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La doverosa precisazione iniziale
Siamo nel 2021, il rap non è più un genere per una nicchia, tantomeno per un numero esiguo di pochi esaltati.
Il primo album in major del genere ‘Tradimento’ ha ormai 15 anni sulle spalle, con pesi massimi che contano anche 30 anni di carriera.
Migliaia di ori e platini ormai sono nella teca dell’hip hop italiano, che ormai si presenta a testa alta a qualsiasi grosso evento nazionale: dal concerto del primo maggio a Sanremo, per poi arrivare ai recentissimi Seat Music Awards.
Sempre tantissimi ospiti ai Seat Music Awards
Achille Lauro, gli Psicologi, Massimo Pericolo, Mecna, Guè Pequeno, Ernia, Rkomi, Shade, il Tre, Blanco, Carl Brave, Emis Killa e Jake la Furia:
Questa una breve e non completa lista di tutti gli ospiti rapper dell’evento sopracitato, con cui mischiavano anche innumerevoli anime del pop italiano, dando uno spaccato più o meno preciso della musica mainstream del nostro Bel paese.
Insomma, stili diversi che si stratificano uno sull’altro, nonostante i forti accostamenti: da parlare d’amore a una piazza di spaccio passano pochi minuti, ma credo sia l’unico modo per mostrare la realtà nella sua interezza. Quindi ben venga, no?

(Non) accettati tutti i linguaggi
Non si parla di una censura estrema.
Forse gli stessi Maneskin, all’Eurovision, hanno ricevuto dei paletti molto più rigidi.
Ma qui non si parla di una gara, con regole ferree per tutti affinché tutti siano in equilibrio fra di loro: gli SMA sono premi, pura celebrazione di ciò che distingue la nostra musica.
Dunque anche se piccola, anche se di un’inezia, qualsiasi censura sarebbe negare questa celebrazione musicale, ponendo come meno adatti alcuni linguaggi della nostra musica rispetto ad altri.
Ridurre il Massimo Pericolo
Qua arriva in scena uno dei rapper più interessanti degl’ultimi anni: Alessandro Vanetti (in arte Massimo Pericolo) si esibisce al Seat Music Awards cantando ‘Stupido’ uno dei suoi brani di maggiore successo, con 3 milioni e mezzo di visualizzazioni su YouTube. Un singolo ascoltato e molto riconosciuto, basti solo pensare che l’album (‘Solo Tutto’) in cui è contenuto è oro, riconosciuto dalla FIMI.
Il brano ha tinte forti, una storia d’amore tossico che ha pesantemente segnato l’artista. Un linguaggio ruvido, rude, che non guarda in faccia a nessuno: non ci si risparmia su nessun appellativo, le rime arrivano forti e decise come una sassaiola, lasciando l’ascoltatore in balia di un ritornello triste e sommesso, a cui ci si può solo che arrendere, lasciandosi annegare.
In questo ritornello però, una parola era sgradita alla buona ‘Mamma Rai‘, che ha chiesto cortesemente all’artista di cambiarla con la parola ‘giocare‘.
Lascio la citazione al testo qua sotto, per lasciare ai gentili lettori la possibilità di indovinarla.
Quando volevi scopare spegnevamo la tv
‘Stupido’, Massimo Pericolo
Ora spegni il tuo telefono e fa tu-tu-tu

Rai contro la natura
Risposta corretta: la terza parola presente nella citazione.
Insomma, una Rai contro la natura umana, che chiude gli occhi davanti a una parola leggermente spinta.
Una Rai che davanti alla descrizione di un atto amoroso si permette di intercedere, sminuendo il lavoro di un’artista e costringendolo a dare spiegazioni davanti a migliaia e migliaia di persone sul perché il testo di una sua canzone sia diverso.
In tutto questo andando in controtendenza davanti a milioni di giovani che ascoltano questo genere, ignorando completamente altri termini del testo e creando un teatrino con Pio e Amedeo su come la censura al SMA e soprattutto sui palchi Rai non esista, ma che sia tutta un’invenzione del signor Federico Lucia, in arte Fedez.
Si può fare di meglio
Un completo disastro: tra termini proibiti e ammessi senza una chiara distinzione, un trattamento diverso per ogni artista e una satira senza punta ma che anzi, appare sempre più banale e retorica, la prima serata fallisce miseramente.
Aggiungo anche che, se una parola (o più di una) sono poco adatte a certe fasce di età, basta far esibire dati artisti in un secondo momento, così da evitare inutili censure e il blocco della crescita di qualche infante.
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