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Travis scott

Travis sul tetto che Scott: sarà questo il suo tramonto?

Dopo la tragedia dell'ultimo Astroworld manca la terra sotto i piedi ad uno dei rapper più seguiti

Travis Scott non andrà al Coachella

Molto semplice: uno dei rapper più seguiti in questo momento non sarà ospite ad uno dei festival più seguiti al mondo.
Anzi, Travis è stato rimosso dalla scaletta nella quale era già presente dalla stessa organizzazione.
Inutile ogni tentativo del rapper di Houston di partecipare in ogni caso: persino alla proposta di esibirsi gratuitamente: gli organizzatori del festival hanno comunque ribadito la loro posizione.
Qual’è il vero motivo, allora, di un’ esclusione così eclatante? Un nome così grande escluso? Alcune testate e giornalisti gridano già alla cancel culture, ad un affronto alla libera espressione, eccetera eccetera.

Ma a cosa si deve realmente quest’esclusione?

Il calvario di Travis incomincia non molto tempo fa, per la precisione il 5 novembre scorso, data del celebre Astroworld.
Per chi non lo sapesse, Astroworld (oltre ad essere il nome del terzo disco dell’artista) è un live con la completa direzione artistica di Scott, organizzato assieme a Live Nation.
Un live pieno di colori, di vita, una vera e propria valvola di sfogo per chi è sul palco e chi ascolta.
Un evento coinvolgente, ma che presenta dei rischi.
Che non sono stati calcolati.

Quindi, questo 5 novembre…

L’Astroworld organizzato quest’anno non è andato come previsto.
Appena iniziato il live sono cominciati i primi disordini, con una calca umana sempre più grande che spingeva verso il palco.
Secondo alcune fonti, con il concerto iniziato approssimativamente alle 21, le prime morti sono state alle 21:30.
Con il concerto finito alle 22:15 e i soccorsi arrivati addirittura prima dello spegnimento degli impianti, il conteggio delle persone decedute era già a 8, con numerosi feriti.

Per chiunque fosse interessato più nel dettaglio alle dinamiche, lascio qui dover poter leggere tutto per filo e per segno. (Avviso: è necessaria una buona formazione all’inglese)

Una vera tragedia: di chi è la colpa?

Le giuste cause sono partite da parte dei familiari delle vittime, contro gli organizzatori che hanno permesso che una cosa simile succedesse.
Ovviamente la colpa ricadrebbe completamente sugli effettivi organizzatori del live, di cui era la responsabilità la messa in sicurezza del luogo.
Quindi perché questo “accanimento” contro Travis Scott? Poiché ha partecipato attivamente all’organizzazione e per recidività.
Infatti, non sarebbe la prima volta che Scott viene accusato di incitamento ad azioni pericolose al suo pubblico.
Era già successo nel 2015 e nel 2017 in cui era risultato colpevole di simili accuse, per cui aveva scontato anche dei giorni in carcere oltre al pagamento di un’alta sanzione.

Travis Scott tweet
Tweet di Travis Scott sull’accaduto del 5 novembre

“I just wanna send out prayers to the [lives] that were lost last night. We’re actually working right now to identify the families so we can help assist them through this tough time.” (Voglio solo mandare le mie preghiere per le vite perse la scorsa notte. Stiamo lavorando in questo momento per identificare le famiglie così da poterle assistere in questi momenti difficili)

-Travis Scott in un video su Instagram

Travis Scott è quindi uno stragista?

No, ovviamente non esageriamo.
Ha commesso degli errori per cui è giusto sia punito, anche se ovviamente la colpa più grande rimane dell’organizzaione Live Nation.
Con questo, capisco la sua esclusione dal Coachella: non credo si voglia reiterare una punizione, ma prevenire una pessima condotta da parte dell’artista. Come si suol dire, prevenire è meglio di curare.

Travis Scott
Travis Scott nel video di scuse su Instagram

Travis Scott è vittima della cancel culture?

Ancora no. Continuiamo a non esagerare.
Prendendo in considerazione che esistesse qualcosa di simile alla “cultura della cancellazione” quest’ultima riguarda personaggi o opere con passati dalla dubbia morale, o con retoriche palesemente razziste.
Questo non sta succedendo assolutamente a Travis, nessuno lo sta boicottando. Basta solo vedere come i suoi ascolti rimangano invariati.
L’arte del rapper non è in pericolo o messa sotto accusa: qui si accusa solo e unicamente la sua persona per degli errori commessi.

Ovviamente non si parla solamente di esclusione dal Coachella, le ripercussioni non sono state così limitate, ma credo ci sia bisogno di valutarle tutte con spirito critico senza puntare il dito verso altro, che non siano colpe prettamente personali.

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