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In equilibrio sui tetti di notte
Chi soffre di sonnambulismo?
Ce l’immaginiamo scalzo, vestito con una lunga camicia da notte bianca che cammina sui tetti a braccia tese con lo sguardo immobile, guardando fisso in avanti. E’ il sonnambulo, una figura quasi mitologica che sta a metà tra realtà e letteratura. Finchè non ne incontri uno. Allora, a quel punto, ti rendi conto che, sì, i sonnambuli esistono eccome. Non se ne andranno in giro di notte a fare gli equilibristi e ad evitare per un pelo pericoli ad ogni angolo, ma sicuramente incrociarne uno di notte che gira per il salone di casa mentre vai a fare pipì, non è piacevole.
Chi osa disturbare i nostri sogni?

Sono tante le cose che rovinano i nostri sogni da svegli: persone che cercano di smontare, pezzo per pezzo, le nostre ambizioni, la mancanza di coraggio nel buttarsi, il ripetersi “non ce la posso fare”. E così, i nostri sogni restano chiusi nel cassetto a ricoprirsi di polvere, fino ad arrivare a tenere i cassetti vuoti.
A rovinare i nostri sogni notturni non è invece la mancanza di coraggio e neppure il cinismo altrui: sono i disturbi del sonno. Recenti studi epidemiologici hanno dimostrato che oltre il 25% degli adulti presenta disturbi del sonno. L’American Sleep Disorders Association ha proposto una Classificazione Internazionale dei Disturbi del Sonno, che individua ben 84 disturbi raggruppati in quattro distinte categorie:
- Dissonnie (tra le quali rientra l’insonnia)
- Parasonnie
- Disturbi del sonno associati a patologie mediche o psichiatriche
- Possibili patologie del sonno ancora in via di definizione
Il sonnambulismo rientra, con il Pavor Notturno (terrore notturno), tra le parasonnie e, nello specifico, tra le parasonnie del sonno NREM (disordini dell’arousal). Riguarda una percentuale di soggetti che oscilla tra l’1 e il 5%. Circa il 20% dei bambini ha avuto almeno un episodio di sonnambulismo nella vita, in alcuni casi il disturbo permane nel corso dell’età adulta.
E’ invece raro che gli episodi si manifestano per la prima volta in soggetti adulti. Il sonnambulismo comprende un gruppo di manifestazioni motorie complesse che si presentano durante il sonno NREM, in particolare durante la fase di ‘sonno profondo’ che si manifesta per lo più nella prima parte della notte. Proprio per questo motivo, tali disturbi si verificano soprattutto entro 1-2 ore dall’addormentamento.
Puoi dirgli quello che vuoi tanto poi non si ricorda niente
Il sonnambulismo si presenta attraverso ripetuti episodi di allontanamento dal letto durante il sonno e di deambulazione nei paraggi: il sonnambulo si alza e si fa un giretto per casa, fino anche ad arrivare ad aprire la porta di ingresso ed uscire in giardino. Una peculiarità del sonnambulo è proprio la capacità di svolgere le comuni attività quotidiane, come vestirsi o camminare, in un modo perfetto. L’episodio di sonnambulismo può durare da alcuni minuti fino ad un’ora.
Quello che incute più timore nel sonnambulo è sicuramente la sua espressione che risulta fissa e persa nel vuoto. Il sonnambulo non è assolutamente reattivo agli sforzi che si fanno per comunicare con lui ed è possibile risvegliarlo solo con grande difficoltà. Al risveglio (sia dall’episodio sonnambulico, che il mattino seguente) il sonnambulo non ricorda niente.
Dopo alcuni minuti dal risveglio dall’episodio sonnambulico, non ci sono tracce di quel che è successo, tutto torna alla normalità; non ci sono menomazioni dell’attività mentale o del comportamento e il girovago, con lo sguardo nel vuoto, torna ad essere esattamente quello di prima (e questo non sempre è un bene…).
