daft punk random access memories

I Daft Punk, due robot al servizio dell’elettronica

Alla scoperta della coppia di androidi più famosa al mondo

di Niccolò Bargellini

Serve un’introduzione?

Sciolti ormai sei mesi fa, i Daft Punk non hanno certo bisogno di presentazioni, rappresentando il duo di musica elettronica più famoso degli ultimi 25 anni. La loro estetica e i loro costumi da robot, assieme alla vita anonima condotta al di fuori dell’attività musicale, non hanno fatto altro che aumentare l’aura di mistero e l’interesse per un duo comunque destinato ad essere ricordato negli anni a venire.

daft punk logo
L’iconico logo del duo

Di origini francesi, Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo si conoscono in un liceo di Parigi e iniziano presto a comporre musica assieme. Verso metà anni ’90, la scena francese aveva coniato un suo stile house, denominato french house, molto sofisticato e con forti riferimenti agli anni ’80: i vari club e discoteche più o meno legali sparsi per tutta Parigi costituiscono il centro di questa scena musicale, costruita attorno a una comunità di tardo-adolescenti e giovani adulti. I Daft Punk non mancheranno di citare l’atmosfera dei club dell’epoca in ‘Revolution 909’, brano contro la decisione del governo francese di allora di proibire i cosiddetti rave party (di cui ancora oggi si discute in Italia).

I primi compiti a casa

Nel 1997, il duo riesce a dare alle stampe il primo album, ‘Homework’, composto interamente a casa, proprio come un compito assegnato a scuola. Oltre a mostrare chiari riferimenti al mondo della french house, il duo recupera anche un certo tipo di house più ottantiana, la cosiddetta acid house, uno dei primi sottogeneri house ad affermarsi commercialmente proprio attraverso le discoteche.

Il disco si distingue anche per la sua produzione sporca e per i suoi suoni decisamente non raffinati, quasi a voler richiamare quell’atmosfera dell’eccesso giovanile e dello ‘sballo’ (passatemi il termine) da periferia di cui era intrisa la scena dell’epoca. Grazie a diversi singoli ben piazzati e diventati ormai iconici come ‘Da Funk’ (videoclip diretto da Spike Jonze) e ‘Around the World’ (videoclip diretto da Michel Gondry), l’album aiuta i Daft a venire allo scoperto.

daft mask faces
I Daft Punk senza maschere ( da sinistra Homem-Christo e Bangalter)

Alla scoperta della disco

Seguono diversi anni di silenzio e nel 2001 i Daft Punk se ne escono con ‘Discovery’, forse il loro capolavoro assoluto. Dopo aver abbandonato le tendenze acid house dell’album precedente, il duo recupera la musica da cui è sempre stato affascinato: principalmente soul, disco-funk e pop rock di fine anni ’70/primi anni ’80. Qui i Daft spingono al massimo la loro abilità nell’estrarre samples (piccole porzioni di suono) dai brani a cui sono affezionati per crearne altri totalmente nuovi.

Basti pensare al future funk ante-litteram di ‘Face to Face’, pezzo ancora adesso smembrato da dj e amanti della musica in giro per il mondo per riconoscere da dove provengano tutti i sample utilizzati. L’album poi non ne sbaglia una: ‘One More Time’ è il lento dance da discoteca per eccellenza, ‘Harder Better Faster Stronger’ è stata riutilizzata a sua volta da decine di artisti mentre ‘Digital Love’, ‘Something About Us’ e ‘Voyager’ sono momenti di estasi onirica. Non si può non citare anche ‘Veridis Quo’, una manipolazione estrema ed intelligente di ‘Supernature’ di Cerrone che diventa una messa elettronica.

daft punk interstella 5555
Un cameo dei Daft Punk in ‘Interstella 5555’, cartone animato ispirato a ‘Discovery’

Umani anche nei fallimenti

Dopo altri 4 anni di apparente silenzio, esce ‘Human After All’, in teoria un ardito esperimento di combinare sonorità più dure (si potrebbe dire quasi‘metal) con il gusto house dei Daft Punk. In pratica, l’album è un mezzo fallimento: troppo ripetitivo, con un uso dei samples troppo scontato (sentite ‘Robot Rock’ e ’Release the Beast’ dei Breakwater, provare per credere), responsi negativi dalla critica e vendite scarse.

Affiorano anche delle sonorità industrial nell’album, come gli sbuffi di vapore in ‘Emotion’. Almeno i Daft Punk recuperano con delle esibizioni live da manuale raccolte in ‘Alive 2007’, una serie di concerti in cui i Daft remixano al volo il loro stesso materiale e incrociano tra loro brani da album diversi (tecnica nota come ‘mash-up’).

daft punk alive 2007
La scenografia a piramide usata durante i concerti di ‘Alive 2007’

Hauntologie ad accesso casuale

I Daft Punk si prendono una pausa ancora più lunga prima di pubblicare ‘Random Access Memories’ nel 2013 (anche se, ad onor di cronaca, va detto che nel frattempo avevano composto la colonna sonora di ‘Tron: Legacy’, uscito nel 2010). Se ‘Discovery’ era un tributo hauntologico a un certo tipo di musica da fine anni ’70 in poi, ‘Random Access Memories’ è un tributo senza mezzi termini: tutto è fatto per compiacere chi apprezza quei determinati generi.

Dalla rievocazione pop rock di ‘Get Lucky’, a quella disco di ‘Give Life Back to Music’ e ‘Lose Yourself to Dance’ passando per il lounge da piano bar di ‘Fragments of Time’, tutto vuole essere una perfetta e raffinatissima imitazione di ciò che era già stato fatto 30 anni prima. L’album però non si ferma qui: ‘Giorgio by Moroder’ è una jam elettronica e tributo al celebre compositore disco italiano mentre ’The Game of Love’ sembra una versione acustica di ‘Something About Us’ e ‘Motherboard’ resta forse il pezzo più oscuro dell’album.

Once you free your mind about a concept of
Harmony and of music being correct
You can do whatever you want
So nobody told me what to do
And there was no preconception of what to do

Una volta che liberi la mente dal concetto
di armonia e da quello che la musica debba essere corretta
Puoi fare quello che vuoi
Nessuno mi disse cosa fare
E non c’era alcun preconcetto su ciò che dovessi fare

Giorgio Moroder in ‘Giorgio by Moroder’

Ma è davvero tutto qui?

Vale la pena anche ricordare alcuni progetti paralleli portati avanti dal duo, come ad esempio le collaborazioni con Kanye West in ‘Yeezus’ e The Weeknd (‘I Feel It Coming’) e la produzione di ‘Nightcall’ di Kavinsky, singolo di enorme successo, usato anche nella colonna sonora di ‘Drive’ di Nichiolas Winding Refn. Infine, il progetto Stardust portato avanti nel 1998 da Bangalter e il cui unico risultato è il singolo ‘Music Sounds Better With You’, considerato in molte classifiche tra i migliori brani house di sempre.

daft punk tron legacy
I Daft Punk in un cameo per il film ‘Tron: Legacy’

Riproduzione Riservata ®

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