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L’ultimo concerto in Romagna, per salutare l’Italia
Alta, eterea nei suoi lunghi capelli bianchi, la 75enne Patti Smith ha salutato l’Italia con la sua ultima data a Cattolica, il 14 luglio. Un concerto strepitoso e emozionante, che l’ha vista ancora forte dell’anima rock dell’età giovanile, ma matura e magnetica, nel tenere la scena. Da molti è stata definita una ‘sacerdotessa del rock‘ per il suo modo di cantare concentrato e assorto, quasi recitasse una preghiera, ed è risaputa la sua attrazione cristiano buddista verso la mistica e verso Dio. Patti Smith sul palco sa senza dubbio come veicolare la sua energia, e la sua aurea ammanta ancora le platee di ogni età.
Quindi butta via il tuo stupido mantello abbraccia tutto ciò che temi
Perché la gioia vincerà ogni disperazione
My Blakean Year, Patti Smith
New York New York…
Originaria di Chicago (Dicembre 1946), Patti Smith si trasferisce a New York appena ventenne, con l’intento di respirare il clima culturale di quegli anni. L’unico desiderio? Vivere di musica, di poesia, di arte… e di emozioni. Non in qualità di cultrice passiva, ma sulla propria pelle, da protagonista. A ventotto anni viene consacrata alla musica con il suo primo album ‘Horses’. Ma Patti non ama definirsi una rocker: anche sul suo profilo Instagram, troviamo la denominazione ‘scrittore’.
All’inizio della sua carriera, Patti Smith amava molto l’arte figurativa (Modigliani, Soutine) e la letteratura (Rimbaud è il suo preferito) e pensava di diventare insegnante di materie pittoriche; a New York inizia a lavorare alla libreria Brentano, sulla Quinta strada, coltivando il sogno di diventare pittrice. Incontrerà il fotografo Robert Mapplethorpe al Pratt Institute di Brooklyn e nascerà un grande amore, ma nel 1969 la relazione verrà troncata, sia per la tendenze promiscue di Patti, sia per una scoperta omosessualità da parte di lui.

A Parigi sulle tracce di Rimbaud e di Jim Morrison
Dopo la rottura con Mapplethorpe Patti vola a Parigi con la sorella Linda, sulle tracce di Rimbaud e di Jim Morrison: in quel momento decide di spostare il suo focus dalla pittura alla scrittura. Tornata a New York, inizia a frequentare il Chelsea Hotel, dove alloggiano, fra gli altri, Leonard Cohe e Janis Joplin, in un clima di ardito interesse culturale, fra droga, musica e poesia.
Patti Smith intanto continua a coltivare la scrittura, e nel 1971 esordisce come poetessa al St. Mark’s Project, un locale per ‘slam poetry’, diremmo oggi, costruito nella ex chiesa di San Marco in-the-Bowery nell’East Village di Manhattan; luogo cruciale per la poesia nuova e sperimentale per oltre cinque decenni. Il reading le procura diverse offerte da parte di case editrici e a settembre l’importante rivista ‘Creem’ pubblica alcune sue poesie. Nello stesso anno Patti inizia a collaborare con Creem come giornalista, intervista Rod Stewart, Eric Clapton, e recensirà Bob Dylan. Intanto esce la sua prima raccolta di poesie, ‘Seventh Heaven’ edita dalla Telegraph, e nel 1973 la seconda, ‘Witt’, per Gotham Books.
Mi piace esibirmi ovunque ci sia molta energia. Come dice Gesù: “Quando due persone si riuniscono nel mio nome…”. Ed è la stessa cosa per me. Mi piace esibirmi mentre faccio un’intervista oppure davanti a 4mila persone o in un club. Fino a quando l’energia è diretta nel medesimo posto.
Patti Smith
I primi concerti e il lungo tour degli anni ’70
Agli inizi degli anni ’70 grandi nomi come Bob Dylan, i Beatles e i Rolling Stones stavano vivendo una recessione creativa e la musica sembrava essere orientata verso toni più dimessi e intimistici, privi dei grandi ideali di pacifismo, amore e libertà che avevano caratterizzato gli ultimi ’60. Patti Smith a quel tempo, assieme al chitarrista Lenny Kaye, si prefigge una missione: rendere la propria poesia amplificata, sonora; portarla ovunque, rinnovare l’energia.
Il potere della parola fuso con tre accordi di chitarra
Patti Smith
Cominciano al Max di New York. Patti cantava accompagnata da un pianista. Leggeva qualche sua poesia, e infine lasciava suonare Lenny. Nel 1974 la Smith registra assieme a Tom Verlaine dei Television, Richard Sohl e Kaye i primi due brani: ‘Piss Factory’, che racconta di quando nel ’64 Patti era operaia nel New Jersey, e di come due colleghe le ficcarono la testa in un water pieno di urina solo perché leggeva Rimbaud in pausa; come seconda traccia abbiamo invece la cover ‘Hey Joe‘.
Il 1979 è il ritorno alla vita domestica con Fred

