con Summers in aperto conflitto contro Sting in merito alla direzione artistica del gruppo. Ciò nonostante, nel 1981 viene pubblicato ‘Ghost in the Machine’, un ottimo album in cui il gruppo impiega sonorità nuove e fa uso qua e là di tastiere e sintetizzatori (ad esempio in ‘Spirits in the Material World’ o nella nenia romantica di ‘Every Little Thing She Does is Magic’), adattandosi al nuovo panorama anni ‘80. Sting stesso si presta al sassofono in brani come ‘Demolition Man’ e ‘Too Much Information’. Il contributo di Summers e Copeland è comunque determinante e si sente in brani come ‘Omegaman’ e ‘Darkness’ (interamente composta da Copeland).

And every single meeting with his so-called superior

Is a humiliating kick in the crotch.

Many miles away something crawls to the surface

Of a dark Scottish loch

—-

Ed ogni singola riunione con il suo capo

È un umiliante calcio nelle parti basse.

Molte miglia lontano, qualcosa emerge sulla superficie

di uno scuro lago scozzese.

Synchronicity II, The Police

Un ottimo fine carriera

L’ultimo album dei Police, ‘Synchronicity’, viene pubblicato nel 1983: le relazioni umane tra i membri del gruppo sono ormai logorate ma l’album è forse il più profondo e tragico dei Police. Sting compone una trilogia di brani molto personale (la celebre ‘Every Breath You Take’, ‘King of Pain’ e ‘Wrapped Around Your Finger’), degli standard del pop rock, mentre sonorità world music vengono incorporate in brani come ‘Walking In Your Footsteps’ e ‘Mother’. ‘Synchronicity II’ è quasi interamente giocato sulla chitarra di Summers ed evoca un’apocalisse ormai imminente: alla progressiva alienazione di un impiegato incastrato in una vita da nevrosi e alla sua montante rabbia e insoddisfazione, Sting associa l’emersione di un mostro marino dal famoso lago di Loch Ness, un cupo presagio.

police black white

Un trampolino di successo

Con ‘Synchronicity’ si chiude la discografia dei Police: ben 5 album in 6 anni, tutti comunque di qualità malgrado i diversi gusti e un successo stellare che contribuirà non poco alle future carriere dei tre. Dei tre, Sting è senz’altro quello rimasto più sulla cresta dell’onda attraverso una prolifica carriera solista mentre Copeland ha composto diverse colonne sonore e collaborato con altri artisti. Anche Summers ha inaugurato una sua carriera solista e ha collaborato con artisti jazz fusion e prog.

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