Gli uomini sono tanti sonnambuli che bevono, mangiano, trafficano, costruiscono, stipulano contratti, amministrano i propri beni, hanno amici, nemici, piaceri, pene, preoccupazioni, e nascono, crescono, vivono e muoiono, ma sempre dormendo.
Joseph Joubert, Pensieri, 1838
E’ una questione di dissociazione
La diagnosi di sonnambulismo si esegue attraverso la polisonnografia (il monitoraggio, durante il sonno, di diversi parametri elettrofisiologici). Ciononostante, basta semplicemente vivere con una persona che ti incrocia nel corridoio in piena notte, ed eccoti la diagnosi fai da te.
Come mai si manifesta il sonnanbulismo?
Questo disturbo del sonno pare avere una tendenza familiare e colpire soprattutto il sesso maschile. Sembra inoltre essere più frequente nei periodi di forte stress o di ansia, ed è spesso associato al consumo di alcol, che altera il rapporto sonno-veglia o ad orari irregolari di riposo (dovuti, ad esempio, ai turni di lavoro). Anche alcune patologie specifiche possono provocare il sonnambulismo: l’emicrania, gli attacchi epilettici, il morbo di Alzheimer e la demenza senile.

Il meccanismo che porta al sonnambulismo è piuttosto interessante. Il nostro cervello è formato da diverse regioni, ognuna responsabile di specifiche funzioni. Alcune comandano il movimento, altre riguardano la memoria, altre ancora la consapevolezza. Nel sonnabulismo non tutte le regioni cerebrali si addormentano e risvegliano contemporaneamente.
Accade che, mentre la regione che sovraintende ai movimenti corporei è ancora vigile, quella della consapevolezza si sia già assopita (o viceversa). Il risultato è che si svolge una qualche azione o movimento senza rendersene conto. Questo, in un certo senso, avviene già nella fase di addormentamento, quando si verifica una dissociazione di funzionamento tra le aree cerebrali.
La domanda che tutti vorrebbero fare
Lo so che tutti vorreste fare questa domanda: “I sonnambuli vanno svegliati?”. No, se vivete con una persona che soffre di sonnambulismo non dovete tentare di svegliarla ma, piuttosto, tranquillizzarla e, possibilmente, riaccompagnarla nel suo letto senza usare le maniere forti. Si può, eventualmente, passeggiare con il sonnambulo fino a ricondurlo, in camera (sempre lentamente e con dolcezza).
Trattandosi di un disturbo del sonno, il sonnambulismo porta ad un cattivo riposo che si ripercuote anche nel giorno seguente. Tutti sappiamo quanto sia importante dormire bene. Chi soffre di sonnambulismo dovrebbe cercare di avere ritmi di sonno regolari, di andare a dormire sempre allo stesso orario e scaricare la tensione prima di addormentarsi (su questo punto non entro nei merito dei consigli).
Quando le notti sono insonni i giorni sono sonnambuli.
Davide Morelli
Sonnambulismo diurno
Se il sonnambulismo è un disturbo del sonno, il sonnambulismo diurno è sicuramente un modo sbagliato di affrontare la vita. I Canton nell’84 raccontavano questo disturbo nella canzone Sonnambulismo descrivendolo come “il desiderio di sfuggire ad un cliché, sereno, allegro, malinconico cammino senza te. Sonnambulismo per sfuggire alla cattiva compagnia, equilibrismo tra le strade sempre piene di follia.” Nathaniel Branden nel libro ‘L’arte di vivere consapevolmente‘ racconta il perchè a volte si ha la sensazione di aver camminato attraverso l’esistenza come sonnambuli.
Vivere la vita da sonnambuli può rappresentare una forma di difesa, ma attraversare il mondo come un sonnambulo è anche una mancanza di consapevolezza, una sorta di ‘non vivere’. E il sonnambulo diurno fa certamente più paura di quello notturno che immaginiamo camminare sui tetti con lo sguardo perso nel vuoto perchè lui, quando si risveglia, vive.
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