Dal ’75 al ’79 per la Smith è un periodo intensissimo: escono quattro album. ‘Horses’ (’75), Radio Etiophia (’76) Easter (’78), Wave (’79). Nel giro di appena sei anni, Patti Smith diviene la figura che conosciamo tutti oggi: una vera e propria sacerdotessa del punk. I tour mondiali ne consolidano e ne consacrano la celebrità: il suo stile è unico. Una voce graffiante, parole potenti e evocative, energia esplosiva – riferimenti biblici si mescolano a recital alla Ginsberg – l’emozione di un vissuto intenso non si risparmia e non si cela dietro a testi che procedono spediti come cavalli in corsa.
L’improvvisazione e la libera associazione sono le strategie di scrittura più seguite dal Patti Smith Group. La Smith parla di amore – o meglio – vive l’amore, e lo scrive. Come nel caso della celebre ‘Because The Night‘ (1978, Easter): la poetessa stava aspettando una telefonata di Fred Smith, membro degli MC5 e suo futuro marito. L’attesa era lunga, Fred tardava a chiamare. In stato febbrile Patti cominciò a scrivere e a comporre quella canzone che poi, per anni, ha acceso le serate e i sogni delle generazioni più disparate (oltre che essere stata colonna sonora di diversi programmi TV). Quando Fred chiamò, alle due di notte, la canzone era già finita.
Ho dei dubbi quando sono da sola
Because The Night, Patti Smith
L’amore è uno squillo, il telefono,
L’amore è un angelo, mascherato da lussuria
Qui nel nostro letto, finché non arriva il mattino
Dalla morte di Fred, alla ripresa musicale
Sul finire degli anni ’70, a 34 anni, Patti Smith decide di ritirarsi a vita privata e di dedicarsi al marito Fred e ai figli. Il periodo giovanile era stato molto ricco ma anche logorante: l’eccitazione del suonare dal vivo e la gioia del ritrovarsi ad essere osannata come una dea, sul palco, era andata a scontrarsi però con una sensazione perturbante: la paura di non riuscire a gestire una folla che, preda di un’estasi sconsiderata e di un furore selvaggio, avrebbe potuto degenerare verso direzioni pericolose, imprevedibili.
Dopo i tour in tutto il mondo, Patti Smith non registra più niente per quasi dieci anni. Con Fred va a vivere a Detroit, si dedica alla scrittura e al culto di un buddismo/cristiano che predica anche per i suoi due figli. Nel 1988 fa uscire assieme al marito ‘Dream of Life’, un disco intimista, al quale non seguirà nessun tour per gli evidenti problemi di alcolismo di Fred. La foto di copertina è dell’amico Robert Mapplethorpe, che morirà nel 1989, a 42 anni, di Aids. Nel 1994 invece è la volta di Fred, che se ne va a 46 anni, per arresto cardiaco dovuto da abuso di alcolici.

La voce degli anni ’70, ’90… e del nuovo millenio
Patti Smith, dopo la morte del marito, rientra in pista. Nel 1996, il 15 Giugno, esce ‘Gone Again’, album super acclamato da pubblico e critica. Riprende alcuni reading con Allen Ginsberg e torna a cantare dal vivo. ‘Gone Again’, assieme a ‘Easter’, risulta essere l’album più bello della cantautrice, che si impone come regina indiscussa non solo degli anni ’70, ma anche degli anni ’90. Fra le tante perle, ricordiamo ‘About a Boy’, dedicata a Kurt Cobain.
Mi piace andare fuori di testa quando posso… Mi piace diventare insana quando posso…Voglio comunicare con Dio senza interruzioni anche se so che è un territorio pericoloso…Non ho vissuto ai tempi della Mesopotamia, non ero nel giardino dell’Eden… Fanculo! Sono qui adesso e voglio divertirmi al massimo. Questa è la mia età dell’oro… Potrò avere 31 ma ho appena cominciato. Mi sento come se tutto fosse vivo e fresco…Ho appena cominciato!
Patti Smith a 31 anni
La Smith continua ad essere attivissima anche ora: ‘Banga’, il suo ultimo album, risale al 2012. Del 2015 è l’ultimo romanzo, ‘M Train’… e per il 2022 sono previsti tour in tutto il mondo.

Quello che si ama di Patti Smith è il suo essere un‘artista nello stile di vita, e non solo in termini prettamente produttivi. Per lei poesia, pittura, canto, narcisismo fotografico, amore, amicizia e azioni quotidiane sono sempre state sullo stesso piano. L’arte è una sensibilità, un fare continuo, un modo di pensare che plasma e dona linfa nel tempo. Che sia eterna, Patti Smith? Viva e vegeta, è già una leggenda. Una leggenda che non smette di sorprenderci e rinnovarsi.

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