L’improvvisa scomparsa
Joey Jordison non è stato un comune batterista del rock. Conosciuto maggiormente per le sue maschere d’ispirazione horror, ha accompagnato in carriera due delle band più influenti dell’heavy metal: Slipknot (di cui è stato il fondatore) e Rob Zombie.
Eppure, per ironia della sorte, la sua ultima maschera (un cristo dal volto truccato e sanguinante) sembrava anticipare la lunga sofferenza che avrebbe colpito l’artista, che era affetto da tempo dalla mielite trasversa, una variante della sclerosi multipla.

Consapevole di aver perso l’abilità di muovere le gambe, suonò per l’ultima volta con gli Slipknot nel 2013, una scelta che gli altri componenti del gruppo pensarono fosse motivata delle scarse condizioni di salute del musicista, causate dall’abuso di sostanze.
Ho perso le gambe!
Avrebbe gridato Joey alla band
Così, dopo un lungo periodo passato in riabilitazione, Joey Jordison muore nel sonno il 26 luglio, a soli 46 anni. Nonostante la famiglia non abbia dichiarato il motivo del decesso, sono molti a pensare che sia stata la stessa malattia a causarne la scomparsa.
Eppure la sua vita, sebbene breve, è stata ricca di momenti intensi.
L’uomo dietro la maschera
Ma chi era il batterista dei Slipknot? Nato il 26 aprile del 1975, a Des Moines, Nathan Joans Jordison sviluppò fin da bambino la passione per la musica, incominciando a suonare la chitarra e poi la batteria, regalatagli per il suo ottavo compleanno. Ma una volta adolescente, dopo il divorzio dei genitori, si sentì in dovere di rappresentare ‘l’uomo di casa’, una responsabilità che pesava molto sulle sue spalle, ma che sfogava attraverso le percussioni.
Fu così che appena finita la scuola, decise di andare a lavorare dapprima in un negozio di musica e dopo in un’area di servizio stradale. Ma è nel 1993 che accadde la grande svolta.

Insieme agli altri due membri fondatori, Paul Gray (scomparso nel 2010 a causa di overdose) e Shawn Crahan, Joey Jordison decise di dare vita al primo nucleo di quello che sarebbe stato una delle migliori band heavy metal del ventunesimo secolo. Il gruppo riuscì a completarsi con l’arrivo di ulteriori componenti come Anders Colsefini (il primo vocalista) e Donnie Steele (il primo chitarrista), sebbene la band subirà vari cambi di formazione in futuro.
Fu così che lo sfogo adolescenziale di Joey diede vita ad uno sfogo generazionale.
Slipknot: un successo non solo commerciale
Nonostante Joey fosse riuscito a ideare il logo, la famosa ‘Tribal S’, la band non aveva ancora un vero e proprio nome identificativo. Di idee ce n’erano molte, ma nessuna che potesse soddisfare e rappresentare a pieno la personalità del gruppo.

Dopo vari tentativi si è arrivati al nome ‘Slipknot’. Il perché di questa scelta sta nel significato stesso del termine. Il nome sta per ‘nodo scorsoio’ o ‘robusto’, molto spesso associato al nodo ‘dell’impiccato’. Che dire, l’hanno centrato in pieno. Quale nome migliore per descrivere la ‘robustezza’, e la ‘violenza’ musicale di questo gruppo, il cui suono è caratterizzato da una aggressiva abilità tecnica.
Il primo vero successo arriva nel 1997, quando tutti i membri salgono sul palcoscenico per la prima volta indossando maschere di ‘serial killer’ e una tuta da carcerato numerati da 0 a 8.

Si direbbe un’ottima strategia di marketing quello di intimidire il pubblico con delle vesti a dir poco ‘mostruose’. Ma il motivo di questa scelta potrebbe semplicemente riguardare la tipica cultura americana, riferendosi alla loro tradizione di glamourizzare le serie horror più violente.
Difatti lo stesso Joey creò la sua maschera ispirandosi alla stessa maschera con la quale sua madre usava spaventarlo quando era piccolo.
L’ultimo tributo della band
Sembra quasi inutile dirlo, soprattutto per i fan dell’heavy metal, come me. Il vuoto che ci ha lasciato Joey deriva non solo dal fatto che se ne sia andato uno dei fondatori della famosa band, ma soprattutto una parte dello sfogo giovanile.
La morte di Joey ci ha lasciato con i cuori vuoti e sentimenti di indescrivibile dolore
L’annuncio della morte da parte della famiglia
Io, come molti altri ragazzi, ascoltavamo band come gli Slipknot per esternare sentimenti negativi come la rabbia e la frustrazione. Un vero e proprio sfogo che riuscivi a tirare fuori al solo ascolto di musica metal.
Lo stesso vuoto è quello provato dall’intera banda, che ha voluto ricordare il musicista scomparso con un video tributo, che ripercorre i momenti migliori della sua vita. Ed è con questo video che vi lascio scoprire la grande musica degli Slipknot, ma soprattutto di Joey.